La situazione attuale degli edifici in Italia può definirsi critica.
Su un totale di 25,7 milioni di abitazioni, ben 17,5 milioni (pari al 68%) risalgono a prima del 1980, e il 51,8% degli immobili appartiene alle classi energetiche meno efficienti (F e G).
Confartigianato ha messo in evidenza questi dati nel suo ultimo rapporto sulla transizione green degli edifici, presentato a Milano in occasione della ‘Settimana per l’energia e la sostenibilità’, evento incentrato sui pilastri dell’ESG che ha offerto una settimana di dialogo aperto tra imprese, istituzioni, esperti nazionali e internazionali, per tracciare nuove traiettorie di sviluppo sostenibile.
Sollecitando l’Italia ad accelerare il passo per raggiungere gli obiettivi di efficienza e risparmio energetico stabiliti dalla Direttiva Case Green.
Nonostante la diversa direzione in cui sembrerebbe andare la nuova Legge di bilancio 2025-2027, che prevederebbe una riduzione delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie, con esclusione delle seconde case, rimodulazione delle percentuali di detrazione e introduzione dei tetti massimi di spesa per redditi oltre i 75.000 euro.
Cambiamenti che potrebbero incentivare il lavoro sommerso e rallentare il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica, rendendo meno conveniente la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale.
Gli edifici più datati in Italia | una panoramica regionale:
Dal report emerge che, a livello regionale, Lombardia, Lazio, Piemonte, Campania e Sicilia registrano il maggior numero di abitazioni costruite prima del 1980.
La Lombardia guida questa classifica con 2.973.768 abitazioni, seguita dal Lazio (1.782.175), Piemonte (1.463.157), Campania (1.452.177) e Sicilia (1.391.972).
Le regioni e province con le peggiori prestazioni energetiche:
Oltre all’età degli edifici, Confartigianato ha individuato le regioni e province con i livelli di efficienza energetica più bassi.
Nel Lazio, il 65,6% degli edifici si colloca nelle classi energetiche F e G, seguito dalla Liguria (63,3%), Toscana (62,2%), Umbria (61,7%), e Molise (61,5%), ma altre regioni sopra la media nazionale del 51,8% includono anche Puglia (60,1%), Calabria (57,8%), Sicilia (57%), Emilia-Romagna (56,7%) e Basilicata (54%).
Province con alta incidenza di immobili poco efficienti:
Tra le province, Rieti presenta la maggiore diffusione di edifici energeticamente inefficienti, con il 78,8% degli immobili nelle classi F e G.
Seguono Enna (74,9%), Isernia (72,4%), Frosinone (71,3%), Genova (69,9%), Terni (69,7%), Viterbo (69,3%), Massa-Carrara (68,6%) e La Spezia (66,6%).
Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, ha sottolineato:
“Siamo un Paese con case vecchie e poco efficienti.
Non c’è tempo da perdere: vanno messi subito in campo interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili con l’obiettivo, indicato dalla Direttiva Ue, di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050.
Per garantire la transizione green degli edifici bisogna rendere stabili e permanenti le detrazioni fiscali al 65% che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari.Una strada – aggiunge Granelli – che trova indicazione nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) secondo il quale dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale in valore cumulato nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi fissati per il 2030 dalla Direttiva case green”.
Fonte: Confartigianato.it – 18 ottobre 2024