La Banca d’Italia ha recentemente diffuso le informazioni sulla distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane.
Le nuove statistiche quantificano l’eterogeneità della composizione del portafoglio delle famiglie, che è rappresentato principalmente da abitazioni e depositi per quelle meno abbienti, ed è maggiormente diversificato per quelle più ricche (con un peso significativo di azioni e di attività non finanziarie non residenziali).
L’analisi evidenzia che il 5% delle famiglie italiane più abbienti, possiede circa il 46% della ricchezza netta totale.
La concentrazione della ricchezza netta è aumentata tra il 2010 e il 2016, per poi mantenersi pressoché stabile.
La dinamica più recente, caratterizzata da una lieve crescita nel 2021 e da una riduzione nel 2022, sembra riflettere principalmente l’andamento dei prezzi delle attività finanziarie detenute dalle famiglie appartenenti al decile più ricco.
Si è analizzata, quindi, la composizione di portafoglio della ricchezza delle famiglie alla fine del 2022, suddividendola in 3 gruppi:
- la classe al di sotto della mediana (ossia il 50% più povero);
- la classe “centrale” o “intermedia” (che corrisponde alle famiglie la cui ricchezza netta è compresa tra il 50° e il 90° percentile);
- il 10% più ricco.
I dati macroeconomici di contabilità nazionale hanno mostrato come la metà della ricchezza degli italiani sia rappresentata dalle abitazioni.
Tale percentuale varia tuttavia fortemente in base alla condizione economica:
- le abitazioni raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana;
- si attestano poco sotto il 70% per quelle della classe centrale;
- scendono a poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca.
Per le famiglie più povere, i depositi sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%).
Maggiormente diversificato è invece il portafoglio delle famiglie più ricche, per le quali quasi un terzo della ricchezza è rappresentato da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative.
L’andamento storico: la composizione del portafoglio delle famiglie per classe di ricchezza ha subito significative variazioni fra il 2010 e il 2022.
In un periodo caratterizzato da una generale flessione dei prezzi degli immobili, il peso delle abitazioni è sceso dal 55,8% al 50,2% a livello aggregato.
Tuttavia, per le famiglie più povere è cresciuto di quattro punti percentuali.
Nel 2010 circa la metà del patrimonio abitativo era detenuta dalla classe centrale.
Nel 2022 tale percentuale era scesa al 45%, soprattutto a vantaggio del decimo più ricco, mentre la quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana è rimasta stabile nel tempo attorno al 14%.
Contesto internazionale: nel confronto internazionale, la situazione misurata dall’indice di Gini (misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione, spesso usato come indice di concentrazione per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza) è inferiore per l’Italia rispetto all’area dell’euro.
È in linea, inoltre, con il dato francese, mentre la Germania risulta il paese con il maggior grado di disuguaglianza.
Fonte: bancaditalia.it | Conti distributivi sulla ricchezza delle famiglie – 8 gennaio 2024