Pagare un mutuo del 2%, che è all’incirca la metà dell’attuale tasso di mercato?
Non si tratta di utopia, ma di un risultato conseguibile attraverso il ricorso all’accollo.
Cerchiamo di capire come funzioni questo istituto e quanto convenga seguire questa strada.
Secondo l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it, le richieste di finanziamento ipotecario a 20 e 30 anni si attestano in media attualmente al 4,93%, nel caso del variabile, e al 3,84% per chi sceglie il fisso.
Un’anomalia che dura da diversi mesi (per definizione, il fisso dovrebbe essere più caro in quanto include “l’assicurazione” sul fatto che la rata non crescerà mai) e spiega il peso crescente di richieste per la prima opzione.
Le domande di mutuo a tasso fisso arrivano, infatti, al 93,4% (quasi due punti in più rispetto al secondo trimestre) e, in parallelo, cala della medesima intensità l’incidenza del variabile (arriva al 5,3%).
Come funziona l’accollo:
Tornando all’oggetto di questo articolo, l’accollo di un mutuo consiste nel subentro di un terzo nel rimborso del finanziamento assunto dal mutuatario originario.
In sostanza, l’accollante si obbliga nei confronti del soggetto accollatario (in sostanza, la banca che ha concesso il finanziamento) al pagamento delle rate restanti di un mutuo acceso dal debitore precedente (accollato).
Le motivazioni per le quali un soggetto potrebbe trovare interessante accollarsi un mutuo possono essere diverse.
Ad esempio in caso di coniugi che si separano mentre hanno in corso un mutuo cointestato: chi dei due riscatta l’altra metà, si può far carico anche del finanziamento ottenuto dalla banca. Affinché ciò avvenga, deve esserci un accordo tra le parti.
C’è anche un altro caso frequente, quello del costruttore che si è fatto finanziare la realizzazione dell’edificio.
Una volta completata l’opera, può mettere in vendita le singole unità immobiliari chiedendo che gli acquirenti si facciano carico anche della quota restante di mutuo.
Un’altra ipotesi è quella in cui si acquista un immobile sul quale grava un mutuo non ancora rimborsato del tutto.
Discorso simile in caso di successione ereditaria e dell’esistenza di mutuo, con gli eredi che possono diventare proprietari dell’immobile solo se al contempo si prendono sulle spalle anche il debito.
I vantaggi per le parti in causa:
Detto delle situazioni che possono portare a seguire questa procedura, vediamo quali sono le casistiche più frequenti.
Per l’accollante, subentrare a un mutuo già in corso significa non doversi addossare le spese di accensione, come la perizia, le spese notarili e il costo d’iscrizione dell’ipoteca.
Non solo: in una fase di rialzo dei tassi come quella che stiamo vivendo da oltre un anno a questa parte, si subentra alle condizioni originarie.
Quindi, se il finanziamento è stato sottoscritto ad esempio due anni o più fa, il tasso è più basso di oggi.
Quanto all’accollato, non sarà obbligato all’estinzione anticipata del mutuo né dovrà preoccuparsi della cancellazione dell’ipoteca.
Infine, la banca si sgrava dell’onere di effettuare nuove perizie.
Questo aspetto introduce una possibile criticità nella misura in cui il subentrante dovesse risultare meno affidabile.
Ecco perché il creditore (in questo caso la banca) non è obbligato ad accettare il subentro.
Le voci alle quali prestare attenzione:
Quanto all’accollante, la raccomandazione – prima di accettare – è una verifica in merito al fatto che l’accollato sia in regola con il pagamento delle rate e non risulti un cattivo pagatore, altrimenti c’è il rischio di assumersi l’obbligo di restituire debiti insoluti dell’accollato.
Quanto a quest’ultimo, è bene che si accerti sull’esatto contenuto della liberatoria affinché non rischi di restare in qualche modo vincolato al mutuo.
Fonte: mutuionline.it – 19 settembre 2023