Il mercato residenziale italiano ha registrato una chiusura positiva nel terzo trimestre 2024, con i prezzi delle abitazioni in vendita che mostrano un incremento del +1,7% rispetto al trimestre precedente e del +2,2% sullo stesso periodo del 2023.
A livello mensile, invece, i prezzi delle abitazioni usate sono in lieve calo (-0,4%).
Questo quanto rilevato nell’ultimo report elaborato dal portale immobiliare Idealista, relativo agli annunci pubblicati all’interno della piattaforma, evidenziando che il valore medio si è attestato a 1.851 euro al metro quadro.
Capoluoghi:
L’86% dei 106 capoluoghi analizzati ha registrato un incremento dei valori immobiliari, con i maggiori aumenti si trovano nelle città di Gorizia (+11,7%), Como (+11,4%) e Lecco (+11,0%).
Anche in altri 51 centri, gli aumenti superano la media nazionale dell’1,7%, con percentuali che variano dal +7,8% di Brescia al +1,9% di Novara.
Stabilità e ribassi:
Tra i restanti 33 capoluoghi, le variazioni sono comprese tra il +1,7% di Catanzaro e il +0,2% di Modena.
Durante il trimestre estivo, Milano, Cuneo e Vercelli hanno mantenuto prezzi stabili rispetto ai tre mesi precedenti.
D’altro canto, 16 città italiane hanno subito ribassi, con i cali più significativi a Rieti (-3,2%), Macerata (-2,6%) e Oristano (-1,5%).
Principali mercati cittadini:
Oltre alla stabilità dei prezzi di Milano, si registrano aumenti a Napoli (+3,3%), Bologna (+2,4%), Torino (+2,3%), Firenze e Venezia (entrambe +1,1%), e Roma (+0,8%).
Prezzi delle abitazioni in vendita:
Milano, con un prezzo di 4.988 euro/m2, continua a essere la città più cara, seguita da Bolzano (4.610 euro/m²), Venezia (4.529 euro/m²) e Firenze (4.157 euro/m²).
Prezzi superiori alla media nazionale si trovano in altri 40 capoluoghi, da Bologna (3.526 euro/m²) a Torino (1.885 euro/m²), con Roma che rileva un valore medio di 3.036 euro/m².
Al contrario, Caltanissetta risulta essere il capoluogo più economico, con un prezzo di 710 euro al metro quadro.
Regioni:
Durante il trimestre estivo, tutte le regioni italiane hanno registrato aumenti dei valori immobiliari, con i rialzi più significativi che si sono verificati in Calabria (+4,7%), Marche (+4,2%), Sardegna (+3,8%) e Veneto (+3,7%).
Altre 13 regioni hanno mostrato incrementi superiori all’1%, con variazioni che vanno dal +3,4% della Valle d’Aosta al +1,2% della Sicilia.
I rialzi più contenuti si sono osservati in Liguria (+0,5%), Toscana (+0,4%) e Lazio (+0,1%).
Andamento dei prezzi (richiesti) nelle regioni:
Il Trentino-Alto Adige si posiziona al primo posto nella classifica dei prezzi regionali, con un valore di 3.231 euro/m2, seguito dalla Valle d’Aosta (2.710 euro/m²) e Liguria (2.513 euro/m²).
Al contrario, le regioni più economiche sono risultate essere la Calabria e il Molise, con prezzi rispettivamente di 932 e 902 euro al metro quadro.
Provincie:
A livello provinciale, il mercato immobiliare mostra una tendenza nettamente rialzista, con il 94% delle aree in crescita.
I maggiori incrementi del trimestre si registrano nelle province di Enna (+8,1%), Brescia (+7,7%), Rimini (+7,4%) e Como (+6,6%).
Anche Roma (+1,1%) e Milano (+0,3%) mostrano una crescita, sebbene più contenuta.
Tra le 106 province monitorate, solo tre presentano cali: Rieti (-1,3%), Firenze e Frosinone (-0,5%).
Prezzi delle abitazioni in vendita:
Bolzano si conferma come la provincia con i prezzi delle abitazioni più elevati (4.558 euro al metro quadro), seguita da Milano (3.398 euro/m²), Lucca (3.116 euro/m²) e Savona (3.071 euro/m²).
All’opposto della graduatoria, Biella si posiziona come la provincia più economica, con un prezzo di 635 euro/m2, seguita da Caltanissetta (661 euro/m²) e Isernia (679 euro/m²).
Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’ufficio studi di idealista:
“Il mercato immobiliare italiano è entrato in una fase di transizione nel 2024, dopo due anni di crescita costante. Lo stock di case in vendita sta lentamente aumentando, complice il rallentamento del mercato dovuto ai rialzi dei tassi di interesse.
Questi hanno frenato la domanda, portando a un incremento degli immobili invenduti e allungando i tempi di vendita.Nonostante ciò, il costo di possedere una casa resta ancora elevato per gran parte della popolazione, in particolare per i lavoratori con redditi medi, spesso non in grado di soddisfare i requisiti minimi richiesti dalle banche per ottenere un mutuo.
Tuttavia, si intravedono segnali di miglioramento, soprattutto grazie al recente calo dei tassi d’interesse”.
De Tommaso ha poi evidenziato che il recente taglio di mezzo punto percentuale del tasso di riferimento da parte della BCE, potrebbe migliorare le prospettive per gli acquirenti purché la domanda non aumenti troppo velocemente.
Evitando così ulteriori rincari dei prezzi, considerata la persistente scarsità di case in vendita in Italia.
Fonte: Idealista – 1 ottobre 2024