La sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica negli edifici: la direttiva europea al centro della riunione del 13 marzo 2023

Prestazione energetica degli edifici

Gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo totale di energia in Europa, e la direttiva dovrebbe promuovere ed incentivare la costruzione di edifici più efficienti dal punto di vista energetico e ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

In questi ultimi anni, la direttiva europea è stata oggetto di molte discussioni e revisioni.
L’ultima bozza sarà all’esame della Commissione energia del Parlamento europeo il 9 febbraio e della Plenaria il 13 marzo 2023, giorno in cui è prevista un’importante riunione tra rappresentanti dell’Unione Europea per discutere di eventuali cambiamenti e miglioramenti alla direttiva stessa.

La proposta di direttiva in discussione a Bruxelles prevede che nell’Unione europea gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, quelli esistenti entro il 2050, gli edifici pubblici nuovi già dal 2027, prevedendo anche una revisione del modo con cui attualmente vengono classificate le prestazioni energetiche degli uffici.
Con step intermedi per gli immobili residenziali, che dovrebbero raggiungere la classe energetica “E” entro il 1° gennaio 2030 e la classe “D” entro il 1° gennaio 2033.

L’obiettivo della riunione è quello di valutare l’efficacia della direttiva e di considerare eventuali modifiche per garantire che continui a promuovere la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica negli edifici.
Sarà inoltre discusso il suo futuro e le misure che possono essere prese per garantire che gli Stati membri continuino a implementarla in modo efficace.

In Italia, sono state espresse molte preoccupazioni riguardo l’attuazione della direttiva europea.
La riunione del 13 febbraio 2023 potrebbe rappresentare un’opportunità per affrontare queste preoccupazioni e trovare soluzioni per garantire che la direttiva europea sulla certificazione energetica degli edifici sia attuata in modo più efficace in Italia.
Sarà interessante vedere se la riunione produrrà misure concrete per incentivare le proprietà immobiliari e gestire i costi associati ad affrontare la questione della vetustà degli edifici esistenti.

In vista di questa riunione, molti esperti del settore edile e ambientale stanno esprimendo la loro opinione sulle modifiche da apportare, anche in vista dell’impatto significativo sul modo in cui gli edifici dovranno essere costruiti e gestiti in futuro.

È importante notare che questa direttiva non solo ha un impatto ambientale, ma anche economico.
Gli edifici efficienti dal punto di vista energetico consumano meno energia e possono quindi risparmiare denaro a chi li abita o utilizzi per altri scopi.
Anche se ci saranno dei costi per migliorare l’efficienza energetica, ci saranno probabilmente incentivi e fondi disponibili per supportare questo processo.

Inoltre, l’investimento nel miglioramento dell’efficienza energetica può aumentare il valore dell’immobile a lungo termine ed è importante prendere in considerazione questi fattori prima di preoccuparsi di eventuali svalutazioni.

Inoltre, c’è preoccupazione riguardo ai costi associati all’adeguatezza degli edifici esistenti, molti dei quali sono vecchi e non rispondono ai requisiti energetici attuali.
Ciò può portare a ulteriori costi per le proprietà immobiliari che devono adeguare i loro edifici per soddisfare i requisiti della direttiva europea.

In Italia, le preoccupazioni riguardo i costi e la vetustà degli edifici esistenti sono state al centro di molte discussioni riguardo la Direttiva Europea.
Tuttavia, è importante sottolineare che gli investimenti in miglioramenti energetici possono portare a una riduzione significativa dei costi energetici a lungo termine.

Nel nostro Paese, inoltre, la maggior parte degli immobili sono di proprietà privata rappresentando una parte importante del mercato immobiliare.
Questo può rendere più complesso il processo di rinnovamento e miglioramento dell’efficienza energetica degli stessi, soprattutto rispetto ai paesi dove una rilevante percentuale degli immobili appartengono a società o strutture che ne gestiscono diversamente e periodicamente il rinnovamento.

Tuttavia, questo non può impedire l’obiettivo di migliorarne l’efficienza energetica.
Con informazioni appropriate e supporto finanziario, anche i proprietari privati potrebbero migliorare la prestazione energetica dei loro edifici e aderire alla direttiva europea.

La Direttiva Europea relativa alla certificazione energetica degli edifici è stata concepita per incoraggiare la transizione verso edifici più efficienti dal punto di vista energetico e più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Anche se la stessa può sembrare costosa e scoraggiante.

È anche importante notare che ogni Stato membro dell’UE ha un periodo di tempo specifico per recepire la Direttiva. Tuttavia, è probabile che ci siano ulteriori sviluppi e discussioni in futuro.

In definitiva, nonostante le preoccupazioni iniziali, la Direttiva Europea relativa alla certificazione energetica degli edifici rappresenta un’opportunità per i proprietari di immobili di migliorare la loro efficienza energetica, risparmiare denaro sui costi energetici a lungo termine, e contribuire a un futuro più sostenibile per tutti.

Le pressioni dei partiti potrebbero ottenere qualche effetto.
In una nuova bozza della direttiva è previsto, infatti, che almeno fino al 2037 e fino al 22% dell’edilizia residenziale possano essere applicate condizioni più flessibili.

Potrebbero restare comunque esenti dai nuovi obblighi:

  • edifici storici o dal particolare valore architettonico;
  • immobili collocati in aree vincolate o protette;
  • unità residenziali utilizzate per meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo standard.