MUTUI: probabile ulteriore rialzo dei tassi di interesse

Andamento mutui

Il 28 ottobre prossimo la Banca Centrale Europea dovrebbe alzare anche i tassi ufficiali, come già fatto due volte da inizio luglio.
Con la possibilità di un ulteriore ritocco verso l’alto nella riunione del 15 dicembre.

Questi sono gli orientamenti della maggior parte degli esperti.

Chi ha intenzione di comprare casa, farebbe bene a non rimandare troppo a lungo la decisione.
Perché nella prossima riunione, calendarizzata per il 27 ottobre, la Banca Centrale Europea potrebbe alzare di un altro 0,75% i tassi ufficiali, come già fatto lo scorso 8 settembre.
Con un ulteriore ritocco di mezzo punto nella riunione del 15 dicembre.

Questi sono gli orientamenti della maggior parte degli esperti, complice la presa di posizione della governatrice Christine Lagarde, che nelle scorse settimane ha parlato di cinque sedute (due sono quelle archiviate) necessarie per raggiungere il livello di neutralità sui tassi.

Rata più cara di 50 euro:
Siamo alle ipotesi, ma un elemento sembra certo: con i prezzi dei beni di consumo che anche ad agosto hanno continuato a crescere, con un +9,1% rispetto a dodici mesi prima, l’Eurotower continuerà sulla strada di una politica monetaria restrittiva.
Con ricadute negative sui tassi dei mutui.

MutuiOnline.it ha effettuato una simulazione dell’impatto generato dall’ultimo ritocco all’insù.
Per un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo ventennale di 140.000 euro, necessari a finanziare l’acquisto di un immobile da 200.000 euro, quindi con un loan to value del 70%, la rata cresce di oltre 50 euro al mese.

A questo risultato si arriva considerando la migliore offerta a tasso fisso prima e dopo la mossa della Bce: da 769 euro mensili, si è passati a 822 euro, che nell’arco di rimborso ventennale significa una spesa aggiuntiva di ben 12.700 euro.
Il tasso variabile cresce in proporzione di più (+7,4%), passando da 664 a 713 euro al mese.

Ovviamente ogni situazione è diversa dalle altre, per cui le simulazioni hanno un valore limitato, ma sicuramente indicano una tendenza.
Così come va anche ricordato che spesso gli indici di mercato si muovono in anticipo rispetto alle mosse della Bce.

In particolare, l’Osservatorio di MutuiOnline.it segnala che i tassi dei mutui fissi sono passati dall’1,32% di gennaio (Tan medio a 20 e 30 anni) al 3,18% di luglio e al 3,08% di agosto.
I tassi variabili invece sono rimasti sostanzialmente stabili fino a maggio, seguendo l’andamento dell’Euribor, che nei primi cinque mesi dell’anno è cresciuto solo di 25 punti base restando in territorio negativo.

Da giugno il benchmark dei mutui a tasso variabile ha però iniziato a crescere seguendo l’aumento del costo del denaro della Bce, superando lo 0,8% a inizio settembre (a tre mesi).
Di conseguenza, mentre per la prima parte dell’anno i tassi variabili medi sono rimasti sotto l’1%, ad agosto si sono attestati oltre l’1,60%, in crescita di 16 punti base rispetto alla rilevazione di luglio (e di 75 punti rispetto a gennaio).

L’evoluzione attesa:

“La manovra della Bce rispecchia le aspettative del mercato”

è l’analisi di Alessio Santarelli, direttore generale della divisione broking di Gruppo MutuiOnline e amministratore delegato di MutuiOnline Spa.
Il quale ricorda che:

“è ancora possibile trovare offerte vantaggiose affidandosi ai servizi di comparazione come il nostro.
Non siamo più in uno scenario di tassi ai minimi storici e spread ridotto tra fisso e variabile come negli ultimi tre anni, al contrario adesso le caratteristiche distintive dei diversi prodotti possono fare la differenza”.

È importante inoltre ricordare che il mutuo è un investimento a lungo termine.
Per questa ragione, aggiunge Santarelli, deve essere affrontato:

“senza farsi influenzare eccessivamente dal contesto economico congiunturale in quanto mutevole e considerando che una surroga in futuro è sempre possibile.
Oggi per chi vuole la sicurezza del tasso fisso è importante concludere il contratto il prima possibile”

sottolinea il manager di MutuiOnline,

“mentre chi è disponibile ad assumersi il rischio di un variabile godrà di rate inizialmente più basse, che sicuramente aumenteranno nei prossimi mesi.

Infine i mutui con cap rimangono un’opzione interessante guardando con attenzione a offerte il cui tasso variabile di partenza e il tetto limite non si allontanino più di 50-100bps dai prezzi di un prodotto fisso o variabile senza cap”.

Il variabile recupera appeal:
La situazione di incertezza del mercato si ripercuote anche sulle tipologie di tasso richiesto: nel trimestre corrente la quota delle richieste di mutuo a tasso variabile su MutuiOnline.it ha raggiunto il 46,7% del totale, in netto aumento rispetto al 12,1% del primo trimestre dell’anno.

Il successo riscosso dai tassi variabili è dovuto alla loro indubbia convenienza nel breve termine, essendo i tassi medi quasi la metà degli equivalenti fissi; dall’altra parte il è una scommessa sul futuro puntando sul fatto che i variabili non crescano più dell’attuale tasso dei fissi.
Anche perché all’orizzonte si va concretizzando il rischio recessione, che consiglia una certa prudenza alla Bce.

Importi in calo:
Intanto, l’indebolirsi del quadro macro incide sull’importo medio richiesto.
Dopo il massimo storico toccato nel primo trimestre, a quota 141.304 euro, si è scesi a una media di 133.534 euro.

Mentre i mutui giovani continuano a crescere, avendo raggiunto ormai un terzo di tutte le richieste.

“Si è trattato di un’importante misura di inclusione sociale con risultati tangibili”

secondo Santarelli.

“Purtroppo, ha subito una battuta d’arresto a giugno, a causa dello spread troppo basso tra TEGM e tassi di riferimento che ha portato le banche a offrire unicamente prodotti a tasso variabile”

conclude.


Fonte: mutuionline.it – 20 settembre 2022