MUTUI: 300.000 potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione

Mutui-rinegoziazione

Dopo l’innalzamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, il Governo ha inserito nella legge di Bilancio 2023 (pubblicata in Gazzetta ufficiale il 29 dicembre) la cosiddetta “Manovra Mutui”, un’agevolazione per consentire a chi ha un mutuo ipotecario a tasso variabile di rinegoziare un tasso fisso con un’operazione a condizioni predeterminate.

La Manovra, che ripropone una disposizione del Decreto Sviluppo del 2011 (dl 70/2011, articolo 8, comma 6), prevede infatti la possibilità di rinegoziare il proprio mutuo con la Banca a fronte dei seguenti requisiti:

  • mutui ipotecari in origine non superiori a 200.000 euro;
  • ISEE del mutuatario, al momento della richiesta, non superiore a 35.000 euro;
  • assenza di ritardi nei pagamenti delle rate.

Inoltre, si potrà concordare anche un allungamento del piano di massimo 5 anni a patto che la durata residua del mutuo non superi i 25 anni.

La nuova possibilità di rinegoziare il proprio mutuo da variabile a fisso, introdotta con la Manovra Mutui, si affianca a quella già prevista dal 2007 (con la Legge Bersani) della surroga, ovvero il trasferimento del finanziamento in essere con un istituto a un altro, se quest’ultimo offre condizione economiche più vantaggiose.


Andamento del mercato dei mutui | Manovra e rialzo dei tassi:
Secondo un’analisi realizzata da CRIF, i mutui ipotecari a tasso variabile che in Italia rispecchiano le caratteristiche indicate nella Manovra e sono potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione sono circa 300.000.

Sul mercato dei mutui incide anche la forte evoluzione degli indici di riferimento, avviatasi nel corso del II trimestre 2022.
Secondo l’ultima edizione della Bussola Mutui, realizzata da CRIF insieme con Mutuisupermarket, l’indice Euribor 3 mesi (che aumenta da un valore medio dell’1,43% a ottobre, a un 2,23% medio a dicembre) e un indice IRS a 20 anni (che sullo stesso periodo diminuisce da un valore medio di 2,96%, a un valore medio del 2,57%) spingono una parte sempre crescente della platea dei potenziali mutuatari a optare per la scelta di un mutuo a tasso fisso.

Mentre, i tassi Euribor seguono da vicino la politica monetaria BCE e i rialzi attesi sui prossimi mesi del tasso BCE (oggi al 2,5%, ma previsto ulteriormente in crescita sui prossimi trimestri), l’andamento dei tassi IRS di lunga durata incorpora sin da ora una correzione attesa della politica monetaria sul lungo periodo.
Che viene quindi interpretata come meno stringente di quanto previsto nel terzo trimestre 2022, complici i primi segnali percepiti di rallentamento dell’inflazione.

La percentuale delle richieste sul canale online di mutuo a tasso fisso, passano quindi dal 58% del totale nel III trimestre 2022 al 72% del totale nel IV trimestre del 2022.


Fonte: crif.it – 10 marzo 2023