Affitti brevi: com’è cambiata la tassazione con cedolare secca?

Immagine che mostra alcuni punti interrogatici, per l'articolo sul cambiamento della normativa fiscale relativa agli affitti brevi
Qual è l’attuale tassazione, con cedolare secca, degli immobili affittati per periodi brevi?

Nel caso di una sola abitazione, l’aliquota è stata confermata al 21%.
Se invece le unità concesse in locazione sono più di una, a partire dal secondo immobile è prevista la tassazione al 26%.

La misura, introdotta dalla legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 63, legge n. 213/2023), riguarda le locazioni abitative di durata non superiore a 30 giorni e si applica sul contratto di affitto della seconda, terza e quarta casa stipulato dalle persone fisiche.

Dal quinto immobile locato, invece, sarà necessario aprire la partita Iva e si presume lo svolgimento in forma imprenditoriale dell’attività (articolo 2082 del codice civile).

Rimane ferma, quindi, l’aliquota al 21% per un solo appartamento affittato.
In caso di più unità abitative, il contribuente potrà individuare quella su cui applicare la tassazione più bassa.


Locazioni brevi e cedolare secca:
Sono considerate locazioni brevi i contratti di affitto di immobili ad uso abitativo che non superano i 30 giorni, inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali.
Tali contratti sono stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, direttamente, o avvalendosi di intermediari immobiliari o tramite gestori di portali telematici, che mettono in contatto i turisti con i proprietari degli alloggi (articolo 4 del Dl n. 50/2017).

Per quanto riguarda la disciplina sulla tassazione da applicare a tali locazioni, il comma 2 di tale articolo prevede che a partire dal 1° giugno 2017, il proprietario o il titolare di diritto reale di godimento sull’unità abitativa affittata possano optare, in alternativa all’ordinario regime di tassazione (allora vigente), per la cedolare secca.
Un’imposta sostituiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali, inclusiva anche del Bollo e del Registro normalmente dovuti sui contratti di locazione (articolo 3 del Dlgs n. 23/2011).

La legge di Bilancio 2024 ha mantenuto il regime tassativo introducendo un’aliquota più alta, pari al 26%, in caso di più appartamenti affittati.


Fonte: fiscooggi.it – 22 gennaio 2024