MUTUI: le prospettive e le scelte

Mutui prospettive e scelte

Chiusa l’epoca d’oro dei tassi sotto l’uno per cento dei mutui, il nuovo anno sembra continuare un trend in risalita apertosi a metà 2022.
Il motivo che ha indotto la Bce a intervenire in più occasioni con aumenti dei tassi (l’ultimo a dicembre ha portato il costo del denaro al 2,50%, ma se ne attende uno ulteriore fino al 3%) è stato il cercare di ristabilire un livello più basso del tasso di inflazione, adesso all’8% ma schizzato lo scorso ottobre fino all’11,6%.

Il risultato a oggi è che i mutui a tasso fisso sono stati fin dallo scorso anno i primi a scontare i rialzi e attualmente si assestano con valori che iniziano a diventare stabili, mentre si assiste alla progressiva impennata dei tassi variabili, fino a ridurre al minimo la forbice tra le due tipologie di tasso, attualmente sui 50 punti base.

Cosa ci aspetta per il resto dell’anno?
Se nell’ultimo anno l’aumento dell’inflazione è stata determinata dal rincaro dei prezzi di gas e petrolio, per l’anno in corso gli incrementi previsti riguarderanno i costi di beni e dei servizi: la crescita dei tassi andrà dunque a contrastare nello specifico questa parte della domanda.

Come scrive la Banca Centrale Europea nel suo ultimo bollettino:

“I tassi di interesse devono ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.

Quale destino attende chi ha già un mutuo o chi si appresta ad accenderlo?
Finché l’inflazione è alta, anche i tassi saranno elevati.
A pagarne conseguenze più pesanti saranno i mutui a tasso variabile, con un progressivo aumento che li ha visti passare da valori negativi (-0,58% a dicembre 2021), al 2,45% attuale (tasso Euribor 3 mesi | Osservatorio MutuiOnline del 24 gennaio 2023).

Tradotto in moneta, chi ha un variabile della durata di 25 anni aperto da circa un anno, ha subìto un aumento della rata di circa 100 euro.
I mutui a tasso fisso IRS a 20 anni a gennaio hanno invece subito aumenti minimi e hanno fatto segnare valori sotto il 2,70%.

Le previsioni danno anche un aumento del tasso Euribor al 4%, dunque tra non molto un mutuo a tasso variabile a lungo termine potrebbe costare quanto uno a tasso fisso.
Gli aumenti caratterizzeranno tutto il 2023 procurando una contrazione del mercato immobiliare che secondo le stime di Nomisma dovrebbe essere intorno al 13%.

Come scegliere il mutuo adesso?
Se si sta per acquistare casa con un mutuo, la scelta della soluzione migliore non dovrebbe essere difficile: è questo il momento giusto per puntare sul tasso fisso.
Per quanto non esista una soluzione universale e conveniente per tutti, se il mutuo è di lunga durata conviene fissare il tasso per tutto il periodo, così da evitare sorprese nel corso degli anni.

Se invece si trattasse di un mutuo di durava più breve, ad esempio 10 o 15 anni, bloccando il tasso per l’intero ammortamento si rischierebbe di perdere i vantaggi dei ribassi che con certezza subirà in futuro il tasso variabile.

Uno strumento utile per fare previsioni riguardo alla spesa del mutuo è offerto dal comparatore MutuiOnline.it, che consente di calcolare la rata del mutuo con una soluzione creata specificamente allo scopo di scoprire l’importo della rata negli anni.


Fonte: mutuionline.it – 27 gennaio 2023