S&P: la pandemia non frena l’aumento dei prezzi delle case in Europa (Italia sostanzialmente stabile)

Secondo gli economisti di Standard & Poor’s Global Ratings, le valutazioni nella maggior parte dei mercati europei dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2020, per frenare nel 2021.

Nonostante lockdown e restrizioni, e il conseguente calo senza precedenti dell’attività economica, quest’anno probabilmente assisteremo a un ulteriore aumento dei prezzi delle abitazioni nella maggior parte dei mercati europei.

Come spiega Marion Amiot, Senior Economist di S&P Global Ratings, la domanda accumulata per le case, la necessità di spazi domestici, l’affidabilità creditizia delle famiglie e i bassi costi di finanziamento, “hanno contribuito a un rapido recupero delle transazioni e a un mercato immobiliare dinamico nell’ultima parte dell’anno”.

La cosa non è sorprendente se ci si focalizza su altri due fattori: i lockdown di primavera hanno ridotto l’offerta di abitazioni, con l’attività edilizia diminuita del 32% (anno su anno) nel secondo trimestre nella zona euro, e addirittura del 36% nel Regno Unito.
Inoltre, trascorrendo più tempo a casa e dovendo lavorare e studiare in modalità smart, le famiglie hanno rivalutato il loro bisogno di spazio e, per chi ne ha la possibilità, questo significa prendere decisioni di aggiornamento immobiliare.

A livello di singoli mercati, il report rileva che i prezzi delle abitazioni aumenteranno nel 2020 di più nei Paesi Bassi (6,1%), in Germania (4,6%) e in Svezia (3%).
L’aumento dei prezzi si verificherà, seppur in maniera minore, anche in Belgio, Francia, Italia, Svizzera e Regno Unito, mentre solo Irlanda, Spagna e Portogallo potrebbero subire piccoli cali dei prezzi delle abitazioni.


Le previsioni per l’Italia:
Per quanto riguarda l’Italia, si prevede che i prezzi degli immobili rimarranno relativamente stabili nei prossimi due anni (+0,5% nel 2020 e -0,5% nel 2021).
A differenza di altri mercati europei, i prezzi degli immobili in Italia hanno iniziato a riprendersi solo alla fine del 2019, dopo essersi attestati su valori inferiori del 20% rispetto al picco riportato nel 2008.
Questo significa che l’acquisto di un immobile attualmente è molto più conveniente rispetto a dieci anni fa, soprattutto a fronte di tassi di interesse storicamente bassi.
Quindi, anche se il mercato del lavoro e i redditi delle famiglie hanno subito l’impatto dalla crisi in corso, non ci aspettiamo un calo significativo dei prezzi.
Le transazioni non hanno ancora raggiunto il livello dell’anno scorso su base annua ma la fiducia nel settore dell’edilizia, i mutui per l’acquisto di proprietà immobiliari e le aspettative sui prezzi si sono ripresi rapidamente.


Quanto al 2021, S&P ritiene si verificherà un più marcato rallentamento dei prezzi delle abitazioni, man mano che gli aiuti dei governi per contrastare la pandemia saranno gradualmente ridotti e gli sviluppi del mercato del lavoro supporteranno il reddito delle famiglie in misura minore.
Per un ritorno ai livelli di attività precedenti la pandemia, quindi, si dovrà attendere il 2022, quando i potenziali cambiamenti strutturali della domanda di abitazioni dovrebbero portare a una nuova accelerazione della domanda e dei prezzi delle abitazioni.


Fonte: investiremag.it – 20 ottobre 2020