L’investimento più importante della vita? Per gli italiani è la casa di proprietà.
Cambiano gli stili di vita, si diffonde la sharing economy, ma non mutano le priorità in tema di abitazione.
Al pari dei loro genitori e nonni, anche tra i giovani del nostro Paese la preferenza va all’acquisto, come emerge da un sondaggio condotto da Sara Assicurazioni.
In particolare, l’86% degli intervistati afferma di puntare (o aver già raggiunto l’obiettivo) su una casa di proprietà, contro il 14% di chi propende per l’affitto.
Nella prima categoria prevale il desiderio di tranquillità e di sicurezza, oltre che la voglia di avere un patrimonio, magari da trasmettere ai figli, mentre la locazione è preferita da chi non vuole impegnare risparmi consistenti e vuole tenersi le mani libere per cambiare lavoro e città in caso di opportunità.
Per un nostro connazionale su tre (35%) è importante che anche i giovani che lasciano l’abitazione di famiglia per rendersi autonomi provino a investire, fin da subito, nell’acquisto della casa, considerandolo il loro obiettivo prioritario.
A questo proposito può essere utile ricordare che, secondo uno studio realizzato da Elexia (network di avvocati e commercialisti), tra i proprietari di casa più di due-terzi hanno oltre 50 anni, mentre gli under 30 sono solo il 3%.
Una situazione destinata a mutare, alla luce del “Decreto Sostegni Bis” in favore dei mutui giovani under 36.
Il provvedimento prevede un rafforzamento della garanzia pubblica sull’acquisto prima casa da parte degli under 36, dal 50% fin qui previsto per tutti, fino all’80%.
Un’innovazione normativa che sta spingendo alcune banche a concedere mutui anche fino al 90 o 100% del costo dell’immobile.
La misura per gli under 36 prevede anche la cancellazione dell’imposta sostitutiva pari allo 0,25% della somma erogata.
Differenti motivazioni:
Tornando alla survey, il 50% degli italiani – giovani e meno – sentirebbe più sua l’abitazione con l’acquisto, trattandosi anche di un investimento duraturo (49%).
Questa potrebbe un giorno essere rivenduta (secondo il 21% degli intervistati) e, sul lungo periodo, diventare magari un lascito per i figli (35%).
Chi guarda all’affitto, dichiara di prediligere questa formula soprattutto perché implica un minor carico di responsabilità (46%), ad esempio in caso di guasti e spese per imprevisti.
Insieme a questo, conta il fatto che non occorra un capitale iniziale elevato (30%).
L’interesse verso l’acquisto immobiliare resta elevato nonostante qualche preoccupazione legata ai mutui (41%), all’indebitamento sul lungo periodo e ai prezzi del mattone (25%).
Tirando le fila delle risposte, la casa non viene percepita esclusivamente come un acquisto, ma anche come un bene da curare e su cui investire ulteriormente: attraverso una manutenzione costante (65%), investimenti in sicurezza (25%) ma anche una polizza assicurativa (32%).
Le coperture alle quali gli italiani prestano maggiore attenzione sono quelle per danni e incidenti domestici (50%) e quelle contro furto e rapina (42%).
I fenomeni atmosferici estremi sempre più frequenti, inoltre, spingono il 31% degli intervistati a dire che si sentirebbero più sicuri se fossero tutelati contro fenomeni come alluvioni e terremoti.
Nuova centralità dell’ambiente domestico:
Dunque, non sono solo le generazioni più mature a propendere per l’acquisto, ma tutti.
Questo anche per le condizioni macro.
Con i tassi di interesse su livelli particolarmente contenuti rispetto alle medie storiche, oggi la rata può costare quanto l’affitto.
Con la differenza che non solo si diventa proprietari dell’immobile, ma si possono programmare da subito eventuali acquisti per l’arredo che rimarrebbero in sospeso in caso di locazione.
C’è poi da considerare anche un altro aspetto: dopo l’esperienza pandemica, molte aziende stanno trasformando lo smart working da parentesi dettata dall’emergenza ad uno strumento strutturale.
Considerato che la casa è il luogo principale per il lavoro a distanza, cresce il desiderio di poter contare su uno spazio proprio, con tutti i comfort per svolgere al meglio l’attività lavorativa.
Fonte: mutuionline.it – 23 marzo 2022