L’impatto di un calo della crescita del PIL nel primo trimestre 2020 in Cina si farà sentire in modo più acuto nei paesi europei che si affidano alla Cina come fonte di domanda finale (Germania e Paesi Bassi) e ai mercati in cui la Cina è fortemente integrata nella catena di approvvigionamento (Germania, Polonia, Francia, Italia e Spagna).
E’ quanto emerge nell’ultimo report CBRE terminato il 14 marzo scorso, dal titolo “Potential impacts of Covid-19 on EMEA Real Estate”, che sottolinea come i fondamentali del mercato immobiliare europeo rimarranno comunque forti.
Mentre l’epidemia COVID-19 avrà un impatto negativo a breve termine su alcuni settori, CBRE prevede che l’impatto a lungo termine sugli immobili commerciali europei sarà minimo.
L’analisi effettuata riporta, in sintesi, che:
• La resistenza netta sulla crescita del PIL europeo dovrebbe essere limitata, subordinata a un’interruzione temporanea delle catene di approvvigionamento globali. Tuttavia, recenti sviluppi, come la cancellazione delle principali fiere e le restrizioni ai viaggi, presentano un aumento del rischio di ribasso a breve termine.
• I paesi più esposti all’interruzione della catena di approvvigionamento sono Germania, Francia, Italia e Spagna. I settori maggiormente esposti sono quelli legati ai veicoli a motore, macchinari e prodotti chimici.
• Sebbene i rendimenti immobiliari possano avere un impatto marginale nel breve termine, le prospettive a lungo termine rimangono positive.
Il volume degli investimenti rischia di essere influenzato negativamente, sebbene siano tradizionalmente bassi nel primo trimestre. Le crescenti richieste di ulteriori riduzioni dei tassi di interesse potrebbero ulteriormente sostenere l’ambiente a basso rendimento.
• Le restrizioni ai viaggi e il timore di esposizione a COVID-19 avranno un impatto principalmente sul settore alberghiero e del commercio al dettaglio.
Fonte: CBRE – marzo 2020
(CBRE Group, Inc., con sede a Los Angeles, è la più grande società al mondo di consulenza immobiliare)