“L’adesione al Superbonus sembra dare segnali di crescita.
Sono 9,4 milioni le famiglie interessate alla misura, un dato in crescita rispetto allo scorso maggio”.
È quanto emerge dal 110% Monitor, l’osservatorio trimestrale di Nomisma che monitora l’andamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica soggetti al superbonus con l’obiettivo di valutarne le criticità e promuovere modelli di business che ne facilitino l’accessibilità da parte dei cittadini italiani.
Attualmente sono 46.195 le asseverazioni registrate all’Enea, con un investimento medio di 162.256 euro.
Si tratta – precisa Nomisma – del frutto di un movimento da parte di famiglie e imprese intrapreso mesi fa e che riesce ad arrivare solo ora a compimento, testimoniando una lungaggine procedurale alquanto rilevante.
I cantieri già conclusi sono circa 40.000 ed entro la fine dell’anno ne arriveranno altri 160.000.
La maggior parte delle persone che richiedono il Superbonus 110% intende usufruirne per la casa ove vive abitualmente (86% dei casi); in particolare, ad essere più interessati agli incentivi, sono i proprietari di abitazione di grandi condomini con più di 8 appartamenti.
Anche se ad oggi i dati ufficiali hanno evidenziato una prevalenza di opere in edifici unifamiliari, in prospettiva gli interventi nei condomini saranno preponderanti.
Con riferimento all’avvio dell’iter per accedere al superbonus Nomisma identifica tre tipologie di utenti:
- “gli attendisti” (pari a 4,9 milioni di intervistati), che non hanno avviato nessuna iniziativa;
- “gli esploratori” (pari a 1,6 milioni), che sono in fase di delibera degli interventi;
- “gli operativi” (2,9 milioni), che hanno deliberato gli interventi, ma sono in attesa della verifica dei requisiti di base, o hanno avviato i lavori o li hanno terminati.
Il pacchetto “chiavi in mano” offerto da un unico ente che segue tutte le fasi di realizzazione dei lavori, è la scelta preferita dalla stragrande maggioranza degli interessati (84%).
In particolare la quasi totalità (92%) intende rivolgersi a soggetti locali interni alla regione.
In questo contesto si rafforza anche il ruolo dell’amministratore di condominio come promotore dell’iniziativa (a pensarla così è il 42% degli intervistati), sebbene permangano dubbi sull’effettivo impegno di questa figura a causa della scarsa convenienza economica che ne trarrebbe.
Gli interventi che verranno eseguiti con gli incentivi Superbonus 110% riguardano per la maggior parte il cappotto dell’edificio (74%), la sostituzione degli infissi con materiali ad alte prestazioni energetiche (66% in forte aumento rispetto ad inizio anno) e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti (45%).
“L’incertezza sule tempistiche della proroga al 2023 sta generando preoccupazioni tra le famiglie, considerati i 160.000 interventi in arrivo stimati da qui a fine anno e l’ipotesi del Governo di prorogare gli interventi su unifamiliari e plurifamiliari solo alla fine del 2022”
dichiara Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo di Nomisma.
“Permane tra le famiglie la percezione di un’eccessiva complessità della procedura e il timore che non si dimostri realmente a costo zero, riflettendosi anche sulla scelta, per l’84% degli interessati, di optare per un contraente unico, in grado di offrire un pacchetto chiavi in mano.
É evidente come l’intenzione delle famiglie si scontri con un’offerta di mercato inadeguata, caratterizzata per il 90% da imprese con un fatturato inferiore al milione di euro”.
Le famiglie italiane lamentano quindi una scarsa affidabilità delle imprese di costruzioni e il rischio di speculazioni sui prezzi praticati.
Per il 65% degli intervistati, le banche non finanziano sufficientemente le imprese di costruzioni e, secondo il 55%, il Superbonus non è a costo zero ma richiede un esborso iniziale anche rilevante.
L’indagine evidenzia anche un minore consenso sulla possibilità di calibrazione del Superbonus 110% sulla base del reddito.
Fonte: NOMISMA | Ufficio stampa – 4 novembre 2021