ENEA: consumi in calo (-3%) ma emissioni di anidride carbonica in aumento (+0,5%) nel 2022

Energia Analisi ENEA 2022

Il 2022 sarà ricordato non solo come l’anno della crisi dei mercati di gas ed elettricità, con flussi di gas russo verso l’Europa dimezzati e prezzi raddoppiati rispetto al 2021, ma anche come l’anno che ha chiuso con una contrazione dei consumi energetici del 12% nell’ultimo trimestre.

Che in termini medi annui si traduce in un calo di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%).

Fra gli aspetti positivi, la crescita di un punto percentuale della quota di fonti rinnovabili sui consumi finali che si è attestata al 20%.
In forte peggioramento (-54%), invece, l’indice ISPRED, elaborato dall’ENEA per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza.

È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA, che evidenzia per l’intero 2022 anche la crescita delle emissioni di anidride carbonica, che hanno registrato il secondo aumento consecutivo su base annua (+0,5%).
Un dato comunque meno negativo rispetto al +8,5% del 2021.


“Come nel resto dell’Eurozona il crollo dei consumi energetici dell’ultimo trimestre è stato causato da contrazione della domanda e azioni di adattamento nell’industria (produzione di beni intermedi -6%), clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 dei riscaldamenti e misure di contenimento dei consumi”

sottolinea Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi.

“Da agosto 2022 a febbraio 2023, periodo di riferimento del Piano nazionale di contenimento, i consumi di gas sono stati inferiori del 19% e quelli di elettricità del 4%, rispetto alla media degli ultimi cinque anni”.

A livello di prezzi medi 2022 rispetto al 2021, quello dell’elettricità è cresciuto di oltre il 100%, mentre quello del gas è aumentato del 57%.

“Alla crisi dei prezzi non si è sommata una crisi di disponibilità fisica delle risorse, grazie alle importazioni record di gas naturale liquefatto in Europa e al calo dei consumi, oltre che al clima mite di fine 2022.
A partire dagli ultimi mesi dell’anno, tutto ciò ha determinato un deciso ridimensionamento dei prezzi del gas, e a ruota di quelli dell’elettricità, ma l’equilibrio del mercato del gas resta fragile.

Al di là del breve periodo, gli alti prezzi restano una grave minaccia alla competitività dell’industria europea, basti pensare come nei due principali paesi manifatturieri dell’UE, Germania e Italia, la produzione industriale dei beni più energivori sia stata fortemente negativa nel 2022”

continua Gracceva.


A livello di fonti primarie, il calo dei consumi è il risultato di un minor impiego di gas (-10%) e fonti rinnovabili (-12%), anche a fronte di un maggior ricorso a petrolio (+5,5%) e carbone (+29%).

L’aumento delle emissioni di CO2 (+0,5%), nonostante il calo dei consumi di energia, è imputabile in primo luogo al maggior utilizzo di carbone e olio combustibile nel termoelettrico (+60%), che ha più che compensato la forte contrazione del gas naturale.

In contrasto con la tendenza degli ultimi anni, l’aumento delle emissioni ha riguardato solo i settori ETS (generazione elettrica ed energivori, +5,5%), mentre sono diminuite del 2,5% quelle dei settori non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria).


Fonte: enea.it – 7 aprile 2023