The Economist: prezzi delle case in Italia superiori del 3% al potere d’acquisto degli stipendi

I prezzi delle case in Italia dovrebbero scendere ancora del 3% per aggiustarsi al reale potere d’acquisto degli stipendi.
A dirlo è l’ultimo rapporto del prestigioso settimanale “The Economist”, che ha evidenziato come il nostro Paese sia il terzo per diminuzione maggiore in termini annuali.

Per misurare l’equilibrio dei prezzi, gli stessi analisti utilizzano due fattori:
Price to rent: mette il relazione il prezzo medio dell’affitto con il prezzo medio dell’acquisto. Se i due fattori sono in equilibrio il rapporto è zero.
Nel caso dell’Italia abbiamo abbiamo un fattore addiritttura negativo -6%. Si tratta di un valore che gli economisti usano come riferimento, ma presuppone un mercato che funziona in modo diverso da quello italiano, in cui la relazione tra proprietari affitturari è decisamente spoporzionata verso i primi.
Price to income: si mette in relazione il prezzo di acquisto con gli stipendi medi. In questo caso vediamo come la case costino ancora un 3% di troppo.

Rispetto allo scorso anno i valori delle case in Italia sono scesi del 3,3%, il terzo calo dopo quello di Grecia (-5,9%) e Singapore (-3,7%).
Dal 2012, la discesa dei prezzi è stata del 13,6%. Sul versante opposto, quello degli aumenti maggiori dei prezzi, al primo posto c’è Hong Kong (+20,8%), Turchia (18.8%) e Irlanda (13,4%).

Fonte: The Economist