Il Superbonus rappresenta un’occasione straordinaria di sviluppo, sia della lunghissima filiera delle costruzioni, colpita da una crisi ultra-decennale, sia degli obiettivi di sicurezza sismica e di efficientamento energetico.
Inoltre, lo strumento fiscale risulta assolutamente coerente con la strategia sottesa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato a fine aprile dal nostro Governo.
In tal senso, il forte “appeal” della misura continua ad essere pienamente osservabile nel mercato attraverso i dati del monitoraggio Enea-Mise.
Al 1 luglio 2021, risultano 24.503 interventi legati al Superbonus per un ammontare corrispondente di quasi 3,5mld di euro.
Rispetto alla precedente pubblicazione del 3 giugno, si osserva un ulteriore significativo aumento del 32% in termini di numero e del 39,7% nell’importo.
La maggior parte degli interventi riguarda edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti, mentre la quota dei condomini risulta piuttosto ridotta (l’11,2%).
L’evoluzione dei dati mostra, comunque, una dinamica di crescita per tale tipologia, ferma restando la maggiore complessità procedurale che rende più difficoltosa la partenza dei lavori rispetto agli interventi su singole unità indipendenti o su edifici unifamiliari.
In termini di importi, gli edifici condominiali rappresentano il 43% circa dell’importo complessivo.
Si tratta, ovviamente, di lavori con importo medio importante (oltre 500.000 euro), se raffrontato agli interventi su singole abitazioni (circa 90.000 euro).
Guardando alla distribuzione regionale si evidenziano nelle prime posizioni Lombardia (con 3.293 interventi, per un valore di 507 mln), Veneto (3.111 – 353 mln) e Lazio (2.383 – 310 mln), seguiti a breve distanza, dalla Toscana.
Da rilevare anche le buone performance di quattro regioni meridionali, quali Sicilia, Puglia, Campania e Calabria, entro la decima posizione.
Secondo la base dei dati elaborati dall’Ance, dei 222 miliardi di euro di investimenti del Pnrr, quasi la metà (48%) riguarderanno il settore delle costruzioni.
Le linee di azione saranno improntate soprattutto all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi di euro) e all’alta velocita’ di rete e manutenzione stradale 4.0 (28,3 miliardi di euro).
Per consentire al Superbonus di essere pienamente efficace, occorre necessariamente prevedere un provvedimento di proroga immediata dello strumento, almeno fino al 2023.
In caso contrario, a breve, cominceranno a bloccarsi le nuove iniziative perché non si potrà garantire, in alcun modo, la conclusione degli interventi.
Senza una proroga immediata, è anche difficile prevedere un efficace coinvolgimento del settore bancario nel ruolo di acquirente dei crediti fiscali e soggetto finanziatore delle iniziative.
Parallelamente, un tempo più lungo, agevolerebbe i produttori ad aumentare la propria offerta e sarebbe sufficiente ad ammortizzare gli investimenti necessari per tale incremento produttivo.
Il nostro paese non può permettersi di perdere questa occasione, poiché con questa agevolazione è possibile finalmente ottenere il top dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica degli immobili delle famiglie italiane, contribuendo in modo fondamentale a vedere realizzato quel processo di rigenerazione urbana del quale l’Italia ha tanto bisogno.
Fonte: ANCE – Direzione Affari economici, Finanza e Centro studi – 13 luglio 2021