EUROSTAT | Statistiche sulla finanza pubblica: qualche curiosità sulla valuta e i depositi del nostro e degli altri Paesi UE

Immagine di EUROSTAT, sulle Statistiche della finanza pubblica dei Paesi UE

I conti finanziari delle amministrazioni pubbliche, pubblicati da EUROSTAT, comprendono le operazioni e lo stock inerenti ad attività e passività finanziarie dei singoli Paesi dell’UE.
I governi detengono, infatti, valuta e depositi – come denaro in conti bancari e riserve di cassa – per effettuare i pagamenti giornalieri.

Nel primo trimestre del 2023 le valute e i depositi ammontavano a 1.278 miliardi di euro e rappresentavano il 19,5% del totale delle attività finanziarie delle amministrazioni pubbliche dell’UE.
L’Italia, undicesima rispetto alla classifica dei 28 Paesi – come si evince dai dati trimestrali sulla finanza pubblica pubblicati – deteneva rispettivamente:

  • 73.094 milioni di euro, nel 1° trimestre 2023;
  • 85.700 nel 4° trimestre 2022;
  • 89.348 nel 3° trimestre 2022;
  • 126.205 nel 2° trimestre del 2022;
  • 137.977 milioni di euro, nel 1° trimestre dello scorso anno.

Nel paragone, la Francia (nona in classifica) deteneva 131.053 milioni di euro nel 1° trimestre del 2023, 126.056 nel 4° trimestre 2022, 163.247 nel 3° trimestre 2022, 174.857 nel 2° trimestre del 2022 e 216.301 milioni di euro nel 1° trimestre dello scorso anno.
La Spagna (ottava in classifica) 189.760 milioni di euro nel 1° trimestre del 2023, 162.844 nel 4° trimestre 2022, 199.550 nel 3° trimestre 2022, 172.299 nel 2° trimestre del 2022 e 157.210 milioni di euro nel 1° trimestre dello scorso anno.

La Germania (quarta in classifica) 417.183 milioni di euro nel 1° trimestre del 2023, 417.338 nel 4° trimestre 2022, 447.050 nel 3° trimestre 2022, 500.039 nel 2° trimestre del 2022 e 463.699 milioni di euro nel 1° trimestre dello scorso anno.
Quali paesi occupano le prime 3 posizioni? Ungheria, Repubblica Ceca e Norvegia.


EUROSTAT precisa inoltre che, sempre nel primo trimestre del 2023, il rapporto tra disavanzo delle amministrazioni pubbliche destagionalizzato e PIL si è attestato al 3,2% nella zona euro (EA20) e al 3,0% nell’UE.
Per la zona euro e l’UE sono state osservate diminuzioni dei disavanzi rispetto al quarto trimestre del 2022, dovute alla diminuzione della spesa totale e all’aumento del PIL nominale.

Alla fine del primo trimestre del 2023, il rapporto debito pubblico/PIL nell’area dell’euro era sceso al 91,2%, dal 91,4% alla fine del quarto trimestre del 2022.
I rapporti più elevati tra debito pubblico e PIL, alla fine del primo trimestre del 2023, sono stati registrati in Grecia (168,3%), Italia (143,5%), Portogallo (113,8%), Spagna (112,8%), Francia (112,4%) e Belgio (107,4%).
Il più basso in Estonia (17,2%), Bulgaria (22,5%), Lussemburgo (28,0%) e Danimarca (29,4%).

Le misure volte ad attenuare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia hanno avuto un forte impatto sui saldi pubblici nella seconda metà del 2022 e primo trimestre del 2023, mentre la maggior parte degli Stati membri ha continuato a registrare un disavanzo pubblico.

Va considerato che le attività valutarie e di deposito tendono a diminuire alla fine del quarto trimestre di ogni anno, questo perché in alcuni sistemi di bilancio si cerca di eseguire i pagamenti entro la fine dell’anno, abbreviando così il bilancio.

Con i depositi in eccesso, i governi possono anche ridurre il loro debito lordo, ad esempio, (ri)acquistando titoli di stato.
Detenere riserve di liquidità eccessive implica rinunciare alle opportunità di detenere altre attività (con un rendimento più elevato).

Durante l’inizio della pandemia di COVID-19 nella prima metà del 2020, i governi hanno aumentato sostanzialmente le loro attività di deposito a causa dell’aumento netto delle passività debitorie superiori al finanziamento dei disavanzi.
I depositi hanno rappresentato il 23,1% delle attività finanziarie totali, al loro picco nel terzo trimestre del 2020.

La riduzione dei depositi osservata negli ultimi due trimestri del 2022, riflette principalmente l’utilizzo della liquidità accumulata negli anni precedenti per finanziare i disavanzi.


Fonte: EUROSTAT – 21 luglio 2023