Devo vendere un appartamento sul quale ho effettuato lavori di ristrutturazione e non ho ancora utilizzato tutte le detrazioni ad esso correlate.
È possibile, in sede di rogito, conservare la possibilità di fruire delle detrazioni residue dopo la cessione?
L’articolo 16-bis del Tuir, al comma 8, stabilisce che, in linea generale, la parte di detrazione non ancora fruita viene trasferita automaticamente all’acquirente dell’immobile.
Questo passaggio, avviene per i rimanenti anni d’imposta previsti.
Tuttavia, la normativa prevede che le parti possano accordarsi diversamente, in modo che le quote residue rimangano in capo al venditore.
Il rapporto, che mira a fornire una panoramica completa sull’efficacia delle detrazioni fiscali, nel promuovere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano, ha rilevato una flessione dell’Ecobonus nel 2023 (interventi -33,46%), ma Bonus Casa e SuperEcobonus in crescita.
La Legge di Bilancio per il 2025 è stata approvata definitivamente nella seduta del 28 dicembre 2024, confermando la fiducia al Governo sull’articolo 1 del disegno della legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e il bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
Tra le misure principali ci sono quelle relative al favorire l’acquisto della prima casa attraverso il Fondo di garanzia mutui, la proroga dei bonus edilizi con modifiche significative alle aliquote e l’ottimizzazione delle risorse destinate a specifiche categorie.
Un documento condiviso e programmatico è stato firmato dai principali operatori della filiera del rinnovamento edilizio, associazioni dei consumatori e enti di tutela ambientale, con l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di una politica strutturata ed efficace per la riqualificazione edilizia.
È nato così “Un Patrimonio da Salvare“, presentato da 25 realtà che rappresentano oltre 430.000 consumatori, 150.000 lavoratori, 600.000 professionisti, 8.000 imprese e 410 industrie di produzione.
Raffigurando, quindi, un appello collettivo per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo, puntando ad un futuro sostenibile per il patrimonio immobiliare italiano.
Ho intenzione di chiedere un mutuo per ristrutturare la mia abitazione. Posso detrarre gli interessi passivi del mutuo, dal momento che si tratta della prima casa?
Ci sono altri requisiti o condizioni da rispettare?
Per il pagamento degli interessi passivi, derivanti da mutui ipotecari contratti a partire dal 1998 per la costruzione e la ristrutturazione edilizia dell’abitazione principale, spetta la detrazione Irpef del 19%, da calcolare su un importo massimo di 2.582,28 euro (articolo 15, comma 1-ter del Tuir).
Per quanto riguarda requisiti e condizioni per richiedere l’agevolazione, nonché i limiti di detraibilità, si ricordano le principali regole:
Mia moglie è proprietaria di un’abitazione che ha concesso in comodato gratuito alla sorella e, a breve, vorremmo effettuare su tale immobile dei lavori per i quali è prevista la detrazione per ristrutturazioni edilizie.
Essendo fiscalmente a mio carico, posso portare io in detrazione le spese che sosterrò, in qualità di coniuge convivente?
La risposta è negativa.
Al verificarsi di determinate condizioni, infatti, la normativa in materia di detrazione per il recupero del patrimonio edilizio riconosce, anche ai familiari conviventi del proprietario dell’immobile oggetto degli interventi, la possibilità di usufruire della detrazione indicata dall’articolo 16-bis del Tuir (pari, attualmente, al 50% delle spese sostenute).
Per familiari si intendono il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
Per usufruire della detrazione sono richiesti, al momento del sostenimento della spesa, lo status di convivenza e la disponibilità dell’abitazione su cui si effettuano gli interventi.