Segnali di ulteriore indebolimento per il mercato immobiliare italiano.
È quanto emerge dall’analisi contenuta nel 1° Osservatorio Immobiliare 2024 di Nomisma, che ha evidenziato come Il progressivo incremento dei tassi di interesse abbia ridotto la quota di compravendite assistite da mutuo, riducendola dal 48,4% del 2022 al 39,9% del totale degli acquisti del 2023.
Le difficoltà di accesso al mercato della compravendita hanno ovviamente favorito uno spostamento di interesse della domanda verso l’affitto, che rispetto allo scorso anno è cresciuta di 3 punti percentuali.
In altre parole, nel 2023 circa 48.000 nuclei familiari hanno rinunciato ad acquistare una casa, optando per la locazione.
In questo contesto la rigidità dei valori immobiliari che in Italia caratterizza storicamente le fasi di inversione ciclica, finisce inevitabilmente per ampliare le distanze tra la domanda e l’offerta, contribuendo a rallentare ulteriormente l’attività transattiva.
Nel 2023, infatti, le compravendite hanno subito un calo prossimo al 10%, con quasi 710.000 abitazioni totali che sono passate di mano sul mercato.
Per quanto riguarda i tempi medi di vendita nel settore residenziale, si assiste secondo Nomisma ad una certa stabilizzazione, nell’ordine di 5,2 mesi per le abitazioni in ottimo stato e di 5,6 mesi per quelle in buono stato.
Secondo Nomisma, il calo delle compravendite registrato nel 2023 è imputabile esclusivamente alla componente di domanda che è uscita dal mercato perché dipendente dal credito (-26%), mentre gli acquisti senza mutuo continuano a crescere (+4,8%).
Alla luce di tale quadro, secondo Nomisma non basterà un atteggiamento più accomodante da parte della BCE per determinare un’immediata risalita delle transazioni, ma sarà necessaria una fase di normalizzazione che agevoli il ripristino di condizioni più favorevoli alla domanda.
Infine, dall’Osservatorio Immobiliare emerge come la domanda abitativa sia sempre più orientata a privilegiare le dotazioni interne quali il balcone o terrazzo, il doppio bagno, la luminosità degli ambienti e la disponibilità del posto auto o del garage, oltre a servizi di connettività.
A seguire, si privilegiano le caratteristiche di contesto, quali la presenza di verde e la vicinanza ai servizi e trasporti pubblici e, infine, la tipologia dell’edificio, che viene valutata in termini di condizione d’uso e performance energetica.
Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma, ha aggiunto:
“Non sono poche le incognite che punteggiano la traiettoria del mercato immobiliare italiano nel 2024, anche se la principale rimane legata all’orientamento delle istituzioni finanziarie ad ogni livello.
Il possibile ritorno a condizioni di maggior favore, in termini di propensione all’erogazione e di onerosità del credito, consentirebbe di scongiurare riflessi sui prezzi della flessione di domanda e transazioni.
Se nel primo semestre il quadro non pare ormai destinato a mutare, dal secondo è lecito attendersi un cambio di rotta, con effetti che almeno inizialmente saranno piuttosto timidi”.
“Gli operatori immobiliari prevedono, per il 2024, una ulteriore diminuzione delle quantità scambiate sul mercato (47,5% dei giudizi) o, tuttalpiù, un’invarianza sui livelli dello scorso anno (44,3%).
Solo l’8,2% degli intervistati prevede una ripresa delle compravendite per effetto di una maggiore accessibilità al credito, della disponibilità di nuove abitazioni in vendita e di un’accresciuta propensione all’acquisto, sostenuta anche dall’onerosità dei canoni di locazione”.
conclude Elena Molignoni, Head of Real Estate Nomisma.
Fonte: NOMISMA – 21 marzo 2024