Nel terzo trimestre del 2024, la capacità economica delle famiglie di accedere all’acquisto di una casa in Italia è leggermente migliorata, secondo una recente analisi condotta dal portale immobiliare Idealista.
Il calcolo è stato effettuato calcolando la percentuale del reddito netto annuale che una famiglia dovrebbe destinare al pagamento delle rate di un mutuo – stipulato con caratteristiche medie in termini di importo, durata e tasso di interesse – per l’acquisto di un appartamento con due stanze, in varie Province e capoluoghi italiani.
La ricerca ha messo in luce una situazione più favorevole per chi desidera comprare casa, attribuibile a diversi fattori come l’andamento del mercato immobiliare e le dinamiche economiche, offrendo una possibile fotografia della sostenibilità economica nell’acquisto di una casa.
Questo indicatore, definito dall’ufficio studi di Idealista “tasso di sforzo“, che esprime il peso della casa sul potere d’acquisto, ha calcolato come la quota annua destinata al pagamento di un mutuo “tipico” si è attestato al 19% del reddito medio annuale delle famiglie, con una diminuzione del -0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Evidenziando un leggero miglioramento nella capacità economica delle famiglie di accedere al mercato immobiliare.
Tasso di sforzo nei capoluoghi | un panorama diversificato
Capoluoghi sopra la media nazionale:
In 34 capoluoghi italiani, il tasso di sforzo per l’acquisto di una casa supera la media nazionale del 19%, raggiungendo livelli critici.
In città come Venezia (39%), Bolzano (35,2%), Milano (34,2%) e Rimini (33,6%), più di un terzo del reddito familiare è necessario per sostenere l’investimento immobiliare.
Altri capoluoghi con tassi di sforzo elevati includono Napoli (32,1%), Firenze (30,2%) e Roma (27,6%, dal 29,6% dell’anno precedente), confermando che l’acquisto di una casa è particolarmente oneroso nelle aree urbane più richieste e con prezzi immobiliari elevati.
Capoluoghi sotto la media nazionale:
La maggior parte dei capoluoghi italiani, il 63% delle città monitorate, presenta un tasso di sforzo inferiore alla media nazionale.
In questi centri, l’acquisto di una casa è più accessibile.
Ad esempio, Vicenza registra un tasso di sforzo pari al 18,6%, mentre Biella (con il 6,3%) è il capoluogo più accessibile d’Italia.
Riduzioni del tasso di sforzo nel 2024:
Nel 61% dei capoluoghi italiani, il tasso di sforzo è diminuito rispetto all’anno precedente.
Le città con i cali più significativi, e quindi con un miglioramento nella capacità economica delle famiglie di accedere al mercato immobiliare, includono:
- Bolzano (-6,5%);
- Milano (-5,5%);
- Matera (-3,6%);
- Monza (-3,4%)
Anche grandi città come Roma (-2,0%), Bologna (-1,8%) e Venezia (-1,4%) hanno registrato riduzioni, riflettendo una maggiore sostenibilità nell’acquisto di case.
Capoluoghi con valori dell’indice stabili:
In sei capoluoghi, invece, il tasso di sforzo è rimasto invariato rispetto all’anno scorso: Livorno, Piacenza, Isernia, La Spezia, Pesaro e Reggio Calabria.
Aumenti locali del tasso di sforzo:
In 33 capoluoghi, invece, l’impegno economico necessario per acquistare una casa è aumentato.
I maggiori incrementi sono stati registrati a:
- Gorizia (+3%);
- Padova (+2%):
Tasso di sforzo nelle province | variazioni significative
Province con il tasso di sforzo più elevato:
Tra le province italiane, Bolzano registra il tasso di sforzo più alto per l’acquisto di una casa, con il 39,3% del reddito familiare destinato al pagamento di un mutuo.
A seguire, troviamo Rimini (34,5%) e Imperia (34,2%), che evidenziano la maggiore onerosità dell’acquisto di una casa in queste aree.
In altre 34 province, il tasso di sforzo supera la media nazionale del 19%, ma rimane sotto la soglia critica del 33%.
Tra queste, spiccano province come:
- Napoli (29,1%);
- Venezia (27,3%);
- Firenze (25,7%);
- Milano (25,1%);
- Roma (24,4%).
Province sotto la media nazionale:
Le restanti province si collocano al di sotto della media nazionale del 19%, con tassi di sforzo più contenuti, con valori che variano dal 18,8% di La Spezia, al 5,4% di Biella che si attesta come la provincia con il tasso di sforzo più basso in Italia.
Fonte: Idealista – 19 novembre 2024