BCE non taglia i tassi, ma i mutui iniziano a scendere

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Non è ancora il momento di abbassare i tassi ufficiali nell’Eurozona.
La BCE ha deciso di tenerli fermi per ora, in attesa di un ulteriore rallentamento dell’inflazione nell’area, anche se i tassi di accesso ai mutui hanno iniziato a scendere da qualche settimana.

Che non avrebbe tagliato i tassi, era scontato per la stragrande maggioranza degli analisti, che invitavano – invece – a porre maggiore attenzione sulle parole della governatrice.

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha sottolineato che gli ultimi dati:

“hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine.
A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia”

Si legge, inoltre, nella nota diffusa a fine riunione:

“la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento”.

Quindi, ha aggiunto che le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.
Il consiglio direttivo ha sottolineato, inoltre, la determinazione ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine:

“Le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.


Cosa cambia per i mutui:
Una lettura a caldo di queste parole raffredda l’entusiasmo di chi aveva prospettato un taglio dei tassi ufficiali nella riunione del 24 febbraio.
Secondo i gestori di Robeco (gestore patrimoniale internazionale), la Banca centrale aspetterà ulteriori conferme sul rallentamento del carovita e, questo punto, è più probabile che il primo taglio possa arrivare verso la fine del secondo trimestre.


Moneyfarm (importante società di consulenza per gli investimenti online e di gestione patrimoniale digitale in Europa), ha inoltre affermato:.

“Il messaggio lanciato dalla BCE è stato cauto rispetto alle aspettative – più esuberanti – del mercato alla fine del 2023.
Ci aspettiamo di vedere i tassi di riferimento iniziare a scendere verso la metà del 2024, ma molto dipenderà dall’andamento del contesto economico nei prossimi mesi”


Ma intanto gli indici di mercato, usati come riferimento per la costruzione dei mutui, hanno smesso di crescere e stanno dando i primi segnali di inversione della tendenza.
Secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it, infatti, dal mese di ottobre i tassi medi fissi hanno registrato una discesa di 73 punti base, passando dal 4,08% al 3,35%, e attualmente sul mercato è possibile trovare tassi addirittura al 3,10%, e al 2,70% per i mutui green.

Quindi oggi acquistando un immobile in classe “A” o “B”, è possibile ridurre il tasso d’interesse sul mutuo fino a 40 punti base.
Grazie al costo ridotto e all’impatto ambientale questo prodotto sta guadagnando sempre più popolarità tanto da aver rappresentato l’8,5% delle erogazioni su MutuiOnline.it nel quarto trimestre del 2023.

Per i tassi variabili, la situazione è meno interessante, ma in divenire, con il miglior tasso variabile, decisamente più costoso del tasso fisso, che si attesta sul 4,71%.


“Oggi nel mercato dei mutui c’è un cauto ottimismo: il miglior tasso fisso su un mutuo acquisto a 20 anni si attesta al 2,7% e le surroghe tornano a essere convenienti, permettendo di risparmiare fino a 15.000 euro su un mutuo da 120.000 euro a 25 anni”

evidenzia Alessio Santarelli, Direttore Generale del gruppo MutuiOnline, aggiungendo:

“Dato il forte rallentamento delle principali economie europee, ci aspettiamo che la Bce interverrà riducendo i tassi entro la fine del primo semestre.

La velocità con cui questo dovrebbe accadere, sarà fortemente influenzata dalle decisioni della Federal Reserve, che a dicembre aveva pronosticato significative riduzioni dei tassi, ma che oggi affronta ancora un quadro complesso con una crescita fin troppo rapida del PIL (il terzo trimestre ha registrato +4,9%).
Che è possibile farà posticipare ogni intervento di espansione monetaria nella area dollaro”


Fonte: mutuionline.it – 25 gennaio 2024