BANCA D’ITALIA – ISTAT: calo della ricchezza complessiva delle famiglie italiane (-1,7%) a causa delle attività finanziarie (-5,2%), non del valore delle abitazioni (+2,4%)

grafico dell'andamento della ricchezza delle famiglie italiane, dal 2005 al 2022 | fonte Banca D'Italia e Istat

Secondo le stime elaborate dalla BANCA D’ITALIA e dall’ISTAT, alla fine del 2022 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.421 miliardi di euro.
Rispetto al 2021, tale ricchezza complessiva è diminuita del -1,7% in termini nominali, dopo tre anni di crescita.

Le attività non finanziarie (6.317 miliardi di euro) sono aumentate del +2,1% a prezzi correnti (+131 miliardi), riflettendo soprattutto la crescita del valore delle abitazioni, che ha riportato l’incremento più elevato dal 2009 (+2,4%, +125 miliardi).

Ciò è stato determinato in prevalenza dall’aumento dei prezzi medi del patrimonio abitativo a fine 2022, in un contesto di crescita del numero di compravendite registrato sul mercato residenziale negli ultimi anni, nonché di riqualificazione degli immobili trainata dai bonus edilizi.
Il peso di questa componente, sul totale della ricchezza lorda, ha raggiunto il 46,3%.

Il valore degli immobili non residenziali è – invece – rimasto stabile, interrompendo la fase di contrazione in atto dal 2012.

Alla fine del 2022, la ricchezza netta delle famiglie italiane – misurata come somma delle attività non finanziarie (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine, ecc.) – è stata pari quindi a 10.421 miliardi di euro.

Il calo in termini reali, usando come deflatore l’indice dei prezzi al consumo, è stato più marcato (-12,5%, per via della forte pressione inflazionistica, iniziata nel 2021 e proseguita nel 2022) e il rapporto tra la ricchezza netta e il reddito lordo disponibile è sceso da 8,7 a 8,1 (il livello più basso nel periodo di indagine della presente pubblicazione), tornando ai livelli del 2005.


Torna a crescere il peso delle attività non finanziarie sulla ricchezza lorda delle famiglie:
Alla fine del 2022 oltre la metà della ricchezza lorda delle famiglie italiane era composta da attività non finanziarie (55,2%) e in particolare da abitazioni (46,3%) e immobili non residenziali (5,6%).

Tra i principali strumenti finanziari, il risparmio gestito pesava per il 15,2%, seguito dai depositi (14,3%) e dalle azioni (11,5%).
Rispetto al 2021, l’incidenza delle attività reali è cresciuta di quasi il 2%, il maggior incremento dal 2009.

Ciò è stato determinato da un lato dall’aumento del valore delle abitazioni – come già precisato – ma dall’altro dalla forte contrazione delle attività finanziarie, per effetto dell’andamento dei prezzi degli strumenti finanziari.
In particolare, si è osservata una marcata diminuzione degli strumenti del risparmio gestito (oltre due punti percentuali) e delle azioni (circa un punto percentuale).
È leggermente aumentato, invece, il peso dei depositi e dei titoli sul totale della ricchezza lorda.


Il confronto internazionale:
La ricchezza netta delle famiglie in rapporto al reddito lordo disponibile si riduce in tutti i paesi, ma solo in Italia torna ai livelli del 2005.
Tra il 2021 e il 2022, la ricchezza netta delle famiglie in rapporto al reddito lordo disponibile si è contratta in tutti i paesi considerati in questa pubblicazione (per la Spagna e gli Stati Uniti, l’ultimo dato disponibile è relativo al 2021), ma solo in Italia ha raggiunto il livello del 2005 (8,1 volte il reddito disponibile).

Le attività finanziarie hanno largamente contribuito alla riduzione del rapporto, soprattutto nel Regno Unito.
In Germania l’impatto negativo delle attività finanziarie è stato controbilanciato dalla crescita delle attività non finanziarie. In Canada, invece, il calo è stato notevole, principalmente per la riduzione delle attività reali.

Misurata in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta delle famiglie alla fine del 2022 in Italia era pari a 176.000 euro (escluse le scorte), il valore più basso nel confronto internazionale, a eccezione della Spagna, per la quale però l’ultimo dato disponibile si riferisce al 2021.
Rispetto al 2021, l’indicatore è cresciuto solo per le famiglie tedesche (+5,5%), allargando ulteriormente il divario con quelle italiane.

Nel 2022 il peso delle attività non finanziarie sulle attività complessive delle famiglie italiane è stato pari al 55%, un valore inferiore a quello riportato da Spagna (relativo al 2021), Francia e Germania e superiore a quello degli altri paesi.
L’aumento del peso delle attività non finanziarie, rispetto al 2021, ha interessato oltre all’Italia, anche Francia, Germania e Regno Unito.


Fonte: BANCA D’ITALIA – ISTAT | 29 gennaio 2024