Green Deal europeo: proposta della Commissione per migliorare la prestazione energetica degli edifici

Unione Europea - Strategia “Ondata di ristrutturazioni”

La Commissione europea, riunitasi lo scorso 15 dicembre 2021, ha proposto di allineare le norme sulla prestazione energetica degli edifici al Green Deal europeo e decarbonizzare il parco immobiliare dell’UE entro il 2050.

La proposta faciliterà la ristrutturazione di abitazioni, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei.

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato:

“Stimolare la ristrutturazione delle abitazioni e di altri edifici sostiene la ripresa economica e crea nuove opportunità di lavoro.
La riqualificazione energetica determina inoltre una riduzione della bolletta per l’energia, ragion per cui l’investimento alla fine viene ammortizzato.”

“Affrontando gli ostacoli che si frappongono alla ristrutturazione e fornendo sostegno finanziario per i necessari investimenti iniziali, la proposta odierna sulla prestazione energetica degli edifici mira ad aumentare il tasso di ristrutturazione energetica in tutta l’UE.
L’accento è posto sugli edifici con le prestazioni peggiori per dare priorità alle ristrutturazioni più efficaci sotto il profilo dei costi e contribuire a combattere la povertà energetica.”

La revisione odierna della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia traduce in misure legislative concrete la strategia della Commissione “Ondata di ristrutturazioni”.

Kadri Simson, Commissaria per l’Energia, si è così espressa:

“Gli edifici sono il settore più energivoro in Europa: consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte degli edifici nell’UE non sono efficienti sotto il profilo energetico e sono ancora alimentati per lo più da combustibili fossili.”

“Dobbiamo agire in fretta perché oltre l’85% degli edifici attuali sarà ancora in piedi nel 2050, anno in cui l’Europa deve essere climaticamente neutra.
Migliorare le case è anche un modo efficace di rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia: gli immobili meno efficienti nell’UE consumano dieci volte più energia di quelli nuovi o ben ristrutturati.”

“E sono spesso le persone più vulnerabili a vivere nelle case dalle prestazioni peggiori e ad avere quindi difficoltà a pagare le bollette.
Gli interventi di ristrutturazione riducono sia l’impronta energetica degli edifici sia i costi dell’energia per le famiglie, stimolando nel contempo l’attività economica e la creazione di posti di lavoro.”

La Commissione propone che a partire dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione debbano essere a zero emissioni e, poiché il settore pubblico si presta ad un’azione più rapida, tutti gli edifici pubblici nuovi dovranno esserlo già dal 2027.
Ciò significa che dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da rinnovabili, non rilasciare emissioni di carbonio in loco da combustibili fossili e avere un attestato di prestazione energetica che ne indica il potenziale di riscaldamento globale basato sulle emissioni del loro intero ciclo di vita.

Per quanto riguarda le ristrutturazioni, sono proposte nuove norme minime di prestazione energetica a livello dell’UE, in base alle quali si dovrà riqualificare il 15% del parco immobiliare meno efficiente di ciascuno Stato membro.
Cioè quello con attestato di prestazione energetica di classe G, per farlo rientrare almeno nella classe F, in due tappe:

  • entro il 2027 per gli edifici non residenziali;
  • entro il 2030 per quelli residenziali.

Questa scelta di concentrarsi inizialmente sugli edifici con le prestazioni più basse risponde al duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e alleviare la povertà energetica.

Gli attestati di prestazione energetica contengono informazioni di pubblico dominio sul consumo di energia e sono importanti guide per le decisioni di investimento, acquisto e locazione: con le proposte odierne, diventeranno più chiari e conterranno informazioni migliori.

L’obbligo di disporre di un attestato di prestazione energetica è esteso agli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, agli edifici di cui si rinnova il contratto di affitto e a tutti gli edifici pubblici.
Gli immobili o le unità immobiliari messi in vendita o in affitto dovranno anch’essi esserne provvisti e la classe di prestazione energetica dovrà figurare in tutti gli annunci.
Entro il 2025 tutti i certificati dovranno basarsi su una scala armonizzata da “A” a “G”.

I piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima, in modo da poter seguire e confrontare i progressi compiuti e stabilire un collegamento diretto con la mobilitazione dei finanziamenti e l’avvio delle riforme e degli investimenti necessari.
I piani dovranno includere le tabelle di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffrescamento entro il 2040, così come le tappe per la trasformazione del parco immobiliare nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.

Un accesso più facile alle informazioni e una riduzione dei costi per i consumatori aiutano a promuovere la ristrutturazione.
La proposta odierna introduce il “passaporto di ristrutturazione”, uno strumento concepito per aiutare i proprietari a pianificare e realizzare interventi graduali fino ad azzerare le emissioni dell’edificio.

La proposta definisce cosa s’intende per “norme in materia di portafoglio ipotecario”, vale a dire un meccanismo che incentiva i prestatori a migliorare la prestazione energetica del loro portafoglio immobiliare e incoraggia i potenziali clienti a rendere le loro proprietà più efficienti sotto il profilo energetico.

La Commissione invita inoltre gli Stati membri a considerare la ristrutturazione nelle norme in materia di finanziamento pubblico e privato e a introdurre strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito.
A partire dal 2027 non potranno più essere dati incentivi finanziari per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili e gli Stati membri avranno la facoltà di vietare l’uso di questi combustibili negli edifici.

Le nuove regole incoraggiano a usare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e le tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente e chiedono di creare banche dati digitali per gli edifici.
Per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene la realizzazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e prevede l’aumento degli spazi dedicati al parcheggio delle biciclette.


Contesto:
La revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia fa parte delle proposte della Commissione raggruppate nel pacchetto “Pronti per il 55%” intese a realizzare il Green Deal europeo e la legge europea sul clima.
Completa gli altri elementi del pacchetto adottato nel luglio 2021, tracciando la linea per arrivare ad azzerare le emissioni del parco immobiliare entro il 2050.

Si tratta di uno strumento legislativo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Unione si è data per il 2030 e il 2050: gli edifici consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra; il riscaldamento, il raffrescamento e l’acqua calda per uso domestico sono responsabili dell’80% dell’energia consumata dalle famiglie.

La Commissione è decisa a ridurre la povertà energetica:
Nell’UE vi sono oltre 30 milioni di unità abitative che consumano troppa energia (almeno 2,5 volte in più della media degli edifici), il che fa lievitare le bollette delle famiglie.

I benefici di una riduzione delle bollette sono ancora più importanti di fronte all’attuale rincaro dei prezzi dell’energia.
Le persone che vivono negli edifici meno efficienti e in condizioni di povertà energetica non solo beneficerebbero di edifici migliori perché ristrutturati e dei conseguenti costi dell’energia più bassi, ma sarebbero anche protette da ulteriori aumenti e dalla volatilità dei prezzi di mercato.

Facendo aumentare il tasso di ristrutturazione, le misure della direttiva riveduta creeranno posti di lavoro locali, sostenendo la diffusione dell’innovazione e le PMI.
L’intensificazione delle ristrutturazioni dovrà essere accompagnata da capacità adeguate e da una forza lavoro qualificata.

Insieme al pacchetto odierno, la Commissione ha pubblicato un documento di lavoro in cui delinea i possibili percorsi di transizione verso un ecosistema dell’edilizia più resiliente, più verde e più digitale, e invita gli Stati membri, i portatori di interessi e tutti gli altri soggetti interessati a partecipare attivamente alla creazione collettiva di una visione del futuro di questo ecosistema.
Ulteriori informazioni, opinioni e idee per azioni concrete, impegni e investimenti possono essere fornite attraverso l’indagine UE in corso fino al 28 febbraio 2022.


Fonte: Commissione europea – 15 dicembre 2021