Normativa UE sul clima: cosa prevede per gli immobili, il nuovo Piano 2040?

Normativa UE sul clima: cosa prevede per gli immobili, il nuovo Piano 2040?

La Commissione europea ha presentato una proposta che segna un obiettivo ambizioso, che potrebbe avere un impatto profondo e diretto sul settore immobiliare.
Ovvero, ridurre del 90% le emissioni nette di gas serra (emissioni prodotte dall’intera economia dell’Unione, dopo la deduzione delle rimozioni di CO2 dall’atmosfera), entro il 2040.

Ma cosa significa concretamente per chi possiede una casa, per chi lavora nell’edilizia o per chi sta pensando di investire nel mattone?
Non si tratta, infatti, solo di nuove regole, ma di una trasformazione che dovrà essere supportata da ingenti finanziamenti.

Il ruolo chiave del settore immobiliare:

Per capire il potenziale impatto sul settore immobiliare, di queste misure finalizzate alla riduzione delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, è fondamentale tenere a mente alcuni punti chiave:

  • Un obiettivo per tutta l’economia: il taglio del 90% non riguarda solo le case, ma è un target complessivo per l’intera economia dell’UE.
    Tutti i settori, dall’industria ai trasporti, dovranno contribuire.
  • Il ruolo cruciale degli edifici: poiché gli immobili sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 in Europa, il loro contributo sarà decisivo per raggiungere il traguardo finale.
  • Nessun nuovo obbligo (per ora): questa specifica proposta non introduce nuove regole o scadenze dirette per le ristrutturazioni e le nuove costruzioni, ma si concentra solo sulla definizione dell’obiettivo generale.
  • Le regole specifiche arriveranno dopo il 2030: la definizione di standard dettagliati per gli immobili, rientrerà in una “futura architettura politica”.
    Agli Stati membri, infatti, sarà lasciata una “maggiore flessibilità settoriale e nazionale”, sul come pianificare i propri sforzi per raggiungere l’obiettivo complessivo.

La preoccupazione principale per ogni proprietario di casa è il costo di questi interventi.
La proposta europea, però, non ignora questo aspetto e prevede meccanismi di finanziamento specifici per sostenere cittadini e imprese:

  • Aiuti diretti per famiglie e piccole imprese: il Fondo Sociale per il Clima (SCF), operativo dal 2026, metterà a disposizione 86,7 miliardi di euro.
    Questo fondo è pensato specificamente per sostenere i cittadini più vulnerabili e le microimprese ad affrontare i costi della transizione, ad esempio aiutando a pagare i lavori di ristrutturazione o a sostituire la vecchia caldaia con un sistema più efficiente.
  • Fondi per la riqualificazione su larga scala: il Recovery and Resilience Facility (il fondo del PNRR) continua a essere uno strumento centrale.
    Con un totale di 648 miliardi di euro, di cui in media il 42% destinato a misure ecologiche, gli Stati membri possono finanziare grandi progetti di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato.

Le regole sull’efficienza energetica, dettate dalla Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), influiranno direttamente sul valore delle case e sulle possibilità di ottenere un mutuo.
Con i valori di classe energetica, destinati a ricoprire un ruolo sempre più rilevante:

  • Case poco efficienti: gli immobili con basse classi energetiche (come F o G) potrebbero svalutarsi, perché diventerà più difficoltoso venderli o affittarli.
  • Case “green”: le case ristrutturate o nuove, con un’alta efficienza energetica, saranno più richieste e il loro valore di mercato probabilmente crescerà.
  • Mutui più facili per chi sceglie il “green”: le banche favoriranno chi acquista o ristruttura in modo sostenibile, con tassi più convenienti. Ottenere un finanziamento per una casa poco efficiente, quindi, potrebbe diventare più complicato e costoso.

Questo cambiamento potrebbe mettere in difficoltà chi ha meno risorse e, proprio per questo, i fondi europei e nazionali saranno fondamentali per aiutare i singoli proprietari ad adeguare la propria abitazione.

Se da un lato ci potrebbero essere nuovi obblighi, dall’altro si apre un enorme mercato per il settore delle costruzioni e per tutta la filiera collegata.
La spinta verso l’efficienza energetica creerà nuove opportunità di business e posti di lavoro per:

  • Imprese di costruzione e artigiani specializzati in riqualificazioni energetiche.
  • Produttori di materiali isolanti, infissi performanti e tecnologie pulite (pompe di calore, pannelli solari).
  • Progettisti, architetti e certificatori energetici.

Inoltre, la strategia promuove l’accesso a materie prime sostenibili e metodi di produzione circolare nell’edilizia, spingendo il settore verso un’innovazione che guarda al futuro.

In sintesi: cosa aspettarsi?

La proposta non è solo un obiettivo ambientale, ma un piano industriale ed economico che mette gli edifici al centro della transizione, incentivando un percorso verso case più efficienti, confortevoli e dal valore potenzialmente più alto, auspicabilmente supportato da consistenti aiuti finanziari.

Per il settore edilizio, invece, potrebbe rappresentare una sfida ed una straordinaria occasione di crescita e innovazione.

E adesso? il percorso per trasformare la proposta in legge:

La proposta della Commissione dovrà ora essere approvata, per diventare vincolante.

Queste saranno le tappe principali:

  1. Esame e dibattito nelle istituzioni: la proposta verrà inviata contemporaneamente al Parlamento europeo (i rappresentanti eletti dai cittadini) e al Consiglio dell’Unione europea (i governi dei 27 Stati membri).
    Entrambe le istituzioni analizzeranno il testo, proponendo eventuali modifiche e definendo la propria posizione ufficiale.
  2. Il “Trilogo” (la fase di negoziazione): una volta che Parlamento e Consiglio avranno espresso una posizione, inizieranno i negoziati informali, noti come “trilogo”.
    L’obiettivo sarà trovare un testo di compromesso che sia accettabile per entrambi, con la Commissione europea che agisce da mediatore.
  3. Approvazione finale: se si raggiungerà un accordo, il testo di compromesso verrà sottoposto al voto finale formale, sia in Parlamento che in Consiglio.
    Se entrambe le istituzioni lo approveranno, la proposta diventerà legge.
  4. Pubblicazione e entrata in vigore: l’atto legislativo finale verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e diventerà operativo a tutti gli effetti.

Fonte: Commissione Europea – 2 luglio 2025

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