Torna la liquidità sul mercato immobiliare italiano, dopo un lungo periodo contrastato perché segnato dall’emergenza sanitaria.
In particolare, nei primi tre mesi del 2022 gli investimenti nel commercial real estate sono pari a 3,2 miliardi di euro, più del doppio rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2021 (1,5 miliardi).
Su base storica è il primo trimestre migliore di sempre per questo segmento.
Il recupero, come segnala una nuova ricerca della CBRE – leader mondiale nella consulenza immobiliare – ha interessato nel Paese tutte le asset class, grazie anche alla progressiva uscita dalla pandemia e la conseguente diminuzione delle incertezze che hanno caratterizzato il biennio 2020-21.
Gli stranieri dominano la piazza:
Il trimestre ha visto gli stranieri giocare un ruolo significativo in Italia, come mostra l’incidenza sul totale investito pari all’82% e l’arrivo di nuovi player sulla piazza.
Al contrario, si riduce per il periodo gennaio-marzo la partecipazione degli investitori locali (18%), che rimane però stabile in valori assoluti rispetto alla media degli ultimi 5 anni.
In questo periodo ha trovato ulteriore conferma la ricerca di immobili di qualità, alla luce della crescente attenzione dei consumatori per le tematiche ESG.
Per questo gli immobili di qualità e con standard di sostenibilità oggi sono visti come un’opportunità dagli investitori, un’occasione di medio termine non indifferente.
Aumenta il peso della qualità ESG:
Il settore residenziale chiude il primo trimestre con un’ottima performance: con 390 milioni di euro investiti e una pipeline che fa presagire il superamento del miliardo di transazioni entro fine anno.
Tutte le operazioni registrate, secondo l’analisi di CBRE, hanno interessato prodotto value add (di qualità), principalmente a Milano.
La carenza di prodotto con questo profilo di rischio e l’incremento dei prezzi degli asset in aree centrali nel capoluogo lombardo, stanno però spingendo gli investitori verso città secondarie.
Si registra, infatti, nel residenziale a sviluppo, un grande interesse anche su Roma, Bologna e Firenze.
Crescono i prezzi dei prodotti residenziali nuovi in vendita frazionata.
Il vivace interesse per la casa a termine:
Questa tendenza probabilmente è destinata a proseguire, anche per far fronte all’incremento dei costi di costruzione, che sta determinando un lieve calo di interesse nei confronti di location particolarmente periferiche (che non sosterrebbero un deciso rialzo dei capital values).
Molto elevato invece l’interesse per le operazioni in “forward commitment” sia per il Multifamily a Milano sia per lo Student Housing, nelle principali città universitarie.
La carenza di prodotto Core nel settore Living, dove l’attenzione degli investitori è forte grazie ai rendimenti molto più alti rispetto ai mercati più consolidati a livello europeo, inizia ad applicare pressioni al ribasso sui margini.
Asset class uffici | a Milano la parte del leone:
L’asset class uffici ha chiuso i primi tre mesi con flussi per un 1,4 miliardi, con Milano che continua a dominare la scena con un miliardo di euro investiti.
L’attuale quadro geopolitico rallenta leggermente gli investimenti sul prodotto Core, sul quale continua a pesare anche una forte carenza di prodotto.
Continuano i record della logistica, che segna il trimestre col valore più alto di sempre: 640 milioni.
Altrettanto significativo il bilancio scritto dal segmento hotels: 400 milioni investiti da gennaio, volume quasi triplicato rispetto allo scorso anno.
Positivi i volumi nel retail, che mostra finalmente segnali di inversione rispetto agli ultimi anni: 230 milioni investiti (+48% tendenziale).
Fonte: mutuionline.it – 19 aprile 2022