CRIF: cresce l’ammontare medio delle rate pagate dalle famiglie per mutui e prestiti (+5,6%), nel 1° semestre 2023

Immagine dell'indagine CRIF sull'ammontare medio delle rate pagate dalle famiglie per mutui e prestiti nel 1° semestre 2023

Nonostante un contesto economico difficile, che risente dei molteplici fattori di incertezza derivanti dal proseguimento del conflitto in Ucraina, dal rialzo dei tassi di interesse e dall’inflazione, le famiglie italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito per sostenere i propri consumi e gli investimenti sulla casa.

Per fotografare la dinamica in atto, Mister Credit – l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – ha presentato l’aggiornamento relativo al I semestre 2023 della Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani.

Dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF emerge come nei primi sei mesi dell’anno si sia ulteriormente allargata la platea di italiani che risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, pari al 51,4% della popolazione maggiorenne (+11,8% rispetto al 2022).

Osservando in particolare i mutui, si rileva un aumento delle rate (+13,5%) e dell’esposizione residua (+10,8%) maggiore rispetto al totale.
Nel complesso, l’incidenza dei mutui, in costante calo, oggi rappresenta il 19,3% del totale dei finanziamenti attivi.


Resta ancora elevata la sostenibilità del debito:
Il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie, pur rimanendo su livelli contenuti, rimane di poco superiore all’1% e si colloca su un piano lievemente più alto rispetto al minimo degli ultimi cinque anni di osservazione, raggiunto nel mese di marzo 2022.
I dati degli ultimi mesi del 2022 e il primo trimestre 2023 confermano quindi la buona qualità del credito, in particolare dei mutui ipotecari.


Mappa del Credito regionale:
La regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d’Aosta, con il 61,7% del totale, seguita dalla Toscana (con il 57,8%) e dal Lazio (con il 56,1%).
All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino-Alto Adige, regione in cui solamente il 29,8% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduto dalla Basilicata (con il 41,5%) e dalla Campania (con il 44,1%).


L’importo della rata media mensile | guidano Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto:
Nel primo semestre 2023, le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 414 euro di media, la Lombardia (376 euro) e il Veneto (363 euro).
Seguono l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 348 e 343 euro.

Per interpretare questa dinamica va però considerato che in queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che presentano un importo da rimborsare più alto rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza considerare il valore degli immobili che potrebbe risultare superiore alla media.

Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta tendenzialmente più elevato della media e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di rimborsare una rata più elevata senza intaccare la sostenibilità degli impegni finanziari.

Nel complesso, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 262 euro di media, in Molise (264 euro) e in Sardegna (269 euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto rispetto alle altre forme tecniche.


“Nel corso dell’ultimo semestre, i flussi di credito erogato alle famiglie hanno mostrato un rallentamento, risentendo dell’impatto del contesto economico e dell’inflazione.
In particolare i mutui hanno risentito degli effetti dell’aumento dei tassi di interesse”

ha commentato Beatrice Rubini, Direttrice della linea Mister Credit di CRIF.

“Nel complesso, la sostenibilità degli impegni finanziari da parte delle famiglie si è confermata elevata, ma per il prossimo futuro bisognerà valutare gli impatti delle criticità economiche e delle tensioni geo-politiche, che indubbiamente rappresentano un motivo di preoccupazione per i bilanci delle famiglie nel nostro Paese.

L’insieme di queste circostanze richiede attenzione, in prospettiva, sul tema della qualità del credito”.


Fonte: CRIF – 29 agosto 2023