Regione LAZIO: report 2023 sulla ricchezza netta delle famiglie e l’indebitamento per mutui

Regione LAZIO: report sulla ricchezza netta delle famiglie e l’indebitamento per mutui nel 2022

Nel Lazio la ricchezza netta delle famiglie, in base alle stime aggiornate al 2021 (ultimo anno disponibile), ammontava a 1.136 miliardi di euro, in aumento del 3,0% in valore nominale rispetto all’anno precedente, ma in riduzione dello 0,9% in termini reali.

In termini pro capite, la ricchezza era pari a 199.000 euro, un valore superiore del 12,5% rispetto a quello medio nazionale.

Queste alcune delle evidenze presenti nella collana “Economie regionali” di BANCA D’ITALIA, che ha la finalità di presentare studi e documentazione sugli aspetti territoriali dell’economia italiana, includendo l’andamento delle dinamiche recenti e gli aspetti strutturali sulla domanda e offerta di credito.

Tra il 2011 e il 2021 il valore corrente della ricchezza netta delle famiglie del Lazio si è ridotto del 4%, in misura più marcata rispetto all’area del Centro, mentre nella media nazionale si è riscontrata una decisa crescita (8,4%).
Al calo registrato in regione fino al 2018, è seguito un parziale recupero nell’ultimo triennio.

Nello stesso decennio, il valore delle attività reali si è ridotto del 16%, riflettendo il calo della componente relativa alle abitazioni residenziali, connesso con la flessione delle quotazioni immobiliari.
Nel Lazio il peso di tali attività sul totale della ricchezza lorda delle famiglie resta tuttavia elevato, superiore alla media nazionale (63% in Regione, contro 54% in Italia nel 2021).


L’indebitamento delle famiglie: nel 2022 i prestiti alle famiglie da banche e società finanziarie hanno continuato ad aumentare, seppure a un ritmo meno sostenuto rispetto all’anno precedente: a dicembre il tasso di crescita sui dodici mesi si è collocato al 4,1% (4,3%, a fine 2021).
L’andamento è stato trainato sia dai mutui per l’acquisto di abitazioni, che dal credito al consumo.
La crescita dei prestiti ha iniziato a rallentare sul finire dell’anno, per effetto della contrazione dei mutui per abitazione.


I mutui per l’acquisto di abitazioni: nel 2022 la crescita delle consistenze dei prestiti, per l’acquisto di abitazioni, si è confermata sostenuta (4,5% a dicembre).
I flussi di nuovi mutui si sono mantenuti mediamente su livelli elevati (6,7 miliardi di euro, nell’anno) e superiori a quelli pre-pandemici.

Nella seconda parte dell’anno, tuttavia, il valore dei nuovi contratti ha cominciato a contrarsi (-11,4%, rispetto al corrispondente periodo del 2021).
Sulla base di elaborazioni condotte sui dati della Rilevazione analitica dei tassi d’interesse attivi, l’andamento delle nuove erogazioni nel 2022 ha riflesso la riduzione della numerosità dei nuovi contratti di mutuo e a fronte di una sostanziale stazionarietà dell’importo medio erogato.

L’andamento delle nuove erogazioni ha risentito della contrazione della domanda di credito espressa dalle famiglie residenti in regione, dovuta anche al rapido aumento dei tassi di interesse connesso con il processo di normalizzazione della politica monetaria.

Tra la fine del 2021 e quella del 2022, il costo medio del credito sulle nuove operazioni è passato dall’1,6 al 3,5%.
In un contesto di tassi crescenti, le operazioni di surroga o sostituzione sui mutui in essere hanno rallentato: il flusso delle operazioni completate nel 2022, in rapporto alle consistenze di inizio anno, è sceso allo 0,7%, dal 2,7% nel 2021.

Il differenziale di costo tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile, pressoché nullo nel precedente biennio, nel 2022 è tornato positivo (0,6 punti percentuali alla fine dell’anno), favorendo la crescita della quota delle nuove erogazioni a tasso variabile.
Su tale aumento potrebbe aver influito anche la preferenza delle famiglie a mantenere contenuto il livello iniziale della rata, in considerazione del minor costo dei mutui a tasso variabile.

Per poco meno della metà delle nuove erogazioni il rischio derivante da ulteriori aumenti dei tassi di mercato è limitato dalla previsione di un tetto massimo (mutui con cap).

Complessivamente, l’incidenza dei mutui a tasso variabile, sul totale dei prestiti, rimane contenuta nonostante l’aumento delle nuove erogazioni rilevato.
Ciò contribuisce a moderare l’esposizione delle famiglie indebitate con tali tipologie di contratti al rischio di aumento della rata.


L’impatto dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui alle famiglie:
Alla fine del 2022 i mutui bancari concessi alle famiglie consumatrici residenti nel Lazio, in continua crescita dal 2015, erano pari al 40,2% del reddito disponibile regionale, un valore superiore a quello medio nazionale (32,9%).
Le famiglie indebitate per l’acquisto della casa erano pari al 14,5% del totale di quelle residenti in regione.

Negli ultimi anni l’indebitamento delle famiglie è stato sostenuto da un costo del credito molto ridotto, che ha favorito i contratti a tasso fisso, riducendo l’esposizione al rischio di un incremento dei tassi nel medio periodo.
La quota di mutui indicizzati, che nel 2014 aveva raggiunto la massima incidenza (circa due terzi del totale), alla fine del 2022 era pari al 32,5%, ovvero 6 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana.

Nel confronto con le altre regioni, i mutui concessi alle famiglie del Lazio presentavano un importo mediano di 125.000 euro, il 14% in più del dato nazionale, riflettendo il valore più alto dei prezzi medi delle abitazioni in regione, ascrivibile in particolare alle quotazioni di Roma Capitale.
Questi crediti sono connotati, inoltre, da una durata più lunga e da rate più elevate.

Anche i mutui con le rate più contenute, che possono essere associati con maggiore frequenza a famiglie a basso reddito, evidenziano valori più elevati rispetto alla media italiana, sia negli importi sia nella durata.

Con il mutamento della politica monetaria e il progressivo aumento dei tassi di interesse di riferimento (Euribor) a partire da luglio 2022, le famiglie che avevano contratto un mutuo a tasso variabile hanno subito un incremento dell’onere del servizio del debito.
Ipotizzando che nell’anno in corso i tassi di interesse subiscano un incremento medio di tre punti percentuali, coerentemente con le previsioni disponibili ed in base a stime la rata mediana sui mutui indicizzati delle famiglie del Lazio, aumenterebbe del 23% (144 euro al mese).
L’incremento salirebbe di circa un punto percentuale restringendo l’analisi alle famiglie con le rate più contenute, perlopiù associate a un reddito basso.

Ulteriori stime, che utilizzano anche informazioni tratte dall’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF), mostrano che il maggiore onere peserebbe sul reddito mediano delle famiglie indebitate per 4,4 punti percentuali.


L’incremento del numero dei mutui per l’acquisto di abitazioni è stato sostenuto dalla clientela più giovane: le nuove erogazioni sono cresciute marcatamente per la fascia fino a 34 anni, mentre si sono ridotte per le altre classi di età.

L’accesso ai mutui da parte dei giovani è stato favorito dal diffuso ricorso alla garanzia pubblica per l’acquisto della prima casa, soprattutto di quella fino all’80%: nel 2022 i finanziamenti concessi ai giovani con la copertura del Fondo di garanzia per la prima casa sono quasi raddoppiati (a circa 1.600 milioni di euro).
La quota del valore dei nuovi mutui concessi a soggetti di età fino a 34 anni è cresciuta sensibilmente (dal 27,2, al 33,0%).

Il maggior ricorso alla garanzia del Fondo ha comportato anche un vantaggio in termini di costo a favore dei prenditori più giovani.


Fonte: BANCA D’ITALIA | L’economia del Lazio – Rapporto annuale – 15 giugno 2023