Costi abitativi: la situazione nel 2021 in Italia ed in Europa

EUROSTAT costi abitativi 2021 in città e aree rurali

Con i prezzi delle case e gli affitti in aumento, il costo delle abitazioni può essere un peso.
Ciò può essere misurato dal tasso di sovraccarico dei costi abitativi, che indica la quota della popolazione che vive in una famiglia in cui i costi totali dell’alloggio rappresentano oltre il 40 % del reddito disponibile.

In Italia, il 9,2% della popolazione che abitava nel 2021 in città viveva in situazioni di questo tipo, mentre il tasso corrispondente per le zone rurali era del 6,4%.
Nell’Unione Europea – per riferimento – era il 10,4 % della popolazione nelle città a soffrire un sovraccarico dei costi abitativi, il 6,2% nelle zone rurali.

Il sovraccarico dei costi abitativi era più elevato nelle città che nelle zone rurali in tutti gli Stati membri, ad eccezione di Romania, Bulgaria, Lituania, Croazia e Lettonia.

I tassi di sovraccarico dei costi abitativi più elevati nelle città sono stati osservati in Grecia (32,4 %), Danimarca (21,9 %) e Paesi Bassi (15,3 %), mentre nelle zone rurali sono stati più elevati in Grecia (22,0 %), Bulgaria (13,3 %) e Romania (10,8 %).

Quasi un quinto del reddito disponibile dedicato ai costi abitativi:
Un altro modo per vedere se le abitazioni hanno costi accessibili è la quota necessaria per accedervi, rispetto al reddito totale disponibile.
In media, nel 2021 nell’UE, il 18,9 % del reddito disponibile è stato destinato ai costi dell’alloggio.
Ciò differiva tra gli Stati membri, con le quote più elevate in Grecia (34,2 %), Danimarca (26,3 %) e Paesi Bassi (23,9 %), mentre in Italia la percentuale è stata del 15,8%.

Considerando coloro che hanno un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito medio nazionale – ovvero persone che potrebbero essere considerate a rischio di povertà – la quota di abitazioni nel reddito disponibile era in media del 37,7 % nell’UE.
In Italia la percentuale è stata del 32,6%.

Per contro, per coloro che hanno un reddito disponibile superiore al 60 % del reddito mediano, la quota ammontava al 15,2 % (Italia 11,7%).

La percentuale di persone che vivono in famiglie con arretrati su mutui, affitti o bollette sono ad un livello inferiore rispetto al decennio scorso:
Gli arretrati su mutui, affitti o bollette sono un’altra indicazione che i costi dell’alloggio potrebbero essere troppo alti.

Nonostante il fatto che i prezzi delle abitazioni e gli affitti siano aumentati nel periodo 2010-2021, la percentuale di persone che vivono in famiglie con morosità su mutui, affitti o bollette nell’UE è diminuita dal 12,4 % nel 2010 al 9,1 % nel 2021.

Le quote sono diminuite in 20 Stati membri, sono aumentate in cinque e sono state le stesse nel 2010 e nel 2021 a Malta (non sono disponibili dati per il 2021 per la Slovacchia).
Nel 2021, le quote maggiori sono state osservate in Grecia (36,4 %), Bulgaria (20,4 %), Cipro (17,3 %), Croazia (16,6 %) e Irlanda (13,6 %) e le più piccole in Cechia (2,4 %), Paesi Bassi (2,6 %), Belgio (4,2 %) e Austria (4,8 %).

In Italia tale percentuale è stata del 7,7% nel 2021, del 6,8% nel 2020, del 5,9% nel 2019, del 6,0% nel 2018, del 6,1% nel 2017, del 10,7 nel 2016 e del 14,9% nel 2015.


Fonte: Eurostat – 2 febbraio 2023