Il tasso variabile dei mutui ha imboccato la strada della discesa, come evidenziato nell’ultimo Osservatorio mensile di MutuiOnline.it relativo a giugno 2024.
Dal 3,81% di maggio al 3,72% di giugno per l’Euribor a 3 mesi, dal 3,82% al 3,63% per la scadenza a 1 mese, infatti, anche il benchmark di riferimento per la costruzione dei mutui a tasso variabile ha imboccato la strada della discesa.
Lasciando immaginare che nei prossimi mesi si possa avere un impatto simile anche sui tassi applicati a quelli erogati.
Stabilità del tasso fisso:
Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, non sono state registrate variazioni significative nell’IRS dell’ultimo mese, lo specifico parametro di riferimento.
Questo indice rimane, infatti, in un range che va dal 2,51% per la scadenza a 30 anni al 2,81% per quella decennale, continuando a rappresentare un’opzione più conveniente rispetto ai tassi variabili.
Differenziale tra tasso fisso e variabile:
Se si guarda ai tassi applicati nel mese di giugno, si è osservato un lieve restringimento del differenziale tra i tassi fissi e variabili per i mutui a 20 e 30 anni.
Nonostante ciò, il tasso fisso rimane nettamente più vantaggioso, con un TAN medio del 3,26% rispetto al 5,04% del tasso variabile.
Le variazioni registrate – con una leggera discesa del variabile e un lieve aumento del fisso – sono troppo contenute per indicare un trend chiaro e potrebbero rappresentare solo un semplice aggiustamento rispetto alle tendenze precedenti.
Consueta prevalenza delle richieste per il tasso fisso:
Le richieste di finanziamento si concentrano ormai quasi esclusivamente sui mutui a tasso fisso, che hanno raggiunto il 99,4% del totale nel secondo trimestre del 2024, in aumento rispetto al 98,0% del primo trimestre.
Le opzioni a tasso variabile (misto o con cap), invece, rimangono marginali e con percentuali molto basse.
Spinta verso i mutui green:
I mutui green, che finanziano l’acquisto o la ristrutturazione degli immobili ad alta efficienza energetica, stanno consolidando una tendenza di risparmio rispetto ai mutui tradizionali, offrendo uno sconto di circa mezzo punto percentuale rispetto a quelli standard.
Questo fenomeno non è ovviamente attribuibile solo a strategie di marketing, o alla sensibilità delle banche verso la sostenibilità ambientale.
Diversi studi recenti hanno infatti evidenziato la maggiore difficoltà di vendita degli immobili con bassa efficienza energetica ed i potenziali acquirenti sono, di conseguenza, preoccupati per i costi elevati delle bollette e per l’incertezza sui costi di ristrutturazione.
Prospettive future e ristrutturazioni obbligatorie:
Questa tendenza è destinata a rafforzarsi ulteriormente, con l’avvicinarsi del 2030, data entro la quale alcuni degli immobili meno efficienti dal punto di vista energetico potrebbero richiedere significative ristrutturazioni.
Senza che, al momento, si prevedano nuovi incentivi pubblici generosi come quelli offerti in passato.
Finalità dei finanziamenti richiesti:
Secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it, non ci sono stati cambiamenti significativi nelle finalità per cui vengono richiesti i finanziamenti:
- L’acquisto della prima casa rimane la principale motivazione, con il 56,1% delle richieste, (una cifra stabile rispetto al 56,7% del trimestre precedente).
- Le surroghe rappresentano circa un terzo del totale (33,3% nel secondo trimestre, leggermente in calo rispetto al 34,1% del primo trimestre);
Durata media dei finanziamenti:
La durata media dei finanziamenti non ha subito variazioni ed è rimasta stabile a 24,1 anni dal quarto trimestre dello scorso anno.
Aumento del loan to value:
Il loan to value, ovvero la percentuale di finanziamento rispetto al prezzo d’acquisto dell’immobile, continua a crescere.
Tra aprile e giugno, questa quota si è attestata mediamente al 68,1%, in leggero aumento rispetto al 67,8% del primo trimestre e al 65,7% del secondo trimestre 2023.
Fonte: MutuiOnline.it – 30 luglio 2024
Mutui: domanda in crescita del +3,4%, nel primo semestre 2024