Mercato immobiliare: segnali di ripresa, ma la crescita è a rischio

I primi mesi del 2016 hanno evidenziato segnali di ripresa che, sebbene ancora deboli, non sono più circoscritti al solo settore residenziale, ma hanno investito anche gli immobili per le imprese.
E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare curato da Nomisma e presentato a Milano.

La ripresa del settore teme il rischio brexit:
I confortanti segnali di ripresa sul fronte delle compravendite – avverte Nomisma – potrebbero essere tuttavia annullati nei prossimi semestri da un quadro continentale connotato dal progressivo indebolimento delle prospettive di crescita, con l’inatteso risultato del referendum sulla Brexit che rappresenta un formidabile innesco di una nuova fase di incertezza e instabilità che contribuisce ad attenuare un ottimismo che sembrava riaffacciarsi dopo oltre 8 anni di recessione.

In aumento le compravendite delle abitazioni:
Nel mercato immobiliare al dettaglio, i segnali più eclatanti provengono dalle compravendite di abitazioni (+3,6% nel 2014, +6,5% nel 2015).
I primi tre mesi del 2016 hanno visto una crescita generalizzata di tutti i comparti, con un aumento del +17,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nello specifico +20,6% per il settore residenziale e +14,5% per quello commerciale, mentre il terziario presenta un debole +1,3%.
L’anno in corso dovrebbe concludersi, comunque, con 470.000 compravendite di case in Italia.

Ridimensionamento in 13 grandi città italiane:
A distanza di 9 anni dall’inizio della crisi, il mercato delle compravendite nelle 13 grandi città italiane presenta un ridimensionamento del 40% nel segmento residenziale e del 50% degli immobili per l’impresa.
Si nota, nel segmento uffici, un nuovo rallentamento dei mercati di Milano e Roma, mentre città come Genova, Napoli e Bologna presentano un trend moderatamente positivo.

I prezzi:
Nel primo semestre del 2016 la variazione tendenziale annua dei prezzi è ancora negativa, con una variazione compresa tra -1,8% delle abitazioni nuove e il -2,5% degli uffici.
Si rileva, infatti, che la ripresa delle compravendite di abitazioni non riesce a coinvolgere anche i prezzi.
Secondo l’Istituto bolognese, l’investimento nel settore immobiliare si colloca tra il 5% di abitazioni ed uffici e il 7% dei negozi.

Gli sconti:
Per quanto riguarda lo sconto praticato, il divario ha mostrato una riduzione per il terzo anno consecutivo, anche se attesta ancora su valori superiori (di oltre 6 punti percentuali) rispetto ai livelli pre-crisi.

Il mercato dei mutui:
Per il mercato dei mutui, Nomisma prevede per i prossimi 2-3 anni un recupero graduale, seppure incompleto, rispetto agli anni pre-crisi, mediante un lento processo di espansione dovuto ai nuovi criteri d’offerta degli istituti di credito, ai bassi tassi di interesse e a una domanda in crescita.
Nello specifico, una limitata revisione al ribasso dell’erogazioni potrebbe tuttavia emergere nel secondo semestre del 2016, per poi riprendere il percorso di espansione negli anni 2017-2018”.

Prende quota il canone concordato per gli affitti:
Passando a considerare i contratti di affitto per abitazioni, nel 2015 ne sono stati sottoscritti una cifra di poco superiore al milione, di cui solo il 22% ascrivibili ai comuni «ad alta tensione abitativa».
La tipologia prevalente è quella degli affitti a lungo periodo (60%), mentre i contratti transitori si attestano al 18% e al 20% le locazioni a canone concordato.
Solo il 2,2% è rappresentato da affitti di natura agevolata per gli studenti.
Dallo studio di Nomisma emerge come la locazione a canone concordato – nell’insieme dei 13 principali mercati monitorati – sta prendendo quota a scapito delle locazioni a canone libero.

Sintesi:
Nomisma presenta la fotografia di una famiglia italiana prudente nelle decisioni di spesa e di un settore bancario più disponibile ad operazioni di surroga o sostituzione, in linea con le capacità di rimborso di una notevole quota della domanda potenziale.

Fonte: Nomisma – Milano 13 luglio 2016