Nell’animata discussione sull’andamento del mercato della locazione, che sta interessando le principali città italiane negli ultimi mesi, si evidenzia il particolare successo ricoperto dai contratti di natura transitoria.
La sua flessibilità, lo rende particolarmente attraente sia per i locatori che per i conduttori ed il suo andamento è stato oggetto di uno specifico studio di Immobiliare.it Insights, che ne ha analizzato l’andamento in otto capoluoghi di regione italiani.
Questo tipologia di contratto utilizzato per esigenze temporanee e con una durata massima non superiore a 18 mesi, si distingue da quello tradizionale (quattro anni, con proroga tacita di ulteriori quattro in assenza di disdetta al ricorrere di precisi motivi indicati dalla Legge n. 431/1998) e dalle locazioni brevi, che invece non possono superare i 30 giorni.
L’approfondimento – che ha riguardato le città di Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste, nel primo semestre del 2024 – ha rivelato che la relativa domanda è aumentata in tutto il Paese, con picchi significativi a Roma e Milano (rispettivamente, +65% e +59%), a Bari (+57%) e Torino (+52%).
Rialzi più contenuti, seppur comunque abbondantemente in doppia cifra, anche a Trieste (+36%), Napoli (+35%), Firenze (+23%) e Bologna (+21%).
Un trend nazionale in forte crescita:
In generale, la domanda di locazioni transitorie ha registrato un incremento del +33% su tutto il territorio italiano, confermando un crescente presenza di questa tipologia di locazione nel mercato immobiliare italiano.
Impennata dei canoni delle locazioni transitorie:
L’ascesa della domanda di locazioni transitorie ha avuto una conseguenza diretta: l’aumento dei canoni richiesti, che quasi ovunque hanno registrato incrementi a due cifre.
Le uniche eccezioni sono state rappresentate da Trieste, dove sono addirittura diminuiti del -3%, e Bologna che ha evidenziato un modesto incremento del +1%.
Aumenti significativi in tutto il Paese:
Il dato nazionale evidenzia un aumento medio dei canoni del +17%, con il +26% di Torino (con una media da 10,4 a 13,2 euro/m2) a spiccare su tutti gli altri.
Roma segue da vicino, con un +26% e con canoni che sono aumentati da 17,2 a 21,6 euro/m2, mentre Firenze (da 21,7 a 25,7 euro/m2) e Bari (da 11,2 a 13,2 euro/m2) sono risultate essere leggermente più distanziate in graduatoria ed in crescita del +19%.
Crescono i canoni di locazione del +12% a Napoli (da 14,8 a 16,6 euro/m2), mentre a Milano si riscontra un aumento più contenuto (+10%), anche se il prezzo al metro quadro, che sfiora i 27 euro, è di gran lunga il più alto tra le città esaminate.
Anche l’offerta cresce:
Nonostante una domanda in rialzo, l’offerta di case disponibili per la locazione transitoria continua a crescere. A livello nazionale, infatti, si registra un incremento dello stock del +39%, con aumenti significativi anche nei singoli territori analizzati.
L’incremento più rilevante dell’offerta si registra a Milano, dove lo stock di case disponibili è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.
A seguire, Bari (+66%) e Firenze (+65%), sebbene ben distanziate da Milano.
Lo stock, inoltre, risulterebbe essersi ampliato del +56% a Torino, del +52% a Napoli, del +36% a Trieste, mentre a Bologna l’incremento è stato più moderato (+16%).
Chiude questa classifica Roma, dove l’incremento è stato più contenuto (+7%).
Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it, ha affermato:
«L’affitto transitorio sta attraversando un periodo fortunato nel nostro Paese, guadagnando terreno, in termini di preferenze e di opportunità per locatori e locatari, sulle altre forme di affitto.
Questo perché si tratta di una tipologia di contratto che incontra il favore sia dei proprietari, in quanto remunerativa e meno rischiosa, sia dei locatari, soprattutto di studenti e giovani lavoratori – che non hanno intenzione di vincolarsi per lungo tempo e ne apprezzano la flessibilità.Ma anche delle giovani coppie, che ancora non possono permettersi di comprare casa e rimangono in attesa di un ulteriore abbassamento dei tassi di interesse o di una congiuntura economica più favorevole, per decidersi a farlo».
Fonte: Immobiliare.it – 1 ottobre 2024