CASA: elemento centrale dell’economia e del patrimonio degli italiani

Nel portafoglio delle famiglie europee oltre la metà della ricchezza è composta da mattoni. E in Italia la ricchezza nelle residenze è superiore al 60%. La casa è un elemento centrale nell’economia e rappresenta quasi un quinto del Pil oltre che una ricchezza della comunità.

Questo ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, in apertura della prima Giornata Nazionale della Casa, organizzata a Milano con Casa.it.

“La superficie dello stock residenziale nei principali Paesi europei negli ultimi ventanni è aumentata di oltre il 10% e solo in Italia la crescita è stata inferiore a 7,3%.
Il valore complessivo nei cinque paesi considerati è di quasi 30.000 miliardi di euro ed in Italia il valore del patrimonio residenziale è di quasi 5.350 miliardi di euro”.

“Mentre negli altri quattro paesi il valore globale del patrimonio è aumentato del 16% in termini reali dal 2000, in Italia la crescita reale è solo del 5%. Anche perché le quotazioni medie reali non sono tornate ancora ai livelli di inizio secolo.
Le compravendite, dopo una forte crescita, sono al 60% rispetto all’anno 2000”.

Solo due città – ha aggiunto Breglia – hanno avuto una crescita delle quotazioni reali significativa in ventanni: Milano e Roma con il 6%.
Tutte le altre hanno avuto cali importanti.
Anche nei periodi più brevi rimane questa classifica dove le “prime della classe” sono molto distanti dalle altre”.

Quali previsioni per il 2021?:
Secondo i dati, illustrati nel corso della Giornata, la previsione sui prezzi per il prossimo anno vede ancora un dato negativo a livello nazionale (-0,8%), anche per la progressiva carenza di prodotto di qualità.

Diversa la situazione, se invece si analizzano le città principali:
A Venezia si aspetta una ripresa delle quotazioni a +1,2%, seguita da Milano (+0,5) e Roma (+0,2).
Queste riprese erano previste per il 2020, ma la pandemia ha creato situazioni nuove e impreviste di mercato.

Ancora più netta la ripresa delle compravendite nelle grandi città. Venezia, con un +12,2%, è sempre sul podio in cui a trionfare sono Firenze (+14%) e Milano (+13,6%).
La forte ripresa degli scambi nelle due principali città turistiche è data anche dalla probabile ripresa degli acquisti per investimenti in locazione breve, che nel 2020 hanno avuto un forte stop.

Nel 2021 – ha proseguito Breglia – si prevede una crescita a due cifre del numero di compravendite del settore residenziale anche a Bologna e Genova, entrambe a +10,4%, con un incremento sostenuto e pari al 7,2% a Napoli e al 6,3% a Verona.
Tra i dieci principali capoluoghi italiani cresceranno anche la Capitale del 5,3%, Torino del 5,1% e Bari del 4,4%, a fronte di una media nazionale del più 8,5%”.

Diversa la situazione sul fronte dei prezzi, con previsioni in lieve calo un po’ dappertutto nel 2021, con Genova a -1,8%, Bari a -1,5% e Napoli a -1,2% le città meno brillanti.

E dire che il 2020 era partito con buone prospettive per il mercato residenziale ma si è fermato per la pandemia fino a metà maggio.
E solo nel mese di giugno, e non dappertutto, ha ripreso regolarmente.

Di conseguenza nei primi sei mesi di quest’anno gli scambi sono calati del 20% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Rimane quindi la sensazione che il 2020 si chiuderà con una flessione fra il 18 e il 25%.

Sul fronte dei prezzi medi, previsti in lieve ripresa, la stima è comunque di un calo a fine anno del 2,1%, ma in sede di trattativa gli acquirenti avranno sconti sostenuti, fino al 10%, per le abitazioni usate da ristrutturare.

Quanto alle locazioni, nelle aree urbane è prevedibile un allentamento della pressione della domanda abitativa con conseguente compressione dei livelli dei canoni che tenderanno a riallinearsi alla situazione pre-coronavirus solo dopo la piena ripresa di tutte le attività.

“In futuro – ha concluso Breglia – assisteremo a nuovi modi di gestire comunicazioni e spostamenti, il lavoro, la scuola, il turismo, i luoghi della cultura e del divertimento.
Occorrerà una nuova centralità del sistema sanitario e maggiore cura delle fasce più deboli. Tutte modalità che coinvolgono direttamente l’industria immobiliare.

È poco plausibile pensare che le famiglie e le persone modificheranno il proprio stile di vita nel breve periodo.
È più probabile che, alla ripresa, ci si rapporterà inizialmente con le proprie abitazioni come prima.

Qualcosa nella percezione e nelle esigenze è tuttavia cambiato, e se le tendenze verso il green, la sostenibilità o lo smart living erano già in corso e quindi proseguiranno rafforzate, il rapporto con lo spazio privato delle abitazioni e quello pubblico del lavoro, soprattutto delle loro dimensioni fisiche, si modificherà.

Ma la casa resterà sempre al primo posto nelle scelte di investimento degli italiani.


Fonte: scenari-immobiliari.it – giovedì 1 ottobre 2020