MUTUI: trend positivo per l’acquisto di abitazioni (+9.5%) e crollo delle surroghe (-73.1%), nel primo trimestre del 2022

Trend dei mutui

Nei primi tre mesi del 2022 si conferma una dinamica positiva per i mutui immobiliari alle famiglie consumatrici destinati all’acquisto casa, mentre crollano le surroghe.

Nonostante le incertezze generate dal contesto geopolitico e dall’inflazione in aumento, anche nei primi tre mesi del 2022 la crescita prosegue per i mutui d’acquisto abitazione (+9.5%).
Tale trend è il risultato della ripresa della domanda delle famiglie e di politiche creditizie degli operatori meno restrittive, seppure più prudenti rispetto al periodo pre-Covid.

Queste le principali evidenze che emergono dalla 52a edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.

I mutui immobiliari:
Le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici chiudono il 2021 con una crescita a doppia cifra (+10.8%), grazie al traino dei mutui con finalità d’acquisto abitazione.

Nel primo trimestre 2022, l’evoluzione complessiva è negativa (-6.4%), per via del crollo delle surroghe (-73.1%), mentre tiene la componente acquisto (+9.5%).

Tale risultato si inserisce in un quadro caratterizzato dalla prosecuzione degli incentivi governativi (agevolazioni ai giovani, bonus prima casa, superbonus 110%), nel quale le compravendite immobiliari residenziali evidenziano un’evoluzione ancora positiva (+34.1%, nel 2021 e +12% nel primo trimestre 2022).


Le prospettive per il 2022 e nel biennio 2023 – 2024:
Le previsioni per il 2022 presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia indicano che pur allontanandosi dai ritmi di sviluppo del 2021, con il forte rimbalzo dalla prima fase Covid, i prestiti per acquisto di abitazioni guideranno la crescita del mercato, ancora sostenuti dagli incentivi statali.

Nuove tensioni si sommano ai lasciti della pandemia, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità del credito.
Le pressioni sui bilanci delle famiglie derivanti dal forte aumento dell’inflazione, dal peggioramento quest’anno del reddito disponile e dalla più veloce normalizzazione della qualità del credito si aggiungono a quelli della crisi Covid che indicavamo già nelle passate previsioni.
Si conferma pertanto per il 2022 un aumento dei tassi di default, con effetti di trascinamento anche nel 2023.

In generale, l’incertezza dello scenario di previsione è molto alta e legata alla durata del conflitto e alle politiche economiche che saranno intraprese per contrastarne le conseguenze negative, nonché al possibile peggioramento della situazione sanitaria in autunno.


Fonte: CRIF – 23 giugno 2022