Case green: possibile avere il 37% di immobili in classe “A” nel 2050, grazie a incentivi e finanziamenti dedicati

Immagine grafica che rappresenta l'analisi di CRIF sulla possibilità di avere il 37% di immobili in classe “A” nel 2050, grazie a incentivi e finanziamenti dedicati

CRIF S.p.A., società italiana specializzata in servizi di informazione creditizia e della gestione del rischio, tramite il proprio ESG Outlook (osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili), ha analizzato il processo di efficientamento energetico degli immobili italiani e i possibili scenari futuri.

Le recenti normative europee sulla sostenibilità degli edifici obbligano, infatti, il patrimonio immobiliare italiano a importanti prospettive di evoluzione.
Con un processo già in atto, che vede in classe “A” oltre il 40% degli immobili ristrutturati nel 2023 e il 90% delle nuove costruzioni.

Il Ruolo degli incentivi e del settore bancario:

Gli incentivi governativi e la politica monetaria saranno determinanti per raggiungere gli obiettivi green fissati dall’Unione Europea.
Il settore bancario avrà un ruolo cruciale nel dirigere i flussi di credito verso progetti sostenibili.

Analisi del Green Asset Ratio (GAR):

Il report ha esaminato i primi risultati relativi al Green Asset Ratio (GAR), indicatore chiave introdotto dalla normativa europea per misurare l’allineamento delle attività bancarie con la Tassonomia Europea per la finanza sostenibile.
Dall’analisi emerge che circa il 90% dei prestiti garantiti da immobili residenziali sono utilizzabili nel calcolo del GAR e che il 66% di questi è già in linea con le regole europee per la finanza verde.

I mutui per le abitazioni rappresentano, quindi, una solida base per ulteriori incentivi statali, allineandosi agli obiettivi della direttiva “Case Green” dell’UE.

La Direttiva Case green dell’UE:

Ricordiamo che la Performance of Buildings Directive (EPBD), nota come “Direttiva Case Green”, promuove la riqualificazione energetica degli immobili residenziali e non residenziali dal 2030.
Con le seguenti scadenze intermedie:

  • Dal 1° gennaio 2030: tutti gli immobili di nuova costruzione devono essere a emissioni zero.
  • Per gli immobili residenziali esistenti: riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, con almeno il 55% della riduzione ottenuta attraverso la ristrutturazione di edifici a bassa prestazione energetica.
  • Per gli immobili non residenziali esistenti: riduzione del consumo medio di energia, del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.
Scenari di evoluzione delle classi energetiche:

Secondo i dati SIAPE (Sistema Informativo sulle Attestazioni di Prestazione Energetica) e CRIF, solo il 4% degli immobili residenziali italiani è attualmente in classe energetica A.
Tuttavia, oltre il 40% degli immobili ristrutturati nel 2023 sono stati portati a questa classe, mentre le nuove costruzioni superano il 90%.

Il processo di efficientamento energetico è, quindi, già in corso, ma la sua evoluzione dipenderà da vari fattori, tra cui l’impegno del governo italiano e dell’UE, oltre all’evoluzione dell’andamento macroeconomico.

Tre scenari futuri:

CRIF ha elaborato tre scenari distinti, per le possibili evoluzioni delle classi energetiche degli immobili residenziali in Italia entro il 2050:

  • Scenario avverso: la riduzione degli immobili in classe G sarà limitata al 34% nel 2030 e al 29% nel 2050. La classe A raggiungerà il 6% nel 2030 e il 14% nel 2050.
  • Scenario intermedio: con moderati sforzi e incentivi comparabili a quelli attuali, la classe G scenderà al 13% nel 2050, mentre la classe A coprirà il 31% degli immobili.
  • Scenario ottimistico: con un forte impegno governativo, significativi incentivi fiscali e un positivo andamento macroeconomico, la classe G scenderà al 26% entro il 2030 e al 7% entro il 2050. La classe A aumenterà al 14% nel 2030 e al 37% nel 2050.

Conclusioni e implicazioni per la finanza green:

Lo studio CRIF evidenzia, quindi, un miglioramento in tutte e tre le prospettive elaborate, con una graduale riduzione della quota di immobili nelle classi energetiche più basse.
Tuttavia, l’entità del miglioramento varia significativamente tra i tre scenari ipotizzati, rendendo l’evoluzione del settore chiaramente dipendente dalle scelte, azioni concrete e impegno condiviso di tutte le parti coinvolte.

In uno scenario ottimistico, la finanza verde vedrà un ruolo crescente e gli Istituti di credito saranno cruciali nel promuovere prodotti finanziari sostenibili.
Con mutui green che potrebbero rappresentare dal 24% al 30% del mercato nel 2030 e oltre il 50% nel 2050.

Parallelamente, i finanziamenti per le ristrutturazioni green potrebbero aumentare fino al 30-40% nel 2030 e rappresentare circa il 70% nel 2050.


Marco Macellari, Director & Head of Risk Management di CRIF, ha affermato:

“Dalle evidenze contenute nel nostro studio emerge che un processo di efficientamento degli immobili è già in atto in Italia, ma tanto si può e si deve ancora fare.
Il ruolo delle banche è fondamentale per incanalare i flussi finanziari verso progetti e immobili sostenibili e la riqualificazione energetica.
Sarà inoltre necessario un intervento statale incisivo con politiche e incentivi mirati, che si innesti in modo sinergico con il sistema bancario, al fine di poter raggiungere gli obiettivi tracciati dall’Unione Europea nella direttiva Case Green.

Le banche possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo di transizione, riprogettando le proprie strategie per aumentare l’erogazione di mutui Green e di prodotti finanziari per la riqualificazione energetica.

In questo modo possono allinearsi agli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea e, al contempo, ridurre i requisiti di capitale grazie a un minor rischio del proprio portafoglio e anche grazie alla rivalutazione del valore degli immobili su cui è stata fatta un’azione di riqualificazione della classe energetica.

La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e un futuro sostenibile deve proseguire senza sosta ed essere obiettivo comune di tutte le parti coinvolte, poiché rappresenta non solo una necessità ambientale ma anche un’opportunità strategica di innovazione per il settore finanziario, migliorando la fiducia di clienti e investitori.”


Fonte: CRIF – 15 luglio 2024

Efficienza energetica delle abitazioni: considerazioni e suggerimenti della Banca D’Italia