Cassazione: in caso di contestazione da parte del Fisco, spetta al contribuente dimostrare che la sua prima casa non è di lusso

immagine che rappresenta un ambito giudiziario, in relazione all'articolo relativo all'ordinanza della Cassazione che ha deciso che, in caso di contestazione da parte del Fisco, spetta al contribuente dimostrare che la sua prima casa non è di lusso

La Corte Suprema di Cassazione – con una recente ordinanza – ha confermato che, ai fini dell’agevolazione prima casa, la superficie utile dell’immobile deve essere determinata avuto riguardo all’utilizzabilità degli ambienti, a prescindere dalla loro effettiva abitabilità.

Accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e cassando la decisione della Commissione tributaria regionale dell’Umbria, che aveva dato ragione ad un contribuente contro la negazione delle agevolazioni “prima casa” da parte dell’Agenzia.

La Commissione tributaria regionale aveva, invece, erroneamente ritenuto che spettasse all’Agenzia delle Entrate dimostrare il superamento dei 240 mq, contro i principi che pongono l’onere della prova in capo a chi richiede agevolazioni.

La Cassazione ha ritenuto quindi che, in assenza di prova da parte del contribuente, l’Agenzia delle entrate poteva legittimamente contestare l’agevolazione.
Pertanto, spetterà al contribuente l’onere di dimostrare la specifica destinazione dei locali esclusi dal calcolo della metratura.

La pronuncia della Cassazione determina un decisivo spostamento dell’onere probatorio, in capo al contribuente che richieda le agevolazioni per l’acquisto della prima casa.

Stando alla recente sentenza l’acquirente dovrà dunque fornire adeguate prove documentali circa la natura non di lusso dell’immobile, pena la decadenza dai benefici fiscali.
Non sarà più sufficiente, cioè, la mera classificazione catastale.

Per dimostrare il carattere non lussuoso, il contribuente potrà esibire la dichiarazione del costruttore, la licenza edilizia, il progetto approvato dal Comune o una perizia tecnica giurata.
In caso di controversia, tuttavia, la parola definitiva spetterà comunque al giudice tributario e, laddove l’onere probatorio non venga assolto, l’Amministrazione finanziaria applicherà le imposte ordinarie, recuperando le minori imposte versate oltre a sanzioni ed interessi.

Si tratta dunque di una svolta negli orientamenti giurisprudenziali, che porrà gli acquirenti di fronte a maggiori oneri procedurali per usufruire delle agevolazioni prima casa.

In definitiva, la sentenza della Cassazione ha un impatto dirompente sulla ripartizione dell’onere della prova, trattandosi di un cambiamento giurisprudenziale che modifica consolidati orientamenti in materia e che, probabilmente, sarà oggetto di future pronunce della Cassazione per chiarirne la portata.

Di conseguenza, sarò bene che gli acquirenti di immobili residenziali prestino maggiore attenzione nel reperire e conservare documentazione tecnica a supporto, soprattutto in caso di contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria.


Fonte: edilizia.com – 8 novembre 2023