NPL: la proposta di legge potrebbe infliggere significativi danni collaterali al mercato italiano del credito

Immagine relativa alla proposta di legge sugli NPL che potrebbe infliggere significativi danni collaterali al mercato italiano del credito

La proposta del governo italiano “A.C. 843”, volta a sostenere i mutuatari in difficoltà finanziarie dando loro la possibilità di riacquistare esposizioni già vendute a terzi tramite ABS o cessioni di crediti, sta creando una significativa turbolenza nel mercato degli NPL.

La proposta di legge prevede il riconoscimento al debitore ceduto di un diritto di opzione e quindi la facoltà di estinguere la posizione debitoria, versando una somma pari al prezzo d’acquisto della posizione da parte della società cessionaria, maggiorata del 20%.
Tale diritto sarebbe riconosciuto a persone fisiche e piccole e medie imprese, per posizioni sino a 25 milioni di euro.

L’opzione di riacquisto consentirebbe ai mutuatari di ripulire il loro stato creditizio presso la Centrale Rischi e dare accesso ad eventuali nuovi finanziamenti.

In sostanza, prendendo come riferimento un debito bancario di 100.000 euro, se il titolare fatica a ripagarlo, la banca lo cede a un’agenzia di recupero crediti che lo acquista a un prezzo inferiore rispetto al suo valore nominale, supponiamo 30.000 euro.
Nel momento in cui l’agenzia si rivolge al debitore per riscuotere il debito, quest’ultimo ha la possibilità di pagare una somma di 50.000 euro (cifra di acquisto + 20% dell’ammontare complessivo del credito).

In questo modo il creditore realizza un utile e il debitore ha regolarizzato la sua posizione pagando una cifra inferiore all’ammontare del suo debito.
L’obiettivo della norma sarebbe quello di agevolare le prospettive di recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in “bonis” del debitore ceduto.

La proposta è stata di nuovo presentata nonostante il chiaro parere contrario di Banca d’Italia, formulato già nella precedente legislatura.

Il tema è che si parte dall’idea che, una volta ceduto il credito, questo sarà recuperato dal servicer nella sua totalità.
Ma si tratta di crediti deteriorati che presentano, per essere tali, una difficoltà di recupero e quel prezzo di cessione esprime il rischio connesso alla recuperabilità che non è certa, oltre ai costi di gestione e di quelli delle procedure legali.

La proposta non avrebbe alcun impatto immediato sulla qualità del credito delle banche, ma gli effetti a catena della sua natura retroattiva potrebbero causare danni significativi al mercato dei crediti deteriorati.
Scendendo più nelle questioni di dettaglio, appare difficile comprendere come mai il limite delle esposizioni deteriorato sia fissato a 25 milioni di euro, quando l’intento dichiarato del provvedimento è quello di sostenere famiglie e piccole imprese.

Il sistema, come concepito, potrebbe inoltre indurre i debitori a non onorare i propri impegni, al fine di pagare meno per il debito contratto, attendendo che questo venga ceduto.
Si va a promuovere una ‘cultura dell’inadempimento’, a danno di chi ha sempre onorato i propri debiti e le proprie obbligazioni pecuniarie.

La natura retroattiva ha creato preoccupazione tra gli investitori e gli altri partecipanti al mercato, quindi è probabile che l’appetito per le transazioni NPL italiane precipiti con l’incertezza scontata.
Si prevede, tuttavia, che la proposta avrà un impatto limitato sulla performance delle cartolarizzazioni italiane di NPL.

La determinazione dei prezzi di pronti contro termine è aperta all’interpretazione, ma si può dedurre che i mutuatari pagherebbero la media del prezzo di portafoglio a cui appartengono i prestiti in percentuale del valore contabile lordo più un premio.
Questa definizione andrebbe a vantaggio di alcuni mutuatari, ma penalizzerebbe altri, indipendentemente dalla loro capacità di pagare il prezzo dell’opzione.

Si ritiene che una quota relativamente piccola di mutuatari eserciterebbe l’opzione perché sarebbe molto difficile da implementare.
Il contenuto e le formalità del processo di notifica potrebbero anche innescare contenziosi da parte dei debitori, che allungherebbero i tempi di risoluzione.

Si prevedono, comunque, possibili ritardi nei flussi di cassa delle transazioni, fino a quando la proposta non sarà approvata o respinta.


Fonte: Scope Ratings – 4 settembre 2023