In Italia il 4,9% degli edifici residenziali ha un impianto elevatore e solo in un edificio su otto (tra quelli con 3 o più piani) è installato un ascensore, secondo il “Rapporto sul mercato di ascensori e piattaforme elevatrici” realizzato da CRESME per Anie AssoAscensori.
L’Italia è anche, però, il Paese con il parco ascensori più numeroso in Europa (il secondo Paese al mondo dopo la Cina), ma anche più anziano: il 40% circa degli impianti in funzione ha, infatti, più di 30 anni.
Più precisamente, sono circa 617.000 gli edifici nei quali sono installati impianti di sollevamento, su uno stock immobiliare complessivo di 12,54 milioni di edifici residenziali censiti.
Nella stessa ricerca si ribadisce, inoltre, che Il patrimonio edilizio italiano è complessivamente vetusto.
Meno del 10% di edifici, infatti, sono stati costruiti negli ultimi 20 anni, mentre oltre il 70% è stato costruito prima del 1980.
Se si considera che la prima legislazione sull’abbattimento delle barriere architettoniche risale al 1989 (Legge 13/89, DM236/89 ), questo fa capire quale possa essere il gap rispetto all’accessibilità degli edifici.
La tipologia degli edifici è principalmente orientata verso stabili mono o bi-familiari, in cui la presenza di ascensori è molto ridotta e statisticamente meno tracciabile, mentre gli edifici a più piani, spesso con più corpi scala, sono dotati di più di un ascensore.
Approfondendo l’analisi risulterebbe che in Italia esistono 4,25 milioni di edifici con tre o più piani fuori terra e, di questi, solo 537.000 sono dotati di ascensore, mentre i rimanenti 3,7 milioni ne sono privi.
In questi edifici senza ascensore si stima abitino quasi 11,3 milioni di famiglie, pari a quasi 25,9 milioni di persone, con circa 20,7 milioni di persone che vivono in abitazioni dal secondo piano in su.
Differenze nel prezzo: dal punto di vista economico la presenza o l’assenza di un ascensore in un edificio residenziale rappresenta uno dei fattori che influenzano significativamente il valore di mercato di un immobile.
Non si tratta solo di una comodità aggiuntiva, ma di una caratteristica che può determinare la scelta di potenziali acquirenti, soprattutto in contesti urbani dove gli edifici si sviluppano in verticale.
In termini generali, si stima che un’unità abitativa sprovvista di ascensore possa subire una riduzione di prezzo che si aggira attorno al 15% rispetto al valore medio di mercato per la stessa zona e tipologia di immobile, ma per gli appartamenti ai piani più alti si può raggiungere anche il 25%.
Soprattutto a partire dal secondo piano, si registra infatti una progressiva diminuzione del valore, con una riduzione che si accentua ovviamente per i piani intermedi e diventa più marcata all’aumentare del numero dei piani fino all’ultimo.
I vantaggi funzionali riguardano, ovviamente, l’accessibilità degli appartamenti, elemento essenziale soprattutto per gli anziani, le famiglie con bambini piccoli, le persone con disabilità o chiunque trasporti oggetti pesanti.
Oltre all’indiscutibile comodità del facilitare le attività quotidiane e al migliorare la sicurezza dell’edificio, soprattutto in caso di emergenze, permettendo evacuazioni più rapide e meno faticose.
La presenza dell’ascensore, quindi, non è solo un fattore di comfort ma amplia il target dei potenziali acquirenti, aumentando la potenziale rivendibilità dell’immobile.
Fonte: Anie-Assoascensori – 21 dicembre 2023