Agevolazioni fiscali: nuove norme per l’acquisto “prima casa”, destinate ai soggetti che si trasferiscono all’estero per motivi di lavoro

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L’articolo 2 del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, entrato in vigore il 14 giugno 2023, ha modificato la disciplina in tema di agevolazioni “prima casa”, al fine di uniformare la legislazione nazionale agli atti dell’Unione europea e alle decisioni della Corte di giustizia Ue.

In particolare, la modifica riguarda gli acquisti effettuati in Italia da parte di soggetti trasferiti all’estero per motivi di lavoro.

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Le imposte e le agevolazioni fiscali per l’acquisto della Casa: le risposte ai questi più frequenti

Casa Imposte e agevolazioni fiscali per l'acquisto

In Italia l’acquisto di un’abitazione rappresenta, ancora oggi, una delle principali forme di investimento.

Con la pubblicazione “Guida per l’acquisto della Casa – le imposte e le agevolazioni fiscali” da poco aggiornata, l’Agenzia delle Entrate ha voluto fornire un quadro riassuntivo delle principali regole da seguire quando si compra una casa.
In modo da poter “sfruttare” tutti i benefici previsti dalla legge (imposte ridotte, limitazione del potere di accertamento di valore, eccetera) e affrontare con serenità un momento così importante.

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EUROSTAT: rapporto fra tasse e PIL in UE nel 2019 (Italia 42,6%)

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Il rapporto complessivo tra le imposte e il PIL, ovvero la somma delle imposte e dei contributi sociali netti come percentuale del prodotto interno lordo, si è attestato al 41,1% nell’Unione europea (UE) nel 2019, in diminuzione rispetto al 2018 (41,2%).
Nell’area dell’Euro, il gettito fiscale ha rappresentato il 41,6% del PIL nel 2019, invariato rispetto al 2018.

Queste informazioni provengono da una pubblicazione pubblicata da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.
Gli indicatori fiscali sono compilati in un quadro armonizzato che consente un confronto accurato dei sistemi fiscali e delle politiche fiscali tra gli Stati membri dell’UE.

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EU: Italia (2,3%) non presenta un carico fiscale notevole sulla proprietà degli immobili


Secondo il report “Taxation trends in the European Union” sui livelli di tassazione nei vari paesi membri, completato nel maggio del 2019 e pubblicato dalla Commissione eropea, l’Italia non presenta un carico fiscale notevole in tema di tasse sulla proprietà.
Il report considera come “imposta sulla proprietà” sia le tasse ricorrenti sui beni immobili (Imu) sia quelle sulle altre tasse di proprietà (imposta sui trasferimenti di proprietà e sulle transazioni internazionali immobiliari).

In base al rapporto, la Francia, il Regno Unito, il Belgio, la Grecia, la Spagna e la Danimarca presentano livelli di tassazione, sulla proprietà, molto più elevati rispetto a quelli italiani.

Nel dettaglio il report mostra come il peso fiscale sulle proprietà in Francia è pari al 4,9%, in Gran Bretagna al 3,1%, in Belgio al 3,6%, in Grecia al 3,3%, in Spagna al 2,7% e in Danimarca al 2,4%.
L’Italia si posiziona al settimo posto con un 2,3%, seguita a ruota dalla Lituania, dal Portogallo e dalla Polonia.

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Casa: la proprietà e la gestione costano in media 11.304 Euro l’anno; a Roma 14628 Euro

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Le famiglie italiane spendono in media 942 Euro al mese per la casa.
Vale a dire 11.304 Euro all’anno per proprietà e gestione dell’abitazione principale.

Un costo che comprende le rate del mutuo, le utenze domestiche (energia elettrica, gas, acqua), le spese condominiali, le manutenzioni e la tassa rifiuti.

Ma le cifre differiscono sensibilmente sul territorio: a parità di caratteristiche dell’immobile, al Nord le famiglie pagano mediamente il 20% in più che al Sud e sulle Isole.
Mentre a livello di singole città è Roma a guidare la classifica, con 1.219 Euro al mese, ossia 14.628 Euro annui.

È quanto emerge da uno studio condotto da Facile.it e da Mutui.it, basato su dati Istat e Dipartimento delle finanze.

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COMPRAVENDITA: le risposte ai quesiti fiscali più frequenti

Ho acquistato casa, richiedendo l’applicazione della regola del prezzo-valore. L’Agenzia delle Entrate può accertare un valore dell’immobile diverso da quello indicato nell’atto?

La regola del prezzo-valore prevede la tassazione del trasferimento degli immobili sulla base del loro valore catastale, indipendentemente dal corrispettivo effettivamente pattuito e indicato nell’atto.
La sua applicazione limita il potere di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, che non può accertare un maggior valore ai fini dell’imposta di registro. Questa regola è ammessa, però, solo per le cessioni di immobili a uso abitativo (e relative pertinenze) acquistate da persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di attività commerciali, artistiche o professionali.

Quali criteri utilizza l’Agenzia delle Entrate per rettificare il valore dell’immobile acquistato se non è stato richiesto il prezzo-valore?

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