Investimenti corporate in Italia: -60% nel primo semestre 2023, tra incertezze e attendismo

immagine che rappresenta l'andamento degli investimenti corporate in Italia: -60% nel primo semestre 2023

Il mercato corporate in Italia ha subito una riduzione trasversale degli investimenti in tutte le asset class, nel corso della prima parte dell’anno.
Ci si riferisce, ovviamente, al segmento del mercato immobiliare che riguarda gli immobili destinati ad uso commerciale o industriale (uffici, magazzini, centri commerciali, hotel, ristoranti, ecc).

Nel primo trimestre, infatti, i volumi si sono ridotti a 889 mln di euro, mentre nel secondo a circa 1,1 miliardi.
Il risultato semestrale ha sfiorato, quindi, i 2 miliardi di euro, pari a circa un terzo del volume registrato nel primo semestre “record” del 2022.

Nonostante i segnali di miglioramento osservati negli ultimi mesi, con riferimenti alla dinamica inflattiva, permane una situazione di incertezza e attendismo principalmente legata al perdurare di tassi di interesse elevati.
L’innalzamento, anche solo parziale, dei canoni per quasi tutte le asset class, spingerà al rialzo gli “yield medi” (ovvero quanto reddito genera un immobile per ogni euro investito), favorendo un graduale riprezzamento di tutti gli immobili d’impresa.


Previsioni: Il 2023 dovrebbe chiudersi con circa 6,5 mld di nuovi investimenti – secondo Nomisma – per poi risalire a 9,3 mld nel 2024 e a 10,2 mld nel 2025, mantenendosi comunque al di sotto dei valori registrati nel 2019.


In tale contesto gli investitori esteri sono diminuiti in maniera sostanziale, arrivando a rappresentare il 38-40% circa del totale investito.
La fase di debolezza del mercato corporate ha modificato anche l’asset allocation per tipologia, nel corso della prima parte del 2023, con una riduzione della componente direzionale (scesa al 13,8%) sul totale investito.

Il segmento commerciale si mantiene invece su quote residuali, mentre la logistica appare ancora prevalente (32,7% del totale).
Infine, si conferma sempre più rilevante l’incidenza degli immobili alternativi (sanità, educazione, logistica, usi misti, ecc..).

A beneficiare del cambio di interesse sono stati principalmente i segmenti alberghiero (17,9%) e residenziale (22,3%).


Le differenze nelle varie aree del Paese: per quanto riguarda la dislocazione territoriale degli investimenti, Milano si conferma in testa con il 40% della movimentazione complessiva, mentre Roma si attesta intorno al 13%.

Il resto si distribuisce sull’intero territorio nazionale, ma con prevalenza al Nord o nelle città d’arte per gli hotel.


Fonte: Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche – 26 ottobre 2023