Osservatorio mutui: cresce la voglia di casa e la richiesta di mutui

Il mercato immobiliare italiano è più che tonico: cresce la voglia di acquistare sia la prima sia la seconda casa, le cui quote di mercato – nei tre mesi a tutto febbraio – sono tornate ai livelli toccati nel secondo trimestre del 2019.
A testimoniare questa forza contribuisce, ancor di più, la loro media annua, che si colloca ai massimi rispettivamente dal 2013 e dal 2014.

Secondo il più recente Osservatorio mutui di MutuiOnline.it, nel trimestre a febbraio le richieste di finanziamenti per l’acquisto della prima casa hanno raggiunto il 50,9% del totale, in rialzo (per il sesto trimestre di seguito), dal 48,4% dell’ultimo quarto del 2020.
I mutui per la seconda casa hanno spuntato il 5,7%, contro il 5,5% del trimestre precedente.

Timori per economia e inflazione fanno da propellente:
Nonostante gli incentivi dello Stato, sono rimaste stabili (2,1%) le domande di mutui per la ristrutturazione della casa.
Ancora in diminuzione le surroghe, di riflesso a uno stock già parzialmente ‘corretto’, che a febbraio hanno rappresentato il 41%.

Ma cosa sta spingendo gli italiani a comprare?
Da un lato contribuiscono le prospettive di una ripresa economica più lenta del previsto: alcuni azzardano che si possa rivedere i livelli pre-pandemia solo dopo il 2023.

Altro elemento di stimolo è la minaccia di una ripresa dei prezzi, che sta già sta facendo capolino.
É comune, infatti, l’idea che allocare il capitale nell’acquisto di una casa sia un valido sistema per proteggersi dall’inflazione.
A monte di questo c’è il desiderio di cercare una maggiore indipendenza, più sicurezza, più spazio, più verde, all’indomani del lockdown e delle restrizioni alla mobilità imposte dall’emergenza sanitaria.

Mercato del credito favorevole:
Il quarto fattore che sta vivacizzando il mercato immobiliare è il mercato del credito e, in particolare, le assicurazioni che ha fornito la Bce, secondo cui la politica monetaria super-accomodante rimarrà tale ancora a lungo.
I tassi di interesse, dunque, continueranno a rimanere bassi perché la Banca centrale europea non può rischiare di frenare la ripresa economica sul nascere.

Uno scenario che ha favorito l’accesso al credito da parte delle famiglie che, consapevoli di quotazioni indicate al ribasso, possono sfruttare tassi d’interesse che continuano a girare attorno ai loro minimi storici.
A febbraio, per i mutui a 20 e 30 anni, il tasso fisso (richiesto dall’89,9% degli italiani) è stato comunque indicato in leggero rialzo, all’1,05% dallo 0,90% segnato a gennaio, mentre il variabile ha corretto allo 0,72% dallo 0,75%.

I tassi continuano a girare sui minimi:
L’orientamento del mercato resta chiaramente orientato al ribasso, come mostrano i saggi di riferimento utilizzati dalle banche per calcolare il costo della rata dei mutui.
Ad esempio, l’Euribor (su un territorio negativo dal 2015) a febbraio, sulla base delle rilevazioni annuali, ha toccato i minimi assoluti, a -0,56% quello a un mese e a -0,54% quello a tre mesi.

L’Eurirs ha mostrato invece una certa fermezza, ma sempre rimanendo molto vicino ai minimi assoluti segnati alla fine dello scorso anno: a -0,13% quello a dieci anni e a +0,18% per il 20 e 30 anni.

Terzo aumento di seguito per l’importo medio richiesto:
La voglia di casa ha spinto le famiglie a chiedere più capitale per finanziare l’acquisto dell’abitazione.
L’importo medio chiesto nel trimestre a febbraio è aumentato dello 0,7% (terzo rialzo di seguito), per attestarsi a 136.947 euro (a un soffio dal record di 138.503 euro toccato nel secondo trimestre 2019).


Fonte: mutuionline.it – 24 marzo 2021