L’Italia è il paese in Europa con il più alto numero di case per 1000 abitanti: 580 contro una media europea di 452.
Offre, inoltre, un mercato residenziale decisamente in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
E per una volta non in senso negativo, perché se dal punto di vista della disoccupazione, specie quella giovanile, non siamo certo in una buona posizione rispetto al resto d’Europa, sul comprare casa siamo competitivi.
Se negli altri paesi infatti i prezzi medi delle abitazioni sono saliti a un ritmo medio del 6,5%, nel nostro paese nel 2014 le case costavano il 4% in meno dell’anno precedente.
A Roma il prezzo medio è di 3561 Euro per mq, a Milano 3661 Euro/mq e a Torino 2086 Euro/mq.
A Londra, la città più cara d’Europa, siamo sui 14.000 Euro/mq.
Anche contrattare il prezzo di una casa nuova sembra più vantaggioso rispetto al resto d’Europa. Nel 2014 nel nostro paese si è arrivati in media al 16% di sconto su prezzi delle case nuove – il secondo in Europa – e nettamente maggiore rispetto al 10% dell’anno precedente.
A raccontare questi dati è un recente report di Deloitte, che fotografa il Mercato immobiliare in Europa.
In generale, secondo le stime effettuate da Deloitte, per un italiano oggi ci vogliono circa 7 anni di stipendio medio per comprare una casa nuova di 70 metri quadri, un dato che ci colloca a circa a metà fra i 3 della Germania e i quasi 10 dei colleghi inglesi.
Una casa di 70 mq costerebbe circa 172 mila euro – ci spiegano da Deloitte – dividendo questa cifra per il salario medio annuale lordo riportato da risultati ISTAT, si ottiene un valore pari a circa 6,8 anni di stipendio annuo lordo.
Certo, quest’ultimo dato va preso unicamente come indicatore per tentare un confronto internazionale, dal momento che lo stipendio medio è solo una mera approssimazione statistica.
La crisi però ha lasciato la sua impronta.
Nel nostro paese, la capacità di far fronte ai debiti è fra le più basse d’Europa e questo fa sì che i tassi di Pre-Sales siano fra i più alti. Un fattore, quest’ultimo, a ben vedere tutt’altro che negativo.
Generalmente – precisano sempre gli autori – un livello minimo più elevato di Pre-Sales per il settore residenziale come quello che si ha avuto in Italia, indica una politica di gestione del rischio più rigorosa da parte degli istituti di credito finanziari, che cercano di ridurre al minimo il rischio di non venir rimborsati.
Di case nuove comunque ne costruiamo poche.
Complice certamente la crisi economica, in Italia abbiamo l’indice europeo più basso di case nuove completate ogni 1000 abitanti.
L’incertezza degli investitori e il ridotto accesso ai finanziamenti, sia per i costruttori che per i potenziali investitori – conclude Deloitte – ha senza dubbio ridotto la domanda e l’offerta di nuovi alloggi residenziali.
Estratto dall’articolo di Cristina Da Rold – Freelance data journalist and scientific communicator – 4 settembre 2015