L’immobiliare torna ad essere l’investimento ideale nel Centro e nel Sud.

Torna a crescere, dopo anni di declino, la «voglia di mattone» degli italiani.
Nel 2015 sale al 29% la quota di italiani che definisce ideale l’investimento nell’immobiliare.
Un dato, quello rilevato dalla ricerca curata da Acri e Ipsos per la 91esima Giornata mondiale del risparmio, in netta ripresa dopo anni di tracollo: dal 70% del 2006 al 24% del 2014.

Più ottimismo per le possibilità del futuro:
Migliora intanto anche il clima di fiducia degli italiani sulla situazione economica personale e sul futuro del Paese.
«L’atmosfera pessimistica dopo quattro anni sembra cambiata; il numero dei soddisfatti della propria situazione economica supera quella degli insoddisfatti di dieci punti percentuali», commenta il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti.

La maggioranza di ottimisti, tuttavia, non cambia la percezione di essere ancora in una situazione generale di crisi: per l’80% del campione rappresentativo della popolazione italiana si tratta di una crisi «grave» e che durerà altri cinque anni.
Aumenta anche la fiducia sul futuro del Paese: è fiducioso uno su tre, mentre gli sfiduciati sono il 27% con una forbice positiva in crescita rispetto agli anni precedenti.
Sul fronte del risparmio, nota il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, per il terzo anno consecutivo cresce di 4 punti percentuali – dal 33% al 37 per cento – la quota degli italiani che negli ultimi dodici mesi hanno effettivamente risparmiato.

Migliorata la situazione economica delle famiglie:
«La crisi c’è ma non per me» è il risultato, tra le righe, che emerge dalle risposte degli italiani nella ricerca Acri-Ipsos.
Se infatti, a livello generale, gli intervistati stimano di tornare ai livelli pre-crisi solo nel 2020, riguardo alla situazione economica delle famiglie si vede un quadro in netto miglioramento.
In primo luogo accelera la contrazione del numero delle famiglie colpite dalla crisi (32% rispetto al 40% del 2013), grazie soprattutto al minor numero di persone che hanno perso il lavoro.
Cambia anche la tendenza del tenore di vita: solo il 18% indica un serio peggioramento rispetto al 26% del 2013. Salgono al 32% (27% lo scorso anno) la quota degli italiani che hanno mantenuto con facilità il tenore di vita mentre il 45% (46% nel 2014) dichiara di aver avuto qualche difficoltà a mantenerlo.

Fonte: Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa – 27 ottobre 2015