CASA: tasso di “sforzo” aumentato al 21,1% per l’acquisto e al 25,8% per l’affitto

immagine stilizzata di una casa, per l'articolo sull'aumentata percentuale del reddito familiare (tasso di sforzo) necessario per l’acquisto e per l’affitto di una casa, nell’ultimo anno

La percentuale del reddito familiare necessario per accedere all’acquisto di una casa, è cresciuta fino al 21,1% nell’ultimo anno (rispetto al 17,3% di dicembre 2022).
Quella relativa all’affitto è risultata inoltre, nello stesso periodo, essere aumentata al 25,8% (dal 22,5%).

Questo il dato pubblicato a seguito di uno studio del noto portale immobiliare idealista, sulla base dei dati del quarto trimestre del 2023.
Dato che rappresenta, ovviamente, solo un valore medio e che evidenzia indici maggiori per alcune città, sia nell’ambito dell’acquisto (Roma 30,3%, Milano 40,7%), che in quello dell’affitto (Roma 35,2%, Milano 43,1%).

L’aumento del costo dei finanziamenti, ha fatto sì infatti che le famiglie debbano oggi destinare una maggiore quota del proprio reddito all’acquisto.
La scarsità dell’offerta e il conseguente aumento dei canoni è la ragione, invece, per cui lo “sforzo” per affittare abbia raggiunto la soglia massima indicata dagli esperti.


Percentuale del reddito familiare (sforzo) per l’acquisto:
Nella maggior parte dei capoluoghi italiani, l’impegno richiesto per acquistare un’abitazione è inferiore rispetto a quello richiesto per l’affitto, con l’eccezione di 19 mercati dove sostanzialmente la rata del mutuo supera il canone mensile.

La città che impone il maggior sforzo finanziario alle famiglie per l’acquisto di una nuova abitazione è Venezia (42,9%), seguita da Bolzano (42,7%), Milano (40,7%) e Rimini (36,8%) in cima alla classifica.
Tra le prime dieci posizioni figurano anche altri grandi mercati come Napoli (34%), Firenze (31,3%) e Roma (30,3% nel Q4 del 2023, dal 25,5% del 2022).

In altri 29 capoluoghi, la percentuale del tasso di sforzo registrata è superiore al dato nazionale del 21,1%.
Questi valori variano dal 30% di Trento e Verbania, al 21,2% di Brescia e Parma.

Le variazioni sono meno significative per tutte le altre città, con valori compresi tra il 20,9% di Forlì, diminuendo gradualmente fino al 6,3% di Biella, il capoluogo con il tasso di sforzo per l’acquisto di un immobile meno impattante in Italia.

Per quanto riguarda la compravendita, tutti i mercati richiedono uno sforzo maggiore rispetto a un anno fa, eccetto Ragusa (-3,4%), Nuoro (-0,7%) e Gorizia (-0,1%).
All’opposto, Venezia (+8,8%) segna la crescita tendenziale maggiore.

Tra i principali capoluoghi Napoli segna un incremento di 8 punti percentuali, Firenze (+6,8%), Milano (+6,6%), Bari (+5%) e Roma (+4,8%).
Palermo (+3,2%) e Torino (+2,6%) hanno registrato aumenti inferiori al +3,8% (incremento medio annuale nazionale).


La situazione nelle Provincie: lo sforzo familiare per l’acquisto di una casa è cresciuto in tutte le province italiane monitorate dall’analisi di idealista, ad eccezione di Reggio Calabria (-0,1%) e Ragusa (-0,4%), che sono rimaste pressoché invariate nel corso del 2023.

Bolzano, con il 46,8%, si posiziona come la provincia con il più elevato tasso di sforzo per l’acquisto di un’abitazione, seguita da Rimini (38,1%), Savona (36,7%) e Imperia (35,8%).
I mercati provinciali più grandi come Napoli e Milano richiedono rispettivamente il 31,1% e il 30% del reddito familiare annuo per l’acquisto di un’abitazione, mentre a Roma è richiesto il 27%, dal 21,9% dello stesso periodo del 2022.

Biella, con un tasso del 5,4%, si presenta come la provincia meno esigente per coloro che aspirano ad acquistare una casa.


Percentuale del reddito familiare (sforzo) per l’affitto:
La percentuale di reddito che le famiglie devono destinare per accedere a una casa in affitto è cresciuta in 90 capoluoghi italiani.
Mentre sono 10 i capoluoghi in cui lo sforzo per affittare una casa con due camere da letto supera il 30% consigliato dagli esperti (il canone d’affitto non dovrebbe superare un terzo delle entrate familiari).

Firenze, Milano e Massa-Carrara sono le città che richiedono la percentuale più alta di reddito familiare, rispettivamente con il 43,3%, 43,1% e 43%.
Segue Venezia con il 40%, quindi Bolzano (39,9%), Napoli (37,8%), Como (37,7%), Roma (35,2% nel Q4 del 2023, dal 31,3% del 2022), Vicenza (34,8%) e Prato (31%).

Al contrario, le meno onerose per le tasche degli utenti sono Enna e Vibo Valentia con l’11,9%.

A livello cittadino, Firenze evidenzia l’incremento maggiore del tasso di sforzo relativo all’affitto, con una differenza del +17,1% rispetto ad un anno fa.
Anche Massa-Carrara (+16,6%) e Vicenza (+12,7%) hanno segnato incrementi a due cifre.

Inoltre, altri 26 capoluoghi hanno mostrato aumenti del tasso di sforzo superiori alla media nazionale (+3,3%), con variazioni comprese tra il +9% di Pesaro ed il +3,4% di Ferrara, Gorizia e Isernia.

Al contrario, 21 capoluoghi hanno visto diminuire lo sforzo necessario per la locazione rispetto a dicembre del 2022.
Con le riduzioni più significative nelle città siciliane di Enna (-2,4%), Messina (-2,1%) e Siracusa (-1,7%), fino a Rovigo e Belluno dove i livelli di richiesta sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente.


La situazione nelle Provincie: la provincia di Milano, con una media dal 46,8% del reddito familiare da destinare all’affitto, è quella che richiede il maggiore sforzo alle famiglie.
A seguire troviamo Bolzano (39,7%), Lucca (38,9%) e Ravenna (36,9%).

Con tassi di sforzo superiori al 30%, troviamo altre 11 province racchiuse in una forchetta che va dal 35,8% di Firenze al 30,3% di Brescia.

Anche nella provincia di Roma (30,8% nel Q4 del 2023, dal 29,7% del 2022), il tasso di sforzo supera quello consigliato dagli esperti, mentre Napoli registra un 28,5%.
Al contrario, Biella (12,4%), Alessandria (13,6%) e Terni (13,7%), presentano i tassi di sforzo più bassi tra le province considerate.


Fonte: Idealista.it – 25 gennaio 2024


Precisazioni: il tasso di “sforzo”, secondo il portale idealista, misura il peso della casa sul potere d’acquisto delle famiglie.
Nel caso della compravendita è la percentuale del reddito familiare netto annuo (ISTAT) destinato all’acquisto di un trilocale nella zona d’interesse identificata, con un mutuo di 30 anni, un tasso di interesse in linea con l’aggiornamento mensile dalla BCE e un contributo iniziale del 20%.
Il calcolo viene effettuato utilizzando il prezzo mediano di zona dei trilocali, al quale viene scontato il margine di negoziazione.