BANCA D’ITALIA: l’impatto dei cambiamenti climatici sul mercato immobiliare italiano

Immagine dello studio della BANCA D’ITALIA sul come i cambiamenti climatici influenzano il mercato immobiliare italiano

Il manifestarsi di temperature molto elevate riduce la ricerca di immobili (determinando un aumento dei tempi di vendita e un calo delle transazioni) e riorienta le preferenze degli acquirenti verso abitazioni meglio predisposte ad affrontare temperature estreme (con classe energetica elevata e con spazi esterni che possano offrire refrigerio durante le ondate di calore).

Queste alcune delle risultanze di un interessante studio effettuato dalla Banca D’Italia, sugli effetti del cambiamento climatico sul mercato immobiliare.

Combinando le temperature giornaliere nelle città italiane con la ricerca online di 2 milioni di annunci e appuntamenti di persona con agenti immobiliari, si sono indagate le conseguenze dei giorni con temperature elevate sulla ricerca online e fisica degli immobili residenziali, sulle transazioni realizzate e sui prezzi richiesti nelle maggiori città italiane.

Da questa analisi si rileva un calo persistente dei prezzi richiesti dai venditori per le abitazioni ritenute meno adeguate e, nel complesso, delle quotazioni medie all’interno delle città.
Questo perché gli interessati sembrano meno propensi a cercare case in aree percepite come non resilienti ai cambiamenti climatici e non climaticamente sicure, portando a prezzi persistentemente inferiori.

Si riduce inoltre la ricerca di alloggi, così come il numero di clic sugli annunci online ed il numero di richieste di contatto ricevute dai venditori, unitamente ad una diminuzione degli incarichi acquirente-agente e venditore-agente.

Gli effetti estremi della temperatura sono asimmetrici, in quanto i mesi più freddi inducono un aumento della ricerca online (ma non fisica).
Gli interessati, cioè, sembrano essere più propensi a cercare case online durante i mesi più freddi, anche se è evidentemente meno probabile che vadano a vederle fisicamente.

È interessante notare che, sebbene la domanda si riprenda dopo lo “shock termico”, la riduzione dei prezzi sembra permanente.
Il rallentamento della domanda caratterizza principalmente quegli immobili che non sono percepiti come strutturalmente sicuri per il clima, come quelli con classi energetiche basse (che comportano maggiori spese energetiche future) e senza spazi abitativi all’aperto (che forniscono sollievo dal caldo).

Per ulteriore verifica, si è cercato di comprendere se i potenziali effetti della temperatura riguardino anche le case in affitto, percepite come scelte meno influenzate dalla percezione del rischio climatico.
I risultati mostrano che, mentre un aumento del numero di giorni molto caldi riduce anche i clic e le richieste di contatto nel mercato degli affitti, tale rallentamento non si traduce in una riduzione dei canoni di locazione nel medio periodo.

In conclusione, porre l’accento sulla rilevanza che i cambiamenti climatici hanno sul mercato immobiliare, dovrebbe facilitare una maggiore comprensione dei fattori maggiormente condizionanti l’andamento futuro.
Per effettuare scelte nel presente che siano in grado di anticipare l’evoluzione della domanda.


Fonte: bancaditalia.it | Temperature e ricerca di case – 28 luglio 2023