ISTAT: inflazione al 5,3% su base annua (-0,1%). Ma qual è nel resto d’Europa? A cosa è dovuta?

Immagine relativa alla rilevazione ISTAT dell'inflazione a settembre 2023

Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), registra in Italia un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (dal +5,4% del mese precedente).

L’indice armonizzato europeo dei prezzi al consumo (IPCA), invece, aumenta dell’1,7% su base mensile (anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto) e del 5,7% su base annua (in accrescimento, dal precedente +5,5% di agosto).

In Francia lo stesso indice è stato del 5,6% su base annua (-0,6%), in Spagna del 3,2% (+0,6%) e in Germania del 4,3% (+0,2%).
Il tasso di incremento annuo più basso è stato quello del Belgio (0,7%, -0,4% mensile), quello più alto si è verificato in Slovacchia (8,9%, +0,3% mensile).

A settembre 2022, l’IPCA era stato del 9,4% in Italia, 6,2% in Francia, 9,0% in Spagna e 10,9% in Germania.
Il tasso di incremento annuo più basso si era verificato in Francia, quello più alto in Estonia (+24,1%).


Cos’è l’indice IPCA?
L’indice IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo.
Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’Unione Europea, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’Unione monetaria.

L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici.

Un’ulteriore differenziazione fra i due indici, riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC prende a riferimento il prezzo pieno di vendita dei prodotti, mentre l’IPCA si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore.

Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket).
Inoltre, l’IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).


Inflazione europea: l’inflazione annuale nell’area dell’euro – secondo la stima di EUROSTAT, l’ufficio statistico dell’Unione europea – dovrebbe attestarsi al 4,3% nel settembre 2023, in calo rispetto al 5,2% di agosto.

Considerando le componenti principali dell’inflazione, gli incrementi maggiori sono stati legati al cibo, alcol e tabacco (8,8%, rispetto al 9,7% di agosto), seguito dai servizi (4,7%, rispetto al 5,5% di agosto), beni industriali non energetici (4,2%, contro il 4,7% di agosto) ed energia (-4,7%, contro il -3,3% di agosto).

Ed in Italia?
La nuova discesa tendenziale del tasso di inflazione in Italia, invece, risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno si riduce sensibilmente, pur restando su valori relativamente marcati (+8,6%).
Per contro, un freno al rientro dell’inflazione si deve al riaccendersi di tensioni sui prezzi dei beni energetici, in particolare nel settore non regolamentato, che riporta la dinamica tendenziale del comparto su valori positivi, ma anche all’accelerazione dei prezzi dei servizi di trasporto.

Si è attenuata, infine, la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa”, che a settembre si è attestata al +8,3%.


Fonte: ISTAT ed EUROSTAT – settembre 2023