OMI: nel 2021 quasi 750.000 abitazioni compravendute in Italia | +34% sul 2020 e +24% sul 2019

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Il Rapporto Immobiliare 2022 sul mercato residenziale, a cura dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (OMI), analizza i dati di consuntivo del mercato immobiliare delle abitazioni con riferimento all’anno trascorso, desunti dai diversi archivi amministrativi di Catasto, Pubblicità immobiliare, Registro e OMI.

Il Rapporto si articola nei seguenti capitoli:

  • le compravendite: andamenti dei volumi di compravendite di abitazioni e delle pertinenze; analisi delle dimensioni delle abitazioni compravendute; stima del valore del volume di scambio delle abitazioni (fatturato); andamenti dei volumi di compravendite della nuda proprietà delle abitazioni;
  • i mutui ipotecari: analisi delle principali caratteristiche dei mutui ipotecari erogati per l’acquisto delle abitazioni, relativamente al numero di abitazioni acquistate con mutuo, al capitale erogato complessivo e medio per unità abitativa, alla durata e al tasso di interesse medio iniziale;
  • i principali dati regionali (compravendite e i mutui ipotecari);
  • l’analisi dei dati nelle principali città (compravendite e mutui ipotecari); per le grandi città, inoltre, si esaminano con maggior dettaglio i tassi di variazione delle compravendite nei comuni riguardanti il resto della provincia, distinguendo tra la prima cintura urbana e i restanti comuni della provincia;
  • le locazioni, con un’analisi dei principali sotto mercati in cui possono essere distinti;
  • la domanda di abitazioni, con un’analisi della domanda nel mercato residenziale e una stima del peso delle sue diverse componenti;
  • Le famiglie italiane e l’acquisto della casa: l’indice di affordability, a cura dell’ABI.

Le Compravendite:
Nel 2020 l’economia del Paese, fotografata dall’ISTAT a marzo del 2021, mostra una netta riduzione, rispetto all’anno precedente, del Pil (-8,9% in volume) e della domanda interna (-9,1% in volume gli investimenti e -7,8% consumi finali nazionali).
Una crisi indotta dagli effetti della pandemia COVID-19 e dalle necessarie azioni di contrasto mediante chiusure (lockdown) e distanziamenti che hanno rallentato inevitabilmente l’attività economica e sociale.

Grazie a quelle misure, che hanno in parte contenuto gli effetti pandemici, ad un più consapevole trattamento sanitario e soprattutto con l’avvio campagna di vaccinazione di gran parte della popolazione italiana si è avuto la possibilità di ridurre gli effetti della pandemia e si è potuto via via ripristinare la ripresa delle attività economiche e sociali.
Tutto ciò inevitabilmente si è riflesso sulla quantità degli scambi nel settore residenziale.
Infatti, il 2020 si chiuse con brusco arresto della crescita, iniziata dal 2014, segnando nel 2020 un secco -7,7%.

Nel 2021 il mercato residenziale torna a crescere in termini di volumi scambiati (al netto dei comuni con catasto tavolare delle province di Trento, Bolzano e di alcuni comuni del Friuli Venezia Giulia) sfiorando le 750.000 abitazioni compravendute (NTN), cioè un rialzo del 34% rispetto al consuntivo del 2020.
Ovvero, oltre 190.000 unità in più.

Ma non si è trattato soltanto di un rimbalzo “tecnico”, prevedibile nel confronto con il 2020.
Ponendo a confronto il risultato del 2021 con quello del 2019, si osserva un tasso di crescita del 24% e con oltre 140 mila abitazioni compravendute in più: prosegue quindi il sentiero della crescita dei volumi di compravendita, dopo l’interruzione del 2020.
D’altronde, l’insieme dell’economia nazionale nel 2021 ha osservato tassi di crescita positivi con un rialzo del PIL del 6,6% in volume.

Osservando i tassi tendenziali trimestrali del 2021 rispetto al 2020, è evidente la concentrazione della crescita nei primi due trimestri dell’anno, essendo il confronto eseguito con i trimestri del 2020 nei quali sono state adottate le più rigide restrizioni per il contenimento della pandemia.
Nel confronto con il 2019, i tassi tendenziali, calcolati su trimestri omologhi, evidenziano, in tutti gli ambiti territoriali analizzati, un deciso rialzo dei volumi scambiati, evidenziando in particolare un più marcato rialzo delle compravendite nei comuni non capoluoghi.


Volumi:
Nel 2021 risulta pari a 748.523 il totale del numero di abitazioni (in termini di NTN) compravendute in Italia, con l’esclusione dei comuni nei quali vige il sistema tavolare, e registra, come si è detto, un incremento del +34% sul 2020 e del +24% circa sul 2019.
Riprendendo e accelerando, di fatto, il trend positivo registrato a partire dal 2014, interrotto solo dal dato negativo registrato nel 2020 (-7,7%).

La fase espansiva riprende con un tasso annuo di variazione quasi 5 volte più elevato rispetto a quello medio registrato negli anni precedenti la pandemia, confermando un ritrovato quadro positivo del mercato delle abitazioni.
L’aumento dei volumi di compravendita risulta in misura del tutto simile in ogni area territoriale, superando ovunque il 30% rispetto al 2020 ed il 20% rispetto al 2019.

Nei comuni non capoluogo, nel complesso, la crescita è più sostenuta, oltre il 36%, con punte di oltre il 38% nel Centro, nel Sud e nelle Isole rispetto al 2020, quasi +29%, con il picco del 32% nel Centro, rispetto al 2019.
Nei comuni capoluogo la crescita rispetto al 2020 è del 28,7% nel complesso nazionale, che risulta però dimezzata se osservata rispetto al 2019, +14,3%.

L’andamento delle compravendite influenza i valori dell’IMI (intensità del mercato immobiliare), che rappresenta la quota dello stock compravenduta.
In media nazionale tale indicatore, che nel 2020 era pari a 1,63% e nel 2019 era pari a 1,76%, risulta nel 2021 pari a 2,17% (ossia 2,17 abitazioni compravendute ogni 100 censite in catasto).
Si conferma quindi una maggiore intensità del mercato nel 2021 sia rispetto al 2020 (+0,55) sia rispetto al 2019 (+0,41).

L’IMI si rafforza in particolare nelle aree settentrionali del Paese, con valori dell’IMI che superano il 2,6%.
Nonostante la crescita sia stata più moderata nei capoluoghi, quest’ultimi rimangono comunque con una dinamicità di mercato più elevata, sia nel complesso nazionale sia nel dettaglio delle aree territoriali.

Si ricorda che il ciclo espansivo si arresta, per tutte le aree, nel 2006 (ultimo anno di incremento), anche se il mercato dei capoluoghi nello stesso anno già subiva una prima flessione.
Dopo quell’anno inizia una discesa che, a parte un biennio di relativa stabilità (2010-2011), fa sprofondare il numero indice a 48,2 nel 2013: un ridimensionamento di quasi il 52% rispetto ai livelli del 2004 e di oltre il 56% rispetto al picco del 2006.

In questa fase di crisi, fino al biennio 2010-2011, i comuni non capoluogo mostrano una dinamica negativa relativamente meno accentuata rispetto ai comuni capoluogo.
A partire dal 2014, con la sola eccezione dei comuni non capoluogo delle Isole, si assiste ad una ripresa del mercato residenziale, che al 2019 recupera, in termini di numero indice, 26,6 punti a livello nazionale; la ripresa risulta più accentuata nei comuni capoluoghi, in cui si registra un incremento dell’indice NTN di oltre 29 punti, rispetto ai 25 punti dei comuni non capoluogo.
Successivamente, nel 2020, si nota la brusca flessione che riporta l’indice quasi ai livelli antecedenti il 2018.
Nell’ultima rilevazione, infine, si rileva l’evidente ripresa e il ritorno dell’indice (92,6) prossimo ai livelli del 2008.

L’andamento dell’indicatore dell’intensità del mercato, l’IMI, segue essenzialmente le compravendite, evidenziando un deciso aumento in tutti gli ambiti territoriali nel 2021.
Anche in questo caso l’analisi delle serie storiche mette in risalto la progressiva risalita dal 2014 fino al 2019, trascinata dalle compravendite nei comuni capoluogo, dove però il mercato ha mostrato i cali più forti nel 2020.
Poi, la ripresa nel 2021 in cui l’IMI si avvicina ai livelli del 2008.

La consueta analisi delle compravendite, nelle cinque classi di comuni (Small, Medium, Large, Extra Large, Double Extra Large) che rappresentano le “taglie” dimensionali del mercato, individuate in base alla propria quota di fatturato rispetto al totale nazionale, evidenzia che nel 2021 nei mercati di taglia XXL e XL il tasso annuo di crescita delle compravendite di abitazioni non raggiunge il 30% rispetto al 2020, si attesta poco sopra il 10% rispetto al 2019, mentre nelle altre classi tali valori sono sempre più elevati .

Nella classe XXL, con le città di Milano e Roma che assorbono l’8,8% del mercato nazionale, l’aumento dei volumi di compravendita di abitazioni arriva al 28,4% rispetto al 2020, +11,4% rispetto al 2019.

Nella classe di taglia “S”, dove sono posizionati quasi il 90% dei comuni (6.749 dei 7.562 analizzati) con il 35,4% del mercato nazionale, l’aumento rimane poco al di sotto del 39% rispetto al 2020, +33,2% rispetto al 2019.
Il livello dell’IMI, come prevedibile, tende ad essere più elevato con il progredire delle taglie dalla S (1,73%, da 1,25% del 2020 e 1,31% nel 2019) alla XXL (2,91%, da 2,27% nel 2020, 2,63% nel 2019).
Nel 2021 il maggiore incremento si riscontra nelle classi di taglia XXL (+0,63 punti), e di taglia L (+0,62 punti) rispetto al 2020, nelle classi di taglia M (+0,46 punti), e di taglia L (+0,44 punti) rispetto al 2019.

L’andamento dal 2004 degli indici del NTN per taglie di mercato evidenzia come la crisi delle compravendite di abitazioni sia stata anticipata nel 2006 nei comuni di taglia più grande, in particolare Roma e Milano, seguita nel 2007 da tutti gli altri mercati.
Nel 2010 sono ancora Roma e Milano a spingere il mercato, questa volta verso il rialzo, ma nel 2012 il crollo è generale.
Dal 2014 la ripresa è visibile in tutti i mercati che, nel grafico degli indici, si dispongono in ordine crescente di taglia, e nel 2019 il solo mercato meno dinamico (S) non è ancora arrivato a recuperare le perdite subite nel tracollo del 2012.

Nel 2020 il crollo evidente, che riporta il dato ai livelli precedenti il 2018 per le taglie dalla M alla XXL, mentre per la taglia S la perdita è più lieve.
Nel 2021 ritroviamo quasi in tutte le taglie livelli prossimi al 2008, in maniera più evidente in corrispondenza delle taglie M e XXL.

L’andamento degli indici dell’IMI, ancora per taglie di mercato, mostra una dinamica dal 2004 caratterizzata da due estremi: da un lato Roma e Milano, che spiccano sul mercato nazionale, dall’altro i 6.749 comuni in taglia S, con un IMI sempre ben distante della media nazionale.
Nel mezzo si distinguono due diversi periodi: il primo, compreso tra il 2004 e il 2009, nel quale si osserva che la dinamica nei 13 comuni in taglia XL, nonostante il loro peso sul mercato nazionale, presenta un valore sempre al di sotto dei comuni nelle taglie più piccole, M e L.
Il secondo, a partire dall’anno della seconda crisi (2012) e, con ancora maggiore evidenza, dal 2014, quando, nella ripartenza del mercato, i comuni in taglia XL recuperano posizioni, mantenendosi stabilmente al di sopra delle taglie minori; fino al 2019, in cui la tendenza al rialzo è confermata, ma il gap tra la media della taglia XXL e S aumenta ulteriormente.

Nella rilevazione del 2020, la miglior tenuta dei comuni in taglia S, rispetto ai forti decrementi di Roma e Milano e dei comuni in taglia XL, riduce le distanze.
Per il 2021, infine, si osserva una ulteriore conferma dell’aumento del gap tra la taglia XXL e tutte le altre taglie di mercato, e un sostanziale azzeramento del gap tra le taglie XL e L.

La mappa della distribuzione comunale del NTN nel 2021, mostra il netto aumento dei volumi in tutto il territorio nazionale.
Sono 4892 i comuni nei quali sono state compravendute meno di 50 abitazioni, tra cui solo 88 comuni con nessuna compravendita nel 2021 (erano 157 nel 2020, 114 nel 2019), e risultano 214, in netto aumento rispetto ai 140 del 2020 e ai 153 del 2019, i comuni nei quali si sono superate le 500 abitazioni compravendute.

Infine, si riporta la mappa della distribuzione dell’IMI nel 2021 dalla quale risulta che sono 785 i comuni con un IMI superiore al 3%, in forte aumento rispetto ai 127 del 2020 e ai 185 del 2019; 2.150 quelli con IMI tra il 2% e il 3%, concentrati soprattutto nelle regioni del Nord (erano 1.110 nel 2020 e 1.201 nel 2019) e oltre 4.967 quelli con IMI inferiore al 2%, la gran parte nel Centro e nel Sud dell’Italia.


Le dimensioni:
L’analisi delle compravendite in termini di dimensione delle abitazioni (superficie in m2) mostra dinamiche simili a quelle già osservate in relazione al NTN, sia in termini aggregati sia per aree.
Sono state vendute abitazioni per un totale di oltre 81 milioni di metri quadrati, in aumento del 35% rispetto al 2020 e del 26,4% rispetto al 2019, con una superficie media per unità abitativa compravenduta pari a 108,3 m2 che risulta in aumento rispetto al 2020 (+0,8 m2) e al 2019 (+2,2 m2).

Il tasso più elevato di crescita in termini di superficie residenziale scambiata si riscontra al Centro sia rispetto al 2020 sia rispetto al 2019 (+37,2% e +28,2%), mentre nelle aree restanti il dato è in linea con quello nazionale.
La superficie media per le unità compravendute nel 2021 risulta più elevata nel Nord Est (116,8 m2) e più contenuta nel Nord Ovest (104,5 m2).

Al Centro e al Nord Ovest osserviamo l’aumento più consistente della superficie media rispetto al 2020, +1,5 m2, nel Nord Ovest rispetto al 2019, +2,9 m2.
Analizzando comuni non capoluogo e capoluoghi di provincia, nelle diverse aree, emerge che le superfici medie delle abitazioni compravendute nel 2021 per i primi risultano più elevate al Nord Est, Nord Ovest e Centro, mentre al Sud e nelle Isole accade il contrario.
Tuttavia, l’incremento di superficie compravenduta totale risulta ben più elevato per i comuni minori (+37,3% sul 2020 e +31% sul 2019), rispetto ai capoluoghi (+29,7% sul 2020 e +16,4% sul 2019).

Nel 2021, il taglio di abitazione maggiormente compravenduto in assoluto è stato quello compreso tra 50 m2 e 85 m2, oltre 226.000 abitazioni (NTN), pari a circa il 30% del totale, mentre poco meno di 200.000 acquisti hanno riguardato abitazioni con superficie compresa tra 85 m2 e 115 m2, quasi il 27% del totale.
La quota di acquisti di abitazioni con superficie oltre 145 m2 nel 2021 supera 18% del totale, ancora in crescita rispetto agli anni precedenti.

Trasferendo l’analisi nelle aree territoriali, si può osservare nelle Isole e nel Nord Est una quota di acquisti di abitazioni nelle due classi dimensionali oltre 115 m2 vicina al 40% del totale, arrivando al 43% per i comuni minori del Nord Est; per tali classi, nelle restanti aree, la quota varia dal 30% al 37% circa.
Da notare, inoltre, che nei comuni non capoluogo del Nord Est la quota di compravendite di abitazioni nella classe di superficie superiore a 145 m2 è oltre un quarto del totale, con circa 28.000 NTN.

In termini di variazioni rispetto al 2020, si evidenzia un tasso di crescita più elevato per gli acquisti di abitazioni più grandi, oltre 145 m2 (+37,3%), ancora più elevato se riferita ai non capoluoghi (+39,1%).
Di contro il tasso di crescita minore si è registrato nella classe dimensionale delle abitazioni da 50 m2 a 85 m2, che aumentano in termini di NTN di poco più del 32% rispetto al 2020 nell’aggregato nazionale.
Per la classe più bassa, fino a 50 m2, in termini aggregati, si registra una crescita del 35,1%, ma il dato si presenta molto diverso tra comuni minori (+41,3%) e capoluoghi (+24,9%).

Il confronto con il 2019, evidenzia analoghe dinamiche con maggiore crescita degli scambi per le abitazioni di taglio dimensionale più grande.
Su base nazionale, il segmento con maggiore intensità di mercato, in tutte le aree, rimane quello degli acquisti di abitazioni tra 50 m2 e 85 m2, con IMI che supera il 2,6%, mentre, se si considerano i soli capoluoghi, l’IMI raggiunge quasi il 3% nella stessa classe dimensionale e, anche nella classe dimensionale più piccola, abitazioni fino a 50 m2, qui grazie soprattutto al contributo delle aree settentrionali (IMI pari a 3,52% nel Nord Ovest, 3,33% nel Nord Est).

IMI oltre il 3% si rileva anche in corrispondenza dei capoluoghi del Nord Ovest, Nord Est e Centro, e per i comuni minori del Nord Est, per la classe dimensionale tra 50 m2 e 85 m2.


Il fatturato:
I dati relativi al fatturato calcolato per l’anno 2021, mostrano una stima complessiva che ammonta a quasi 119 miliardi di euro, in linea con l’aumento dei volumi sia rispetto al 2020 (+33,3% e 29,6 miliardi di euro in più) sia rispetto al 2019 (+21,6% e 21,1 miliardi di euro in più).

Oltre il 57% del fatturato riguarda acquisti di abitazioni ubicate nelle aree del Nord, circa 68 miliardi di euro.
Quasi 30 miliardi di euro, circa il 25%, sono invece riferiti ad abitazioni compravendute nel Centro, e i restanti 21 miliardi di euro, il 18% del totale nazionale, nel Sud e nelle Isole.

In tutte le aree il fatturato degli scambi di abitazioni è in aumento, dal 30,6% del Nord Est al 35,3% del Centro, ma, ad eccezione del Nord Ovest dove il valore medio di un’abitazione compravenduta è aumentato nel 2021, rispetto al 2020, di circa 800 euro, in tutte le restanti aree è diminuito, maggiormente al Nord Est e nelle Isole, dove il calo supera i 2.000 euro.
Rispetto al 2019 il valore medio di un’abitazione compravenduta è diminuito in tutte le aree territoriali, di quasi 3.000 euro in media nazionale.

In termini territoriali, il fatturato medio (per unità abitativa) resta sempre più elevato al Centro (poco più di 190.000 euro).
Nel Sud e nelle Isole il valore medio dell’abitazione compravenduta rimane sotto i 120.000 euro.

Disaggregando l’analisi in comuni capoluogo e non, si rilevano nei primi, per tutte le aree, i tassi di variazione più contenuti, sia rispetto al 2020 (+29,3%, è +36,1% nei capoluoghi) sia rispetto al 2019 (+13,6%, è +27,7% nei capoluoghi).
È evidente come la dinamica del valore di scambio sia fortemente connessa a quella del NTN, mostrando serie del tutto simili nell’intero periodo, con il fatturato che, per effetto delle variazioni dei prezzi, accentua rialzi o ribassi.

Come prevedibile, al crescere della taglia di mercato cresce il valore medio dell’abitazione compravenduta, passando dai circa 117.000 euro spesi in media nel 2021 per acquistare una casa nel mercato di taglia S, poco più di 1.100 euro meno del 2020, a oltre 286.000 euro spesi per una casa nelle due metropoli italiane, in aumento di oltre 4.000 euro, mediamente, rispetto al 2020 e di 2.700 euro se confrontato con il 2019.

I tassi di variazione del fatturato nel 2021 rispetto al 2020, al contrario, decrescono al crescere della taglia di mercato, fino alla taglia XL, passando dal +37,4% della taglia S (+31,2% rispetto al 2019) al +27,6% della taglia XL (+10,5% rispetto al 2019), mentre per i due comuni (Roma e Milano) in taglia XXL il tasso è del +30,3% (+12,5% rispetto al 2019).


Le pertinenze:
In questa sezione sono riportati i dati relativi alle compravendite nel mercato dei depositi pertinenziali e dei box e posti auto per il 2021.
Si ricorda che sono stati definiti, convenzionalmente, depositi pertinenziali le unità censite negli archivi catastali nella categoria C/2 con superficie catastale fino a 30 m2 e box e posti auto le unità censite negli archivi catastali categorie C/6 e C/7 con superficie fino a 50 m2.

Nel 2021 sono stati scambiati, a livello nazionale, circa 140.700 depositi pertinenziali, in aumento, sia rispetto al 2020, +70,1%, sia rispetto al 2019, +87,7%.
Gli scambi di box e posti auto, circa 436.000 NTN, risultano in aumento del 31,8% rispetto al 2020 e del 23,2% rispetto al 2019.

In termini di intensità, il quoziente IMI risulta più elevato per i depositi nelle aree del Nord, dove arriva a superare il 5%, e del Centro, dove supera il 3%, mentre al Sud rimane al di sotto del 2%.
Per box e posti auto l’IMI è prossima al 3% al Nord, poco più del 2% al Sud e nelle Isole, in linea con il dato medio nazionale al Centro (2,73%).

In termini aggregati, rispetto al 2020, la quota di scambi di depositi, rispetto allo stock, è cresciuta di 1,30 e di 1,40 punti rispetto al 2019, mentre quella relativa a box e posti auto è aumentata di 0,65 punti rispetto al 2020 e di 0,49 punti rispetto al 2019.


La nuda proprietà:
Va innanzitutto evidenziato che tali transazioni rappresentano una quota esigua sul totale (NTNnp +NTN) delle abitazioni compravendute, il 2,5%.
Nel 2021, il volume di compravendite del diritto di nuda proprietà per le abitazioni in Italia è aumentato del 27% rispetto al 2020 e del 9,6% rispetto al 2019.

Circa un terzo degli scambi è concentrato nel Nord Ovest.
In generale, la differenza di tasso di variazione è consistente tra capoluoghi e non, +31,3% rispetto al 2020 e +15,6% rispetto al 2019 nei comuni minori, +18,7% e -1,6% nei capoluoghi.
Osservando l’andamento degli indici del NTNnp, è evidente la crescita del volume di compravendite fino al 2006, la discesa fino al 2009, la migliore tenuta del mercato nei capoluoghi fino al 2011.

Nel 2012, come per le compravendite della piena proprietà, si presenta generalizzato il crollo della nuda proprietà senza distinzione fra capoluoghi e non capoluoghi.
A partire dal 2014, la serie evidenzia un’inversione di tendenza con rialzi per entrambi i mercati, ma decisamente più accentuati per gli acquisti della piena proprietà.

Le linee di fondo del ciclo ricalcano approssimativamente quella del mercato principale, in particolare nella fase discendente, mentre la ripresa è nettamente più rallentata per il mercato della nuda proprietà e, nell’ultima rilevazione, è evidente come la nuova contrazione, e la successiva spinta, risultino più accentuate rispetto al mercato della piena proprietà, aumentando, di fatto, il distacco tra le due serie.


I volumi:
Nel corso del 2021 sono stati registrati poco meno di 366.000 acquisti di abitazioni assistiti da mutuo ipotecario (NTN IP), in aumento del 34% rispetto al 2020 e del 27,6% rispetto al 2019.
Dunque le compravendite assistite da mutuo ipotecario ritornano sul sentiero di crescita interrotto esclusivamente dalla variazione negativa del 2020 dovuta alla situazione eccezionale determinata dagli effetti della pandemia.

Sul totale delle abitazioni acquistate da persone fisiche (NTN PF), quelle effettuate con mutuo hanno riguardato poco più della metà degli scambi, 51,2%, in leggero aumento rispetto al 2020, quando erano pari al 51,0% e con un aumento ancora più accentuato rispetto al 2019, anno in cui tale incidenza era pari a 49,5%.
Tra le aree del Paese, il Centro e le Isole hanno evidenziato incrementi superiori alla media nazionale, rispettivamente 38,4% e 35,4%.

In particolare al Centro l’incidenza degli acquisti assistiti da mutui ipotecari cresce di 1,5 punti superando il 55%.
Nel Sud e nelle Isole, nonostante le compravendite con mutuo abbiano registrato un aumento, l’incidenza degli acquisti con mutuo supera di poco il 40% delle compravendite di abitazioni.

L’analisi distinta per i soli capoluoghi e per i comuni non capoluogo, mostra che in termini percentuali l’aumento del NTN IP è più accentuato nei comuni minori rispetto ai comuni capoluogo (sia sul 2020, che sul 2019).
Si può inoltre osservare come nei capoluoghi del Centro il peso degli acquisti con ipoteca rispetto all’insieme delle compravendite di persone fisiche sia superiore al 60% del totale, mentre nei piccoli centri delle Isole la percentuale rimanga intorno al 37%.

L’analisi dei trend del numero di acquisti con ipoteca, effettuata con l’ausilio della serie degli indici del NTN IP a base fissa 2011, ben evidenzia, per tutte le aree geografiche una crescita sostenuta, soprattutto nei comuni capoluogo a partire dal 2014 e che ha consentito un recupero rispetto alle forti perdite del periodo precedente.
Tale andamento, che aveva comunque subìto un primo rallentamento già nel 2019, inverte bruscamente il segno nel 2020, con un assottigliamento della distanza dei valori dell’indice tra capoluoghi e comuni minori.

Nel 2021 si assiste ad un netto aumento dell’indice per tutte le aree geografiche, ciò riguarda sia i comuni capoluogo che i comuni minori.
La comparazione degli indici per ciascun anno sottolinea come il maggior contributo alla crescita degli acquisti sia dovuto a quelli effettuati con mutuo.

L’analisi di confronto evidenzia, infatti, come nei periodi di espansione i tassi di crescita delle NTN IP siano più accentuati del NTN relativo alle PF e soprattutto del NTN per le quali non si è fatto ricorso al credito ipotecario (NTN PF no IP).
In altri termini, l’aumento delle compravendite assistite da ipoteca trascina in campo positivo le compravendite delle persone fisiche, mentre rimangono stabili, o in discesa, le compravendite delle persone fisiche non assistite da ipoteca.

In modo analogo, nei periodi di ribasso del mercato, le compravendite con ipoteca mostrano le flessioni maggiori.
Quanto osservato si presenta in modo analogo in tutte le aree del Paese.
I dati relativi al 2021, mostrano una crescita accentuata di tutti e tre gli indici in esame.
Le compravendite delle persone fisiche assistite da mutuo (NTN IP) mostrano valori più alti dell’indice a conferma della natura pro-ciclica della componente mutui.

L’incremento riscontrato livello nazionale, del 34%, è confermato in tutti i gruppi ma si mostra diversificato in funzione della dimensione del mercato.
La variazione maggiore si riscontra nei comuni di taglia S che registrano una variazione del 36,3% rispetto al 2020 e del 33,4% rispetto al 2019.
A livello comunale, esaminando la distribuzione dell’incidenza dei mutui sulle corrispondenti compravendite di abitazioni (NTN PF), si evidenzia un ricorso al credito minore nei comuni del Sud e delle Isole.


Le dimensioni:
La distribuzione delle abitazioni acquistate con mutuo ipotecario distinta per classi di superficie, rispecchia quella già esaminata per il complesso delle compravendite.
L’unica differenza risiede nel fatto che, mentre per le NTN il taglio di abitazione maggiormente compravenduto sia stato quello compreso tra 50 m2 e 85 m2 invece, per le NTN IP il taglio di abitazione maggiormente compravenduto in Italia è quello compreso tra 85 m2 e 115 m2.

Tutti i tagli di mercato presentano una variazione positiva sia rispetto al dato dello scorso anno sia rispetto al 2019.
L’incremento delle NTN IP per tutte le classi dimensionali è maggiore nel complesso dei comuni non capoluogo rispetto all’insieme dei comuni capoluogo. Meno rilevante, per l’entità dei numeri sottostanti (meno di 300), la variazione nei capoluoghi del Sud per gli acquisti con mutuo degli alloggi più piccoli.

L’incidenza degli acquisti con mutuo, come naturale, tende a salire al crescere delle dimensione e dunque del valore complessivo degli immobili.
Il fenomeno si riscontra senza eccezioni su tutto il territorio sia nei grandi che nei piccoli comuni.
L’incidenza delle NTN IP, rispetto alle NTN PF nel 2021, è minima per gli alloggi fino a 50m2 acquistati nei comuni di taglia S (14,3%) ed è massima (68,4%) per le abitazioni tra 115 e 145m2 acquistate nelle 2 metropoli (taglia XXL).


I capitali erogati:
Il capitale complessivo finanziato per l’acquisto di abitazioni ammonta, nel 2021, a poco meno di 50 miliardi di euro, anch’esso in aumento come il volume di compravendite, ma con un incremento più accentuato, +38,5% rispetto al 2020, contro il +34% osservato per i volumi, e +36% rispetto al 2019, contro il +23,9% dei volumi.
Il dettaglio per le aree geografiche dell’entità del capitale e della variazione, sia rispetto al 2020 sia sul 2019, mostra aumenti in tutte le aree con percentuali che oscillano tra il +33,8% del Sud e il +44,1% del Centro rispetto ai valori del 2020, tra il +29.5% e il +42% sul 2019.

Nel 2021, il capitale medio finanziato con mutuo ipotecario raggiunge quasi 136.000 euro, in aumento di 4.300 euro rispetto al 2020 e oltre 8.000 euro rispetto al 2019.
Il valore massimo di tale dato si conferma nel Centro, con 151.000 euro in media finanziati per l’acquisto di un’abitazione (quasi 173.000, nei capoluoghi).
Nelle Isole il capitale medio è di 115.200 euro (110.000 nei comuni non capoluogo).

La distribuzione del capitale tra le aree, evidenzia che la quota preponderante del capitale è erogata nelle aree del Nord, quasi il 58%.
L’andamento degli indici del capitale erogato registra, come per il NTN IP, l’ascesa positiva iniziata nel 2014, soprattutto nei comuni capoluogo con ritmi impetuosi nei primi anni e progressivi segnali di rallentamento a partire dal 2018 fino al nuovo ripiegamento, in alcuni casi lieve, del 2020.

Nel 2021 gli indici del capitale erogato mostrano una risalita in tutte le aree del paese sia nei capoluoghi che nei comuni non capoluoghi.
Le variazioni rispetto all’anno precedente hanno tutte segno positivo con percentuali che vanno da 34% della tipologia di comuni XL (+31% sul 2019) al 40,2% della tipologia di comuni appartenenti alla taglia L (+37% sul 2019). Il capitale medio erogato per unità compravenduta dalle persone fisiche cresce con la dimensione del mercato, passando da 116.000 euro circa per il mercato di taglia S ai quasi 210.000 euro per la taglia XXL, quasi 9.000 euro in più del 2020.

Moltiplicando la superficie delle abitazioni acquistate con ipoteca, da persone fisiche, per la quotazione media comunale è stata effettuata una stima del valore di scambio delle abitazioni ipotecate.
Il valore delle abitazioni compravendute avvalendosi di mutuo, nel 2021, si è assestata intorno ai 64 miliardi di euro.
Il capitale erogato rappresenta quindi il 77% circa della spesa di acquisto, in crescita sia rispetto al 2020 sia rispetto al 2019.
La quota di valore finanziato è più elevata nei comuni non capoluogo, oltre l’80%, minima nei capoluoghi del Nord Ovest, 68% circa, ed è massima nei comuni non capoluoghi del Sud, con oltre l’89%.


Tasso medio e durata:
Nel 2021, il tasso medio applicato alle erogazioni per acquisto di abitazioni si riduce, rispetto al 2020, di ulteriori 0,05 punti percentuali portandosi così 1,87% e segnando un nuovo minimo dall’inizio della serie storica.
L’analisi per aree geografiche, evidenzia tassi medi più elevati nelle regioni del Sud (2,11%) e del Centro (2,01%), mentre i tassi più bassi si registrano nelle regioni del Nord (1,73% nel Nord Est e 1,77% nel Nord Ovest).

Il calo più consistente si è avuto nelle Isole e nel Nord Est, 0,09 punti in meno nell’ultimo anno.
La durata media del mutuo è in lieve aumento a 23,9 anni, e risulta analoga tra le aree del Paese con uno scarto a favore delle regioni centrali.
La rata media in lieve aumento (+1,5%), si attesta intorno ai 588 euro.

Si registrano tuttavia variazioni diversificate tra le singole aree geografiche.
I valori più alti si riscontrano al Centro nonostante la maggiore durata dei mutui, segno di erogazioni medie più consistenti.


DATI REGIONALI

Le compravendite:
La ripresa degli scambi di abitazioni registrata (+34% sul 2020, +24% sul 2019) è confermata in tutte le regioni.
Le regioni che rappresentano la maggiore quota di transazioni, la Lombardia, 21,2% del totale nazionale, il Lazio, 10% del NTN totale, registrano rialzi del 32% e del 35% (+22% e +24% rispetto al 2019).

Anche i mercati dell’Emilia Romagna, del Piemonte e del Veneto guadagnano oltre il 30% rispetto al 2020 e oltre il 20% rispetto al 2019.
In termini di intensità delle compravendite in relazione allo stock immobiliare, il valore dell’IMI, che a livello nazionale si attesta al 2,17%, rimane sopra il 2% in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Liguria.
Si attesta proprio al 2% nella Marche, e al 1,96% in Umbria.

Nelle regioni del Sud, l’IMI assume il valore massimo al 1,91% della Puglia, il valore minimo con l’1,08% dello stock di abitazioni compravenduto nel 2021 rimane in Calabria.
L’analisi del contesto nazionale delle compravendite di abitazioni per il diritto di nuda proprietà, mostra, in analogia con le compravendite dell’intero diritto di proprietà, un cospicuo e generalizzato aumento dei volumi scambiati in tutte le regioni, nel complesso +27% circa rispetto al 2020.

La crescita in assoluto più marcata in questa tipologia di scambi si registra in Liguria, con un salto prossimo al 44%; seguono con tassi di rialzo nell’ordine del 34%, Campania (+33,7%) e Marche (+33,3%).
Lombardia e Lazio, le regioni con la maggior quota di questo mercato hanno un aumento del 25,6% e del 24,1%.
Il Molise, con una quota di mercato prossima allo zero (0,4%) sul dato nazionale, è la regione che registra il più basso rialzo con il 10,1%.
Rispetto al 2019 si osservano 3 regioni con tale tipologia di acquisti in calo: Friuli Venezia Giulia, Molise e Valle d’Aosta.

Il valore di scambio (fatturato) stimato per le abitazioni compravendute nelle diverse regioni a livello nazionale, ammonta nel 2021 a più di 118 milioni di euro.
Si osserva una tendenza analoga a quanto rilevato per i volumi.

Dell’intero fatturato stimato per gli acquisti di immobili residenziali, la maggior quota (quasi 29 miliardi) è stata impegnata per la compravendita di abitazioni ubicate nella sola regione Lombardia, in aumento di oltre il 32% rispetto al 2020.
Del resto, come già evidenziato per i parametri finora analizzati, l’aumento sul fatturato 2021 rispetto alla precedente annualità è del tutto generalizzata anche a livello di singole regioni.

Notevole l’incremento in Liguria e nelle Marche sia rispetto al 2020 sia rispetto al 2019.
Crescite prossime al 38% si osservano in Abruzzo e in Molise sul 2020, e intorno al 30% sul 2019; seguono Calabria, Puglia e Lazio (+35% sul 2020), Emilia-Romagna e Valle d’Aosta (+33% sul 2020).
Il fatturato medio per abitazione rimane superiore a 200.000 euro in Toscana, Liguria e Lazio, mentre resta sotto i 100.000 euro in Calabria, Basilicata, Molise e Sicilia.


I mutui ipotecari:
Nel 2021, il numero di abitazioni acquistate con l’ausilio di mutuo ipotecario, NTN IP, è aumentato del 34%, quasi 93.000 transazioni in più rispetto all’anno precedente, e di quasi il 28% rispetto al 2019.
Il segno positivo nella variazione del NTN IP è infatti presente, senza alcuna eccezione, in tutte le regioni, con percentuali che vanno dal 20% al 40% rispetto al 2020 e dall’8% al 35% rispetto al 2019.

Toscana, Liguria, Lazio ed Emilia Romagna risultano le regioni con i più forti aumenti di acquisti con mutuo rispetto al 2020; Emilia Romagna, Liguria, Marche e Toscana rispetto al 2019.
La Lombardia che rappresenta la quota maggiore di NTN IP con una percentuale del 23,7% mostra una crescita delle transazioni con ipoteca inferiore al tasso nazionale (+31,7% sul 2020 e +25,2% sul 2019).

In termini di incidenza degli acquisti con mutuo sul totale delle compravendite di abitazioni effettuate da persone fisiche, il dato nazionale, come si è visto, ha superato nel 2021 la metà delle transazioni, aumentando rispetto al 2020 di 0,2 punti e di 1,7 punti rispetto al 2019.
Nelle regioni del Nord l’incidenza va anche oltre il dato nazionale, tranne per Valle d’Aosta, Liguria e Piemonte dove rimane sotto il 50%.
Lazio e Toscana, tra le regioni del Centro e del Sud, hanno una quota di acquisti con mutuo che supera il 50%, mentre la Calabria l’incidenza rimane sotto il 30%.

L’incidenza risulta in aumento rispetto al 2020 in particolar modo in Toscana (+2 punti sul 2020 e +4 sul 2019), Lazio (+1,9 punti e +3,3 sul 2019) e in Emilia Romagna (+1,4 punti e +3,1 sul 2019).
Le regioni con diminuzioni più importanti dell’incidenza delle compravendite di abitazioni assistite da mutuo ipotecario sono la Basilicata (-2,3 punti sul 2020 e -1 sul 2019), Calabria (-1,4 punti sul 2020 e -0,4 sul 2019).

In analogia con il NTN IP anche l’ammontare di capitale erogato risulta in aumento in tutte le regioni.
Gli incrementi più elevati si riscontrano in Toscana e in Liguria.
Dei complessivi 49,7 miliardi di capitale erogati, a livello nazionale in aumento del 39% circa rispetto al 2020, il 40% finanzia l’acquisto di abitazioni ubicate in Lombardia (26%) e nel Lazio (14%).

Il valore del capitale unitario mostrato nella stessa tabella, di fatto riflette le differenze delle quotazioni medie delle abitazioni e delle superfici medie che si apprezzano tra le diverse regioni.
Nel 2021, infatti, il capitale erogato per un’unità abitativa rimane massimo (164.000 euro circa) nel Lazio, regione con elevati livelli dei prezzi, e minimo, pari a circa 94.000 euro, in Calabria.

Il tasso di interesse, applicato alla prima rata, è ovunque ancora in discesa, meno che in Campania (0,05 punti).
Risulta più basso del valore medio nazionale, 1,87%, in tutte le regioni del Nord.
Anche nelle Marche, tra le regioni del Centro, il tasso è sotto la media nazionale.
Sono al di sopra del 2% i tassi di interesse in Campania (2,22%), nel Lazio (2,14%), in Puglia (2,08%), in Calabria (2,06%) e in Molise (2,01%).

La lieve diminuzione dei tassi rispetto al 2020, combinata con la sostanziale stabilità delle durate medie dei mutui e il leggero aumento dei capitali medi finanziati, hanno determinato un piccolo aumento del valore della rata iniziale media nel 2020, che si riflette nella maggior parte delle regioni.
Fanno eccezione, Valle d’Aosta, Sicilia, Puglia con diminuzioni tra il 2,2% e l’1,1%, oltre alla Basilicata con nessuna variazione.

Il Lazio, la regione con capitale unitario molto elevato a causa del livello di prezzo delle abitazioni, presenta la rata più alta di 701 euro mensili.
Nonostante il tasso di interesse sia tra i più elevati, il valore contenuto del capitale unitario rende la rata della regione Molise la più bassa tra le rate regionali.


LE PRINCIPALI CITTÀ

Le compravendite:
I dati delle compravendite relativi alle otto principali città italiane confermano, senza eccezioni, l’importante ripresa, anche se meno accentuata rispetto a quella riscontrata a livello nazionale e con 116.049 scambi di abitazioni l’aumento è del 28% rispetto al 2020 e del 11% rispetto al 2019.
Tra le città i tassi di crescita sono molto sostenuti in particolare per il mercato residenziale delle città di Genova (+32% rispetto al 2020 e +20% sul 2019) e Roma, che da sola rappresenta il 33,5% del NTN delle grandi città, che registra un aumento di compravendite del 31,4% sul 2020 e del 18,5% sul 2019, mentre Milano, che detiene anch’essa una quota elevata di NTN (23%), mostra rialzi più contenuti (+24,4% sul 2020 e +2,6% sul 2019).

Milano però rimane tra le grandi città quella con l’indice di misura della dinamica di mercato più elevato, 3,3%.
Seguono Torino (3,0%) e Bologna (2,9%), che, come Roma, hanno guadagnato nel 2021 oltre 0,6 punti di IMI.
In termini assoluti Roma rimane la città italiana con il maggior volume di compravendite di abitazioni, con un NTN prossimo alle 39.000 unità, un terzo del volume di scambio delle grandi città.

Nei comuni non capoluogo delle rispettive province delle grandi città, il mercato residenziale rileva una crescita ancor più sostenuta, del 34% rispetto al 2020 e del 24,1% rispetto al 2019.
Si conferma come mercato più dinamico quello della provincia di Milano, sia in termini assoluti (NTN pari a 30.309), sia in termini relativi (IMI pari al 3,30%).

Distinguendo i comuni non capoluogo tra quelli situati nella prima cintura urbana di ogni città e gli altri comuni della provincia, si può osservare una maggiore crescita dei volumi di scambio delle abitazioni, sia nei confronti del 2020 sia del 2019, allontanandosi dalla città capoluogo, con l’eccezione della provincia di Palermo.

Per quanto riguarda i capoluoghi, si evidenzia come, dopo una fase di crescita generalizzata, anche piuttosto sostenuta, sviluppatasi tra il 2004 e il 2006, a partire dal 2007 e, in alcuni casi, già dal 2006 (Roma, Napoli, Milano e Palermo), inizia la fase discendente del ciclo, alimentata dalla crisi del 2008-2009.
La contrazione del volume di compravendite è proseguita fino al 2008 e si è attenuata nel 2009, mentre nel 2010, con l’eccezione di Bologna, gli scambi tornano a crescere.

Dopo che nel 2011 il segno era diventato positivo in tutte le città, nel 2012 nessuna è stata risparmiata dal crollo del mercato immobiliare causato dalla seconda recessione, con l’unica eccezione di Napoli, la cui dinamica è, però, da imputare in gran parte a fattori locali (le consistenti dismissioni del patrimonio immobiliare del comune).
Nel 2013 si assiste ad una generale decelerazione dei tassi negativi, con qualche primo segnale di ripresa; dal 2014 gli incrementi riguardano tutte le grandi città, sia nei comuni capoluogo sia in quelli minori, con un notevole picco nel 2016 ed una crescita che continua fino al 2019 (tranne a Firenze e nella città di Napoli, che si ferma al 2018).

Nel 2020 netta è stata l’inversione di tendenza riportando gli indici ai valori antecedenti il 2018.
Con riferimento però all’ultimo anno della serie storica, quello in esame, appare evidente e generalizzata la ripresa per tutte le maggiori città e relative province.
Per quanto riguarda i comuni della provincia ubicati nella prima cintura urbana, si evidenzia solo nell’ultimo anno una ripresa degli scambi che riporta l’indice delle compravendite in prossimità di quello del capoluogo e in alcuni casi (Torino, Genova e Palermo) lo supera.

Riguardo il numero di abitazioni compravendute (NTN) nelle principali città e nelle rispettive province, con riferimento al taglio dimensionale, i dati mostrano, come già emerso nel complesso nazionale, aumenti di scambi nel 2021, sia sul 2020 sia sul 2019, più accentuati per i tagli più grandi, oltre 145 m2, ancora più elevato se riferita ai comuni della provincia (prossimi al 40%).

La superficie media delle unità abitative compravendute nelle maggiori città risulta pari a 91,7 m2 (0,6 m2 più grande del 2020).
In dettaglio, nel 2021, la superficie media delle abitazioni scambiate resta costante o in lieve aumento rispetto all’anno precedente a Roma, Genova e Bologna; nessuna città riscontra riduzioni e il valore più elevato, nonché in aumento rispetto al 2020, si è registrato a Palermo, con 112 m2.
Nei comuni della provincia le superfici medie sono generalmente superiori a quelle dei relativi comuni capoluogo, con il massimo osservato per i comuni della provincia di Firenze, pari a 118 m2, valore cresciuto rispetto al 2020.
Rimangono sotto i 100 m2 nei comuni delle province di Milano e Genova. Roma cresce oltre i 100 m2.

Relativamente alle quote di compravendita per classi di superficie nelle maggiori cità, il taglio dimensionale più compravenduto, in sette delle otto grandi città, è quello tra 50 m2 e 85 m2, mentre a Palermo prevale di poco la fascia compresa tra 85 m2 e 115 m2.
Anche con riferimento al complesso dei comuni del resto della provincia prevale il taglio tra 50 m2 e 85 m2.
La fascia immediatamente superiore, tra 85 m2 e 115 m2, è preferita a Torino, Genova e Firenze.

Nelle otto città analizzate si è concentrato un quarto del valore del fatturato nazionale, con un valore stimato che ammonta complessivamente a circa 29 miliardi di euro, in aumento del 30% rispetto al 2020 e di quasi il 12% rispetto al 2019.
In tutte le città capoluogo si osserva indistintamente un aumento del fatturato, con i massimi raggiunti nella città di Roma (+31,5% sul 2020 e +17,8% sul 2019).

Milano è la città con il valore medio di un’abitazione compravenduta più elevato, circa 330.000 euro, seguita da Firenze, con un valore medio di poco più di 273.000 euro, e Roma, con un valore medio di 256.000 euro circa.
Delle otto città, solo Genova segna una diminuzione del fatturato medio per unità immobiliare rispetto al 2020.

Nei comuni delle province il fatturato vale poco più di 20 miliardi di euro, valore in aumento rispetto al 2020 del 35,5% e rispetto al 2019 del 24,5%.
Mediamente le abitazioni della provincia risultano più care a Genova e Firenze con un valore medio per unità di circa 231 e 214.000 euro, mentre Palermo è la provincia meno cara, con un valore di scambio medio per abitazione di 82.000 euro circa.
Solo Genova segna una diminuzione di tale valore medio nel 2021 rispetto al 2020.

Le compravendite del diritto di nuda proprietà nelle principali città, registrano una predominanza delle transazioni nella città di Roma (circa il 32%), in crescita rispetto al 2020 in tutte le città, ma in diminuzione rispetto al 2019, -4,7% nel complesso.


I mutui ipotecari:
Nel 2021 il 59% delle abitazioni acquistate da PF nelle principali città risulta assistito da mutuo ipotecario, oltre 2 punti in più del 2020 e 5,5 punti in più del 2019.
Tale quota è massima a Roma, dove quasi il 65% delle compravendite si avvale di un mutuo, e minimo a Napoli e Palermo dove è pari al 48,6%.

Tra le città, gli incrementi più sostenuti sia rispetto al 2020, superiori al 33%, sia sul 2019, tra il 22% e il 31%, si registrano a Roma, Genova e Torino e Firenze.
Roma resta la città con le maggiori quote di compravendite con mutuo (36,6%).
I comuni delle rispettive province mostrano un’analoga crescita generalizzata, sia sul 2020 sia sul 2019.

Per finanziare gli acquisti di abitazioni, il capitale erogato per il complesso delle otto principali città italiane è pari a circa 12 miliardi, circa 3,3 miliardi di euro in più del valore osservato nel 2020, al quale si sommano 9,6 miliardi, circa 2,8 miliardi di euro in più del 2020, per abitazioni acquistate negli altri comuni di queste province.

Anche in termini di capitali erogati, Roma e Milano rappresentano una quota importante del totale dei finanziamenti delle metropoli, con quasi 4,6 miliardi di euro erogati nella capitale (in aumento del 40%) e circa 3,6 miliardi a Milano (in aumento del 38%).
Milano resta la città con il capitale unitario più elevato, quasi 234.000 euro in media finanziati per acquistare un’abitazione.


L’indice di Affordabiliy o di Accessibilità:
Lo studio curato da Abi e Agenzia delle Entrate, contiene anche un capitolo dedicato all’indice che rappresenta una, sintesi dei vari fattori (reddito disponibile, prezzi delle case, andamento, tassi di interesse sui mutui) che influenzano la possibilità per una famiglia media di acquistare un’abitazione al prezzo medio di mercato, contraendo un mutuo.
Maggiore è il valore dell’indice, tanto più è facile acquisire una casa da parte delle famiglie finanziandosi con un mutuo.

Fatte queste premesse, dall’analisi emerge che nel 2021 le condizioni di accesso sono rimaste sostanzialmente immutate rispetto al 2019, grazie alla tenuta dei tassi di interesse, al recupero dei redditi familiari ed all’azione di sostegno anticiclica della politica fiscale.
Questo nonostante una crescita dei prezzi delle case del 2,2%, nella media del 2021, che ha fatto seguito alla crescita del 2,4% dell’anno precedente.

Le tendenze dei primi mesi di quest’anno indicano una stabilizzazione dell’indice di accessibilità sui livelli, comunque elevati, raggiunti nel corso dei mesi finali del 2020.

La tenuta su livelli elevati delle condizioni di accesso all’acquisto di una abitazione risulta, inoltre, piuttosto omogenea a livello territoriale.
In particolare, solo in Lombardia l’indice di accessibilità non è cresciuto rispetto allo scorso anno, mentre in 11 regioni – tra cui vanno segnalate Lazio, Piemonte, Puglia, Sicilia e Toscana – il miglioramento dell’indice è risultato superiore ai 2 decimi di punto.


Fonte: RAPPORTO IMMOBILIARE 2022 | Il settore residenziale – 19 maggio 2022