
Chiusa l’epoca d’oro dei tassi sotto l’uno per cento dei mutui, il nuovo anno sembra continuare un trend in risalita apertosi a metà 2022.
Il motivo che ha indotto la Bce a intervenire in più occasioni con aumenti dei tassi (l’ultimo a dicembre ha portato il costo del denaro al 2,50%, ma se ne attende uno ulteriore fino al 3%) è stato il cercare di ristabilire un livello più basso del tasso di inflazione, adesso all’8% ma schizzato lo scorso ottobre fino all’11,6%.
Il risultato a oggi è che i mutui a tasso fisso sono stati fin dallo scorso anno i primi a scontare i rialzi e attualmente si assestano con valori che iniziano a diventare stabili, mentre si assiste alla progressiva impennata dei tassi variabili, fino a ridurre al minimo la forbice tra le due tipologie di tasso, attualmente sui 50 punti base.