Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie consumatrici registra una contrazione (-9.8% i flussi, rispetto ai primi 9 mesi del 2021), scontando il calo nel terzo trimestre 2022 dei mutui con finalità di acquisto.
Il risultato riflette la flessione delle surroghe in atto ormai da molti trimestri, a cui si è sommata – a partire dal terzo trimestre del 2022 – quella dei mutui d’acquisto.
Queste alcune delle evidenze che emergono dalla 53^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.
Questi ultimi sono stati penalizzati dall’aumento dei tassi di interesse e dalla minore disponibilità delle famiglie al ricorso al credito, indotto dal protrarsi del clima di incertezza legato al contesto geopolitico e macroeconomico.
Ha influito anche il temporaneo venire meno dell’offerta di mutui agevolati con garanzia Consap agli under 36, diventati economicamente non sostenibili per l’offerta.
Le prospettive per il 2023-2024:
Lo scenario italiano continua a essere dominato dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei tassi d’interesse e dalla prospettiva di un rallentamento della crescita economica, le cui ricadute peseranno sulle condizioni finanziarie delle famiglie.
Rispetto ai primi sei mesi del 2022, le prospettive sull’economia e il mercato del credito appaiono peggiori a causa degli effetti delle tensioni generate dal conflitto in Ucraina.
Per quanto riguarda il 2023, le erogazioni di prestiti per acquisto delle abitazioni si ridimensioneranno, mantenendo comunque le consistenze in crescita pur se in rallentamento dal 2023. Rimarranno infatti attivi molti degli incentivi governativi, in particolare quelli rivolti ai giovani, alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico, favorendo la crescita del comparto.
La prevista crescita dell’inflazione si è manifestata più intensa e duratura di quanto ipotizzato nella precedente edizione dell’Osservatorio e ha, quindi, impattato negativamente sul reddito reale delle famiglie, il cui potere d’acquisto risulta ridotto.
A tale fenomeno – e agli strascichi del Covid – si aggiunge l’aumento dei tassi di interesse rendendo l’insieme di queste circostanze meritorio di un supplemento di attenzione.
Fonte: CRIF – 22 dicembre 2022