Galoppa l’importo medio dei mutui richiesti dagli italiani e si assiste ad un importo record rispetto agli ultimi 10 anni.
Che supera i 145.000 euro (145.343 euro), con un +0,9% se confrontato con lo stesso periodo del 2022.
Complessivamente, nel I trimestre del 2023, le richieste di istruttoria per mutui immobiliari da parte delle famiglie italiane hanno fatto segnare una contrazione del -23,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Considerando il solo mese di marzo, la flessione della domanda di mutui è stata del -22,7%, confermando così la componente strutturale della contrazione delle surroghe.
Entrando nel dettaglio, nel 2022 il fenomeno delle surroghe ha subito una flessione del 57,2%, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 4,3% (Fonte: il Sistema di Informazioni Creditizie EURISC).
Gli italiani che richiedono più mutui sono under 44, preferiscono piani di rimborso dilazionati e sotto ai 300.000 euro:
Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nel primo trimestre del 2023 le richieste di mutuo per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro restano ancora la soluzione preferita dalle famiglie italiane. Con circa il 29,6% del totale, un dato sostanzialmente in linea con il corrispondente periodo del 2022.
Al secondo posto (con il 25,8%) rimane la classe di importo 150.000-300.000 euro.
Dall’analisi della distribuzione delle richieste per durata, emerge che la classe di durata più richiesta risulta essere quella da 25–30 anni, con il 36,9% del totale.
Nel complesso, oltre 8 richieste su 10 prevedono piani di rimborso superiori ai 15 anni, a conferma della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio familiare.
Anche la domanda per classi di età si mantiene pressoché stabile rispetto allo stesso trimestre del 2022.
Infatti, continua a essere la fascia di età compresa tra i 25-44 anni quella a maggiore incidenza (61,5% del totale) a cui segue quella 45-54 anni che rappresenta quasi una richiesta su 4.
“L’aumento del costo della vita sta mettendo a dura prova le finanze delle famiglie italiane.
Infatti, da un ultimo Osservatorio Nomisma emerge che il 13% delle famiglie ritiene il proprio reddito insufficiente per le spese primarie, tra cui quelle legate alla casa.A questo gruppo di famiglie si aggiunge chi (il 43% delle famiglie intervistate) valuta la propria condizione reddituale per i prossimi mesi alquanto incerta.
Considerando il quadro macroeconomico incerto, si prevede un 2023 caratterizzato da un trend che potrebbe crescere per quanto riguarda i tassi di default bancari”
commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.
Fonte: crif.it – 8 maggio 2023