Il mercato della locazione in Italia: tra scarsità dell’offerta, canoni in aumento e legittime preoccupazioni dei proprietari

Immagine di una coppia di persone felici di abitare una nuova casa

Il mercato della locazione in Italia presenta diverse criticità, che impattano sia sui proprietari che gli inquilini.
Nonostante un alto livello della domanda (oltre 700.000 richieste di locazione stimate nel 2023 da Nomisma, autore della prima edizione dell’Osservatorio Affitti 2023), si osserva infatti un divario significativo tra l’offerta disponibile e le reali esigenze abitative.

Dovuta anche all’elevata rilevanza del mercato degli affitti brevi e della quota di abitazioni inutilizzate o non concesse in locazione, che procurano un disallineamento tra domanda e offerta e rendono sempre più difficile l’individuazione di soluzioni abitative in locazione a medio-lungo termine da parte degli interessati.

Queste alcune delle principali evidenze emerse dal report – commissionato da CRIF e condotto da Nomisma in collaborazione con Confabitare – che offre una visione dettagliata e informativa sulle dinamiche, tendenze e sfide che caratterizzano il settore delle locazioni in Italia.

Lo scenario di domanda e offerta, nel mercato della locazione italiano:
In Italia, il 57% delle abitazioni è di proprietà e utilizzato come prima abitazione, quelle destinate alla locazione sono circa il 10% dello stock immobiliare disponibile, mentre un altro 11% risulta essere a disposizione (ovvero né locato né utilizzato come prima abitazione).
Questo comporta una sostanziale scarsità di offerta che, unita all’aumento generale dei prezzi degli ultimi due anni circa, ha determinato un aumento dei canoni di locazione (+2,1%, nel 2023).


Le preoccupazioni dei locatori:
Arriva al 30% la quota dei proprietari che si dichiarano non disposti a concedere in locazione le proprie abitazioni, con una maggiore concentrazione tra coloro che possiedono un’unica abitazione oltre a quella di residenza o vacanza.
Questa quota scende al 15%, per chi dichiara invece di possedere 3 o più abitazioni, oltre quella di residenza.

Escludendo dal campione chi non ha mai concesso in locazione immobili di proprietà, vi è poi un’ulteriore quota di rispondenti (circa il 10%) che dichiara di aver affittato in passato una o più abitazioni di proprietà, ma di non averne più intenzione.
Fra questi quasi il 40% ha avuto esperienze negative (sfratti, ingiunzioni di pagamento, mancati pagamenti…) che li ha fatti desistere.

Ciononostante, attualmente la metà dei proprietari di immobili «extra» (oltre a quelli di residenza o vacanza) ha in locazione almeno un’abitazione, e un ulteriore 30% si dice pronto a concederla in locazione nel futuro prossimo.


L’affidabilità economica dell’inquilino:
Stabilità contrattuale o tipologia di lavoro in generale e assenza di pendenze di pagamento sono le caratteristiche considerate più importanti dai locatori.
La morosità e i ritardi nel pagamento dell’affitto sono infatti problemi diffusi, con quasi 1/3 dei locatori che dichiara di aver subìto fenomeni di morosità (concentrati soprattutto fra le 2 e le 4 mensilità) e il 13% degli affittuari che dichiara di aver saltato almeno un pagamento.

Stessa dinamica si registra anche rispetto a ritardi nel pagamento dell’affitto.
Il 27,5% degli affittuari ha dichiarato, infatti, di aver pagato l’affitto in ritardo almeno una volta nell’ultimo anno, mentre la quota di ritardi riscontrata dai locatori sale al 38%.
Le morosità risulterebbero invece causate principalmente dall’emergere di spese impreviste (nel 40% dei casi) e – nel 30% dei casi – alla temporanea perdita di lavoro o di reddito.

Nonostante le difficoltà, circa il 50% dei locatori preferisce attendere prima di intraprendere azioni legali per la morosità, facendo emergere il profilo di un “proprietario tollerante”.
La percentuale di chi decide di procedere per vie legali aumenta, però, con il numero di abitazioni possedute.

In risposta a queste problematiche, CRIF ha introdotto il servizio “Affittabile”, che permette all’inquilino di qualificarsi di fronte al proprietario di casa attraverso un documento che da un lato attesta il livello di affidabilità del soggetto nel rispettare gli impegni di pagamento, dall’altro identifica il canone medio mensile sostenibile.

Non dimenticando che affrontare le sfide attuali richiederebbe il cercare di ridurre le difformità tra domanda e offerta, unitamente al restituire la necessaria serenità nella risoluzione di eventuali difficoltà insorte nel corso della locazione stessa.
Per richiamare le parti ad un maggior rispetto degli impegni assunti e creare un mercato degli affitti più efficiente e accessibile.


Fonte: Nomisma.it – 19 marzo 2024